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[b]A qualcuno la Storia non ha insegnato e continua a non insegnare nulla.
Da La REPUBBLICA del 14 novembre 2007:
Autore: Giovanna Vitale
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CRACOVIA – «Le cose che ho da dire le dirò a Berlusconi in privato, fermo restando che non ho alcun dubbio sulla sua amicizia nei confronti di Israele. Rientra fra le mie prerogative di diplomatico dialogare sia con la maggioranza sia con l´opposizione, con Prodi e D´Alema ma anche con i leader del centrodestra, come ho sempre fatto da quando sono in Italia.

Non è nel mio stile mandare messaggi attraverso i media». Non cede alle polemiche l´ambasciatore israeliano Gideon Meir, in viaggio ad Auschwitz con gli studenti della capitale su invito del sindaco Veltroni. Si limita a registrare la reazione sdegnata del presidente della comunità ebraica romana, Leone Paserman, che ieri si era scagliato contro il silenzio del Cavaliere dinanzi alla pubblica arringa di Francesco Storace che sabato scorso, all´assemblea costituente del suo nuovo partito, aveva rifiutato di maledire il fascismo senza che Berlusconi, accolto al grido di "duce duce", facesse una piega. Ma non desidera andare oltre: «Non voglio entrare nelle vostre questioni di politica interna», sottolinea Meir, «la mia posizione, come israeliano e come ebreo, è nota: tutti sappiamo quel che ha fatto il fascismo, al vostro Paese e alla comunità ebraica. È il motivo per cui io stesso sono venuto qui, in Polonia: è il risultato della cooperazione fra fascismo e nazismo se gli ebrei italiani sono stati mandati a morire nei lager». Perciò ne parlerà con Berlusconi, «in privato» però, nel corso di un incontro che potrebbe essere già in agenda.
Ma l´amarezza della comunità ebraica resta. Sorpresa dall´indifferenza mostrata dal leader della Cdl su un tema, per loro, tanto sensibile. Neppure la frettolosa precisazione offerta ieri sera («Non consento a nessuno di dubitare del mio sostegno al popolo ebraico e allo Stato di Israele») li convince. «Siamo delusi e amareggiati per come si è svolta la costituente de La Destra», dice Renzo Gattegna, presidente di quella Ucei che negli ultimi tempi ha individuato nel centrodestra il suo interlocutore privilegiato, raggiungendo un´intesa che con il centrosinistra fatica a decollare. «Non ci aspettavamo quei toni così nostalgici del fascismo da parte di Storace, che pure da ministro della Sanità era venuto in Israele a stringere accordi bilaterali, e neppure la mancata reazione di Berlusconi», argomenta Gattegna. «Certo, con la nota successiva con cui ha ribadito la sua vicinanza al nostro popolo, ha corretto un po´ il tiro. Spero sia solo l´inizio di una presa di distanza e di isolamento nei riguardi di una formazione che si rifà apertamente a ideologie razziste e xenofobe. Non è un partito con cui si possa scendere a patti».
Una bacchettata in piena regola. Che uno dei massimi studiosi della Shoah, Marcello Pezzetti, storico del centro di documentazione ebraica di Milano, trasforma in una bordata: «Non ci si può professare amici di Israele e poi stringere accordi con i negazionisti. Sul sito ufficiale de La Destra non ho ancora finito di contare gli interventi che mettono in dubbio che l´Olocausto sia mai esistito». Anche Victor Magiar, assessore alla Cultura della comunità romana è critico: «Sui valori democratici non si può scherzare. Temo che le simpatie espresse da certa destra nei nostri confronti siano un po´ pelose, opportuniste ed effimere». E dall´alto dei suoi 79 anni Piero Terracina, ebreo romano deportato ad Auschwitz, ammonisce: «Di che ci meravigliamo? Alcuni politici, per una manciata di voti, sarebbero capaci di scendere a patti pure con il diavolo».

 

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