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Tre di mattina,mercoledi',vigilia del 9 di av,suona il telefono.Da molto tempo non rispondo al telefono a tali ore !

"Se sei Yair Vainstock digita il tuo numero personale",digito uno dei pochi numeri che sono in grado di ricordare in tali ore."Questa e' una chiamata di emergenza,ti devi presentare al tuo reparto alle 9 di mattina".
Cosi' tutto ebbe inizio.
La mattina seduto sul sofa' cerco di convincere mia moglie in lacrime che non c'e' proprio da preoccuparsi od aver paura e che in poco tempo tornero' a casa sano e salvo.La verita',invece,e' che c'e' veramente molto di cui aver paura.
Anche lei conosce la verita' e percio' non mi crede.Sono percio' costretto a farle un neder (promessa) che tornero' a casa sano e salvo.
Come si fa ad abbandonare la propria casa per andare in battaglia ? Forse
c'e' qualcuno che non ha niente da perdere,che e' stanco della vita di tutti i giorni,della famiglia e del lavoro,forse per lui e' piu' facile essere in un sistema lontano dalle regole della societa',in guerra le cose sono piu' semplici,e' chiaro
chi sia l'amico ed il nemico,le armi sono facili da usare,ma per me e' tutto molto difficile.
Ma entrando nel nord in fiamme,sentendo gli allarmi che sino allora avevo sentito solo nelle notizie ed ora diventano una cosa reale,mi do' una risposta al perche' sto andando in battaglia in modo cosi' automatico,mi dico che e' proprio per difendere il mio mondo,a cui sono cosi' attaccato.E' vero che nella nostra grande famiglia dei Figli d'Israele c'e' molto casino,e che sarebbe molto meglio andare a combattere quando alle spalle il Popolo e' compatto e ti sostiene
alle spalle.Ma,nonostante tutto,questa e' la nostra Casa ed io la difendero' con tutte le mie forze.
Sono arrivato alle base di rifornimento.Com'e' bello incontrarsi con questa gente meravigliosa,i miei amici riservisti,che in cosi' poco tempo come me,hanno
abbandonato le loro famiglie e le loro diverse occupazioni per formare il nostro reparto,si,con tali persone sono pronto ad uscire in battaglia !
Sono arrivato in leggero ritardo e non trovo tutto il necessario e debbo arrangiarmi a cercare l'elmetto,la borraccia ed anche il sacco a pelo.
Durante la preghiera del 9 di av nel tempio militare sediamo sul pavimento,leggiamo il "rotolo" delle lamentazioni di Geremia e capisco che cio' che manca veramente non sono l'elmetto e la borraccia ma il nostro Santuario !
Il comandante ci parla e ci dice quali saranno i nostri obiettivi.Mi sento molto confuso perche' non so come comportarmi con mia moglie al telefono,come posso prometterle che tutto andra' bene !
Abbiamo sentito la descrizione di battaglie durissime,delle nostre perdite e che anche noi riservisti parteciperemo ai combattimenti.
"Come potremo compiere tali azioni con tale materiale ? Perche' siamo mandati a combattere tali battaglie ? Non c'e' una maniera piu' logica per condurre tale guerra ?"
Il comandante taglia corto :"Il nostro dovere e' vincere e questo lo faremo anche se avremo in testa vasi da notte invece degli elmetti !"
Cio' e' giusto.Siamo obbligati sempre a vincere,non abbiamo scelta !
Ho in testa domande a cui preferisco non rispondere : come siamo giunti a questa situazione ? Dov'erano i nostri governanti durante questi ultimi anni ?
Perche' debbo proprio io distruggere tutto cio' che abbiamo lasciato il nemico costruire indisturbato durante sei anni ? Vado veramente a combattere con un "vaso di notte" ?!
A tutto cio' non c'e' risposta…
Non ci resta molto tempo e bisogna sfruttare ogni attimo per mettere a punto il materiale a disposizione ed addestrarci all'operazioneNel frattempo ci cambiano l'obiettivo !
Il comandante riceve nuove mappe,ci mettiamo a studiare le cartine,abbiamo ancora un po' di tempo per addestrarci,ci hanno cambiato persino parte dell'armamento e la nostra situazione ci appare migliore.Abbiamo un po' di tempo per riposare,calmarci e prepararci spiritualmente alla nuova operazione
che ci sembra molto piu' adatta alle nostre capacita'.
Ed ancora una volta ci cambiano l'obiettivo ! L'atmosfera incomincia a farsi tesa.La sensazione e' che negli alti comandi regni la confusione e cio' ci rende nervosi.Ma il tempo passa in fretta e sentiamo che il momento dell'azione si avvicina.
Improvvisamente incominciano a rifornirci di armi e munizioni,sembra di essere alla fiera delle occasioni e delle offerte valide per un solo giorno !
Quando siamo al confine pronti all'azione venimmo fermati : azione rinviata !
