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[b]Un articolo di Magdi Allam, dopo la visita alla Sinagoga di Roma.
Dal Corriere della Sera del 31 maggio 2007[/b]
Ieri pomeriggio per la prima volta ho visitato la Sinagoga di Roma accolto dal rabbino capo Riccardo Di Segni.

Ho indossato la kippà e mi sono immedesimato nell'animo degli ebrei che qui in Italia, non in Medio Oriente, stentano a instaurare un rapporto costruttivo con i musulmani. Perché sostanzialmente negano il diritto di Israele all' esistenza o comunque temono la reazione degli estremisti islamici qualora l'accettassero. Quindi vorrebbero che gli ebrei rinunciassero alla propria storia e identità recidendo il rapporto ideale e reale con Israele.
«Sono qui, quale musulmano laico, per infrangere il tabù del pieno riconoscimento del diritto degli ebrei a coltivare l'ideale del sionismo e a identificarsi nello Stato di Israele impegnandosi attivamente a salvaguardare il suo diritto all'esistenza», ho detto a Di Segni, «è ora di dire basta a quei musulmani che per mettere piede nella sinagoga esigono che in cambio gli ebrei si astengano dal parlare di Israele». Poi ho evidenziato quello che io ritengo sia stato l'errore più grave commesso da Israele: «Oggi più che mai sono convinto che non si deve mettere all'asta il diritto di Israele all' esistenza, ipotizzando che la sua accettazione possa essere il traguardo di un mercanteggiamento. Ebbene, il baratro del nichilismo etico in cui sono sprofondati gli arabi e i musulmani, al punto che i terroristi suicidi islamici si fanno esplodere fin dentro le moschee massacrando altri musulmani, indica chiaramente che per salvaguardare il diritto alla vita di tutti, musulmani, cristiani ed ebrei, si deve eliminare la radice del male che è l'ideologia dell'odio, della violenza e della morte che nasce, si radica e si alimenta del rifiuto di Israele. La lezione da trarre è che il riconoscimento del diritto all'esistenza di Israele deve essere il punto di inizio, non di arrivo, perché sul diritto alla vita non si deve negoziare».
Sono consapevole che sono posizioni difficili da accettare, non solo nei Paesi musulmani dove sarei già finito di fronte al plotone d'esecuzione, ma anche in Italia dove sostenere «Viva Israele» — che è il titolo del mio nuovo libro — è percepito come una «provocazione» dai più benevoli e come un'«infamia» dai più ostili. In alcune librerie, rileva il portavoce della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, viene tenuto nascosto e tirato fuori da scatoloni chiusi solo su richiesta del cliente. Perché si ha paura della reazione violenta degli estremisti islamici, di sinistra e di destra che sono ideologicamente ostili a Israele. Eppure «Viva Israele» è un genuino inno alla vita di tutti, israeliani, palestinesi, arabi, occidentali, ebrei, cristiani e musulmani. Visitando il museo della sinagoga, in compagnia della direttrice Daniela Di Castro, ho avuto la netta sensazione che la storia non ci abbia insegnato nulla. Settant'anni dopo l'Olocausto la storia rischia di ripetersi. Shlomo Venezia, sopravvissuto ai campi di sterminio, mi abbraccia e mi definisce un fratello mentre rievoca, tremante dalla commozione, quella tragica esperienza: «Ho visto i forni crematori in attività e ora quell'Ahmadinejad dice che non sono mai esistiti?». «Mi auguro che un giorno Ahmadinejad possa essere arrestato e costretto agli arresti all'interno dello Yad Vashem, il museo dell'Olocausto», gli rispondo, «trascorrere il resto della sua vita a prendere atto dell'orrore dello sterminio di sei milioni di ebrei sarebbe la pena più pesante che gli si potrebbe infliggere».
Oggi parteciperò a Roma a una grande manifestazione per affermare il diritto all' esistenza di Israele e il diritto alla vita di tutti. Sabato a Macerata prenderò parte al pellegrinaggio mariano che culmina a Loreto, in segno di devozione alla Vergine Maria venerata dai cristiani e dai musulmani. Bisogna andare avanti per abbattere i muri ideologici dell'odio, della violenza, della morte, per poter costruire insieme una civiltà dell'amore, della pace e della vita. Cominciando dall'Italia perché anche da noi questo percorso è tutto in salita.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=2&sez=120&id=20698
www.corriere.it

 

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