[b]ALFONSO PECORARO SCANIO [/b]
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Molti i settori in cui Italia e Israele possono collaborare per una migliore qualità della vita: dalle tecniche di desalinizzazione, all’energia solare, alla lotta contro la desertificazione. Gettate le basi per un rafforzamento della cooperazione scientifica e industriale.

Ho visitato Israele, dal 31 ottobre al 2 novembre, ed è stata un’esperienza molto toccante, vissuta sotto il segno della volontà di cooperazione. L’obiettivo era rafforzare la collaborazione tra Italia e Israele, con particolare attenzione a progetti di cooperazione ambientale, come strumento di dialogo e di pace per la tanto sospirata stabilità di quella regione.
Accolto con grande ospitalità, ho avuto la possibilità di partecipare a due importanti conferenze internazionali: la Fiera WATEC, manifestazione internazionale della tecnologia idrica e ambientale, e la Prime Minister’s Conference For Export & International Cooperation, la principale Conferenza economica internazionale annuale del Paese, per discutere di sviluppo sostenibile. Ma in questi tre giorni ho avuto anche l’occasione di discutere con Gideon Ezra, il ministro dell’Ambiente di Israele, con il presidente della Tel Aviv University e con il direttore della Porter School for Environmental Studies su temi di grande interesse: incontri proficui e colloqui significativi, che hanno rappresentato un confronto tra due realtà differenti, quella italiana e quella israeliana, per una più intensa cooperazione tra i due ministeri dell’Ambiente, ma anche tra Università e Centri di ricerca in Israele e in Italia.

Uno dei momenti più proficui del mio viaggio è stato il confronto con i numerosi partecipanti italiani alla missione di solidarietà in Israele organizzata dal Keren Hayesod. Entrato nella grande sala, devo ammettere che ho percepito, da parte di alcuni dei presenti, un po’ di scetticismo e diffidenza nei miei confronti. Ma intervenendo in quella sede ho avuto finalmente la possibilità di far comprendere veramente il mio pensiero, al di là delle distorsioni e delle semplificazioni dei media italiani: è stata un’occasione importante per tutti per comprendersi e chiarirsi veramente.
Gideon Ezra, dicevamo. Il lungo e cordiale colloquio con il ministro dell’Ambiente è avvenuto nel corso di un pranzo organizzato per l’occasione ed è stato un confronto sincero e aperto: è stata la possibilità per esporre le linee guida del mio lavoro come ministro che sono state apprezzate ed incoraggiate.
Ezra ha voluto esprimere il proprio ringraziamento al nostro Paese per il ruolo che svolge a favore di un dialogo costruttivo nella regione, sperando inoltre che possa recitare in futuro la parte di promotore di incontri trilaterali con interlocutori dell’Autorità Palestinese. Il discorso si è poi spostato su un tema di estrema importanza: la cooperazione internazionale.
Il governo israeliano, come spiegatomi da Ezra, crede molto nelle politiche ambientali e a dimostrazione di ciò vi è in effetti un dato incontestabile: la ratifica di quasi tutte le grandi convenzioni internazionali in materia ambientale.
Il governo israeliano, come spiegatomi da Ezra, crede molto nelle politiche ambientali e a dimostrazione di ciò vi è in effetti un dato incontestabile: la ratifica di quasi tutte le grandi convenzioni internazionali in materia ambientale.
Per quanto riguarda il Protocollo di Kyoto, ad esempio, Ezra ci spiega che già nel gennaio 2004 il Governo ha provveduto a ratificarlo. Questo già oggi permette di sviluppare diversi e interessanti progetti CDM (“Clean Development Market”). Azioni in questa direzione proseguirebbero nel solco di cooperazione già intrapreso tra i due Paesi, come formalizzato peraltro nella Dichiarazione Congiunta del 2004 dai rispettivi ministri dell’Ambiente. Ezra ha proposto possibili tematiche su cui collaborare, individuando i settori delle tecniche di desalinizzazione, dell’energia solare e dei biocarburanti.
Ho proposto di poter ricambiare la cordialità ricevuta, ospitando Ezra in Italia, affinché anche la sua visita possa dare ulteriore impulso al rilancio delle attività di cooperazione scientifica e industriale.

