Si chiama blocco psicologico quando in testa ci sono tante idee ma si e' impossibilitati ad elaborarle quindi ad esprimerle trasferendole sul computer in modo comprensibile a chi legge.

Il blocco psicologico e' quello che colpisce me a intervalli regolari perche' il bombardamento di notizie e' cosi' spietatamente continuo e martellante che appena ci si scansa da uno te ne arrivano altri 10, forti e violenti come pugni nello stomaco.
Eravamo rimasti che Alan Johnston era stato liberato e lo abbiamo visto brindare felice col boss di hamas, nota organizzazione umanitaria palestinese, dedita nei momenti di noia al terrorismo, alla guerra civile, a gettare la gente dai tetti di alti palazzi, ad ammazzare bambini ebrei ma anche palestinesi, sono di bocca buona quelli di hamas.
Poi ecco che arriva Prodi in Israele, visita meravigliosa se si pensa ai sinistri ministri cattocomunisti che venivano qui anni fa e, senza neanche salutare, si precipitavano da Arafat per rassicurarlo della loro fedelta' assoluta e farsi sbaciucchiare, in estasi davanti al loro eroe tanto amato.
Prodi, durante questa ultima visita, e' andato a Ramallah ma nessun bacin bacetto, per fortuna Arafat e' tre metri sotto terra, solo maschie strette di mano con Abu Mazen e alla fine, inevitabile, la scivolata, un inchino alla giapponese, cioe' schiena piegata ad angolo retto e fronte all'altezza delle ginocchia, davanti al mausoleo della kefiah piu' famosa del mondo.
Capisco, non poteva esimersi, nessuno ha avuto le palle per farlo finora, esclusa Condie Rice che passando in macchina davanti alla tomba ha ordinato al suo autista di dare una bella sgommata e proseguire come se nulla fosse.
Pero' siccome la politica cambia di giorno in giorno, di ora in ora, non e' detto che oggi rifarebbe la sgommata, forse andrebbe anche lei, saltellando, ad inchinarsi davanti alla tomba dello sputacchioso terrorista.
Dunque, Prodi. So che tutti ne hanno scritto e tutti hanno commentato ma ancora nessuno ha fatto notare che questa volta e' andato a Gerusalemme, balbettante come sempre ma sorridente da orecchio a orecchio, riconoscendola automaticamente Capitale di Israele.
Ehi, non e' mica roba da poco, quando era venuto qui anni fa, come ministro di qualcosa, si era fermato a Tel Aviv e da la' non si era schiodato se non per trasferirisi a Ramallah dal Padrone.
Come presidente della UE era andato si a Gerusalemme, senza sorrisi pero', con un' aria truce e cattiva per litigare con Sharon.
Quindi e' stato un grande passo avanti da parte di Prodi, un passo lungo 60 anni di negazioni, rifiuti, umiliazioni, palestine libere palestine rosse, bandiere bruciate e Israele boia e assassino.
Non possiamo sapere se in segreto a Prodi sia venuta l'orticaria nello stringere tante mani israeliane poiche' e' noto a chi vanno le sue simpatie, Israele e' sempre stata una spina nel fianco e fumo negli occhi ma questa volta Il Primo Ministro italiano ha dovuto mettere da parte i suoi sentimenti filoarabi e andare nella Capitale dove tra abbracci e pacche sulle spalle, ha detto la frase del secolo:
" Dopo 60 anni di guerre non si puo' non pensare alla pace".

Porca Miseria, ma come gli vengono queste battute cosi' sceme!