Ma sarebbe stata l'ultima volta.
Quando siamo nell'autobus che ci sta portando a destinazione leggo ad alta voce la preghiera di chi si mette in viaggio :"…Conducici e facci proseguire e (tornare) in pace e salvaci dal nemico e dagli ostacoli che incontreremo per strada…"
Entriamo finalmente in azione.Una "vacanza" non programmata all'estero,nella
Svizzera del medio-oriente !
Stiamo avanzando nella periferia di un paese.Lo zaino affardellato e' pesante e mi piega le spalle,ma per lo meno tutto intorno sembra regnare la calma.La
nostra avanguardia avanza tra edifici vuoti e noi gli copriamo le spalle.Il panorama libanese e' pastorale ed idiliaco.
Dopo una breve pausa riprendiamo la marcia.Entriamo nel centro del paese,i
terroristi saranno certamente scappati !
Non sappiamo che direzione prendere e gli ufficiali si riuniscono nel cortile di una delle case per decidere come proseguire."Vainstock entra dentro !"
Arrivo alla porta del posto dove gli ufficiali e dei soldati controllano la mappa,
ed improvvisamente un'esplosione seguita da un momento di calma e da un'infinita' di colpi automatici nella nostra direzione.Cerco un riparo.
Seguono altre esplosioni.Il cuore incomincia a battere all'impazzata,cerco un rifugio migliore e dove si nasconda il nemico.Il comandante mi arriva vicino ed urla nell'apparecchio di collegamento :"siamo entrati in contatto col nemico,abbiamo vari feriti !" I soldati davanti a noi rispondono al fuoco dei terroristi.Si getta una bomba a mano che alza nuvoloni di polvere.Riusciamo a ritirarci in un casolare.Abbiamo avuto molta fortuna.Per miracolo abbiamo avuto solo 5 feriti leggeri.Sono in stato confusionale,ma andranno a posto.Siedo sul pavimento della casa mentre fuori ancora si combatte.
Cosa sto facendo qui ? Penso per un attimo con nostalgia a mia moglie ed alle mie bambine.Abbiamo ricevuto la vita in regalo !
Respiro e riprendo forza.Mi avvicino alla finestra e cerco il nemico.E' vietato dimenticare cove ci troviamo.Non c'e' molto tempo per pensare a quello che e' successo.Sembra che il Signore abbia deciso che ne usciamo ma che dobbiamo pagarne lo scotto !
Scende la notte mentre continuiamo la perlustrazione del paese e passiamo accanto ai corpi dei terroristi.L'oscurita' ci protegge.Ci riposiamo un po' e riprendiamo ad avanzare per chilometri dentro il territorio libanese.
Ci avviciniamo ad un bosco.L'abbiamo quasi raggiunto,ci resta soltanto da attraversare un terreno aperto tra le montagne,quando l'avanguardia ci avverte di essere entrata in contatto col nemico.Poco dopo l'avvertimento ci fu un'esplosione.Tutti noi cercammo dove ripararci,ma intorno c'era soltanto terreno polveroso.Ci gettiamo a terra e prego : l'uomo viene dalla polvere ed alla polvere ritorna…Padrone del mondo T'invoco di farci uscire vivi da qui."
Sorge l'alba e grazie a D.o ne siamo usciti vivi.Entriamo in una casa alla periferia del nuovo paese raggiunto.Da una finestra osservo le altre case del paese.Il panorama e' calmo e tranquillo.Riceviamo un ordine molto strano :"Non
sparate per nessuna ragione,anche se vedete il nemico !".E' la tregua !
Siamo mischiati col nemico.Siamo entrambi con un dito pronto sul grilletto,abbiamo ancora molta forza e molte munizioni.Ma intorno c'e' la desolazione,ho pensato di non averne mai vista una cosi' tremenda.Dopo
settimane di esplosioni,di ordini,di grida e' improvvisamente una calma desolante.Cio' ci accompagna durante il rientro verso Israele.Nonostante la tregua sentiamo la tensione di muoverci in terra straniera e nemica.Passato il reticolato di confine restituiamo le armi.Tutta la tensione svanisce quando saliamo sugli autobus che ci riportano alla tranquillita' ed alla calma famigliare sino alla prossima battaglia.
Alla fin fine abbraccio mia moglie e le mie bambine.
Ogni volta che ripenso a cio' che abbiamo passato in questa guerra confusionaria non ho pace.Aver imparato come in un istante un cittadino,un marito,un padre diventi un combattente.Mentre e' assai piu' difficile e' fare la strada del ritorno.
Che il Signore ci aiuti a portare a termine questo percorso e ci faccia arrivare purificati ed aventi diritto alla vita nell'ora della neilah (preghiera conclusiva di Kippur) e ci perdoni tutti i "nederim" che dovemmo fare per tranquillizzare i nostri cari !

(Yair Vainstock,yeshivat Hakotel,"Altefilah umilcamah",in Bat-kol hamilcamah,
irgun byachad,ottobre 2006,p. 7-13;liberamente tratto e tradotto dall'ebraico da Eleazar Ben Yair)

 

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