Sono rimasto notevolmente compiaciuto nel costatare come dal punto di vista tecnologico ambientale lo Stato di’Israele presenti strutture veramente d’avanguardia: nel campus dell’Univeristà Ben Gurion del Negev, a Sde Boqer, sono attivi numerosi e rinomati istituti di ricerca che studiano le tematiche relative alla desertificazione, al reperimento di fonti idriche alternative, alla sperimentazione di nuove tecnologie per le energie alternative ed alla ricerca applicata allo studio degli ecosistemi desertici. Ho potuto personalmente visitare i laboratori degli istituti Blaustein, Zuckerberg e Marco e Louise Mitrani. Anche in questo caso è emersa la volontà reciproca di definire nuovi progetti congiunti.
In particolare il problema della riforestazione e della lotta alla desertificazione è, com’è noto, un tema a noi Verdi molto caro, per il quale stiamo programmando diversi progetti: uno dei più importanti, sia sul piano simbolico che su quello pratico, prevede di impegnare i Comuni a piantare un albero per ogni nascita o per ricordare i propri cari deceduti, come già egregiamente avviene nella tradizione ebraica anche attraverso il KKL.

Un altro progetto riguarda gli impianti del “National Solar Site”, il Centro nazionale israeliano di ricerca sull’energia solare. Le sperimentazioni che qui vengono portate avanti sono molto avanzate tecnologicamente ed estremamente innovative: basti pensare alle ricerche effettuate per concentrare, grazie all’azione di grandi specchi, su piccole celle fotovoltaiche di nuova generazione le radiazioni solari, assicurando rendimenti di energia e produzione di calore di gran lunga superiori a quelli forniti dalle tradizionali celle fotovoltaiche.
In Italia, come Ministro, lavoro per promuovere l’energia solare. E’ evidente che sarebbe interessante riuscire anche in questo settore a promuovere una più stretta collaborazione con i suddetti Enti di ricerca, proprio perché il solare è di fondamentale importanza per il nostro futuro e gode di primaria rilevanza nell’agenda di noi Verdi e del Governo italiano.

Una nota merita la Fiera WATEC, una delle più importanti manifestazioni internazionali che si svolgono in Israele, dedicata alle tecnologie dell’acqua, del controllo ambientale e delle energie alternative. Alla Fiera ha partecipato anche il Presidente di Israele Shimon Peres che ha concluso l’evento e con il quale ho potuto scambiare idee al termine dei lavori. Mi sembra importante ricordare, tra gli altri, il Seminario italo-israeliano “Eco Evolution, innovation and future developments: advanced technologies in waste and water treatment”. Si è trattato di un seminario scientifico al quale ha partecipato anche Ezra, dedicato alle tematiche del trattamento delle acque e dei rifiuti. A margine del mio intervento, ho voluto ribadire l’obiettivo della nostra visita: rafforzare la cooperazione tra Italia e Israele e tra Italia e Autorità Palestinese per realizzare progetti che usino anche la cooperazione internazionale ambientale come ulteriore slancio al processo di pace. Sono, infatti, convinto che la fattiva alleanza dei tre ministeri dell’Ambiente arrivi a toccare temi, quali lo sviluppo energetico, la sicurezza ambientale e la salute pubblica, di fondamentale importanza per la costruzione della pace. Progetti questi che permetterebbero di ridurre lo spreco idrico e recuperare energia del sole: ciò attenuerebbe la questione della scarsità delle risorse idriche, uno dei nodi principali del processo di pace.

L’ultimo giorno della mia permanenza in Israele è stato molto emozionante, in quanto ho vissuto la toccante esperienza della visita allo Yad Vashem. Ancora una volta ho avuto modo di ricordare, in questa società che dimentica in fretta l’odio, la follia dei conflitti, un passato che non deve mai più tornare.
Sono infine intervenuto alla sesta “Prime Minister’s Conference for Export & International Cooperation”, incontro tra leaders politici e istituzioni economiche di tutto il mondo, per discutere di sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale tra regioni. Il mio intervento ha preceduto quello del Primo ministro Ehud Olmert: la nostra conversazione a margine del convegno ha costituito l’ennesima importante e costruttiva occasione di confronto.
Saluto Israele, con gratitudine. E speranze, per un futuro di collaborazione e pace.

ALFONSO PECORARO SCANIO

 

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