Chissa' se qualcuno la' gli ha fatto notare che Israele pensa da 60 anni alla pace ed e' per colpa di quello davanti al cui mausoleo sarebbe andato ad inchinarsi il giorno dopo e della Lega Araba se la pace non e' mai stata raggiunta.
Comunque, a parte le battute sceme, rispetto a quello che succedeva quando venivano da queste parti altri demoniaci esponenti del centro sinistra italiano, lui compreso, la visita di Prodi ha raggiunto quasi la perfezione diplomatica.
Purtroppo altri hanno pensato a vanificare gli sforzi e l'atmosfera che si era creata tra Italia e Israele.
Mister Dalema chiede di non sanzionare l'Iran, porello, cosi' pacioso e insieme ad altri ministri pari suo nel non capire una beata fava, scrive a Tony Blair di aprire relazioni con Hamas, sempre la stessa nota organizzazione umanitaria palestinese che ha liberato Johnston, dopo averlo rapito e che tiene prigioniero da un anno Gilad, il nostro ragazzo ormai ventenne, del quale ci e' stato concesso un solo messaggio e poi di nuovo il silenzio.
Fassino invece cosa propone?
Di parlare con Hamas anche se non riconosce Israele, confermando il sospetto che, essendo troppo alto, il sangue non gli arriva al cervello sufficientemente ossigenato.
In Israele c'e' un nanerottolo che dice la stessa cosa, Yossi Beilin, quello che ha organizzato Oslo portandoci alla rovina.
Uno troppo alto, l'altro troppo basso, non si sa che scherzi combina il cervello in questi casi, quello che si sa di sicuro e' che combina casini.
E adesso trasferiamoci in Inghilterra.
Il sindacato inglese, di cui fanno parte 800.000 lavoratori, ha confermato il boicottaggio a Israele colpevole di…qualsiasi cosa, occupazione occupazione occupazione. E' la parola magica! Occupazione. Uno la dice e subito gli viene la bava alla bocca e propone il boicottaggio.
Alla parola terrorismo, chissa' com'e', non succede niente, tutt'al piu' qualche annoiata alzata di spalle , uffa quanto la smenano col terrorismo sti israeliani.
Il giorno prima della conferma del boicottaggio, l'Organizzazione per i Diritti Umani legata all'ONU, con sede a a Ginevra, aveva deciso di mettere solo Israele nel monitoraggio quotidiano tra i paesi di tutto il mondo!
Israele, caspita, Israele! Solo Israele.
Non la Cina, non l'Iran, non il Sudan, non il Pakistan e nemmeno la Palestina. Direte ma la Palestina non e' uno stato. Giustissimo ma non lo e' solo quando gli fa comodo, se no Palestina di qua, Palestina di la', la Palestina deve andare alle Olimpiadi, la Palestina deve avere, deve ottenere, deve pretendere, quando pero' si tratta di risoluzioni ONU, di monitorare i delitti che compie, allora la Palestina non e' uno stato quindi non e' punibile e non viene neanche nominata.
A Ginevra dunque, hanno un compito principe, controllare Israele, questo paesaccio schifoso, cosi' perfido, che osa persino difendersi.
La discriminazione non fa parte delle ingiustizie da combattere?
No, quando riguarda Israele non lo e', quando riguarda Israele la discriminazione e' giusta e dovuta.
In Canada invece la barzelletta: un cittadino canadese nato a Gerusalemme ha scoperto di aver visto la luce in una citta' stato , una citta' che non appartiene a nessuno. Sul suo passaporto alla voce Luogo di nascita, sta scritto Gerusalemme e basta, lo stato cui appartiene questa Capitale non viene nominato.
Dove sei nato?
A Gerusalemme.
In che Stato?
Boh. Non me lo vogliono dire.

Re David si rivoltera' nela tomba!

La stessa cosa avviene negli USA, anche se anni fa avevano giurato che avrebbero portato la loro ambasciata a Gerusalemme…..ma poi c'e' stato l'11 settembre e non se ne e' fatto niente.
E poi e poi cosa e' successo ancora negli ultimi giorni?
Si, la messa in latino , perbacco, e il ritorno di quel "perfidi Giudei" che ha perseguitato gli ebrei per tanti , troppi secoli. Vabbe', poco male, che lo dicano alla messa o no, tanto tutti lo pensano comunque, nessuna novita' in questo, un motivo per accusarci di perfidia ce l'hanno sempre, basta leggere ogni giorno i giornali. Qual'e' il problema?

Intanto abbiamo passato la boa del primo anno dalla guerra del Libano.
Un anno senza una sola notizia di Ehud e Eldad, i due soldati rapiti da hezbollah in territorio israeliano.
Abbiamo messo alla finestre e sulle macchine le bandierine per ricordarli tutti e tre, loro due e Gilad in mano di hamas e, senza volerlo ammettere per scaramanzia , stiamo sprofondando sempre piu' nell'incubo Ron Arad.
Sappiamo che abbiamo a che fare con gente spietata, cattiva, piena di odio, sappiamo che riaverli indietro vivi sara' un miracolo pero' alle volte i miracoli accadono, soprattutto in Israele.
Sara' la stanchezza ma l'unica cosa che riesco a pensare e' che piu' uno e' cattivo, prepotente, arrogante, barbaro, assassino ma soprattutto arabo, piu' ha ragione e cosi' vediamo i ministri europei prostarsi davanti a hamas e pretenderne il riconoscimento, vediamo ministri italiani a braccetto con hezbollah senza provare vergogna.
Leggiamo articoli allucinanti in cui si giustifica il terrorismo col fatto che Israele esista. Niente Israele, niente terrorismo, lo dice Giorgio Bocca che non e' proprio l'ultimo arrivato.
L'Unita', nella homepage, riesce ad attribuire a Israele il bombardamento libanese sui campi palestinesi di Fatah al Islam poi, forse avvisati della gaffe, correggono zitti zitti, quatti quatti senza chiedere scusa per l'errore, e al posto di Israele scrivono "Esercito libanese".
Che ossessione Israele, incomincio a pensare che debba essere terapeutico aver qualcuno da odiare cosi' tanto, forse li fa sentire buoni, chissa'.
Una sinfonia di accuse, di colpe, di ingiustizie, di "Israele discolpati", di tanta melma da cui esce chiara una verita' ineluttabile, il peccato originale di Israele:
la sua esistenza.

Deborah Fait

www.informazionecorretta.com

 

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