[b]Rosh haShana[/b] (ראש השנה, "principio dell'anno") è il principale dei capi d'anno previsti nel calendario ebraico, ed è quello cui fanno riferimento i contratti legali. La Mishnah indica questo capodanno come base per calcolare la progressione degli anni,l'anno sabbatico e il giubileo.

Nella Torah vi si fa riferimento definendolo "[i]il giorno del suono dello Shofar[/i]" (Yom Terua, Levitico 23:24). La letteratura rabbinica e la liturgia descrivono Rosh haShana come il "[i]Giorno del giudizio[/i]" (Yom ha-Din) ed il "[i]Giorno del ricordo[/i]" (Yom ha-Zikkaron).

Nei midrashim si racconta di Dio che si siede sul trono, di fronte a lui i libri che raccolgono la storia dell'umanità (non solo del popolo ebraico). Ogni singola persona viene presa in esame per decidere se meriti il perdono o meno.

La decisione, però, verrà ratificata solo in occasione di [b]Yom Kippur[/b]. È per questo che i 10 giorni che separano queste due festività sono chiamate [b]i 10 giorni penitenziali[/b]. In questi 10 giorni è dovere di ogni ebreo compiere un'analisi del proprio anno ed individuare tutte le trasgressioni compiute nei confronti dei precetti ebraici. Ma l'uomo è rispettoso anche verso il proprio prossimo. Ancora più importante, allora, è l'analisi dei torti che si sono fatti nei confronti dei propri conoscenti. Una volta riconosciuto con se stessi di aver agito in maniera scorretta, occorre chiedere il perdono del danneggiato. Quest'ultimo ha il dovere di offrire il proprio perdono. Solo in casi particolari ha la facoltà di negarlo. È con l'anima del penitente che si affronta lo Yom Kippur.

La festa dura 2 giorni sia in Israele che in diaspora, e cade 162 giorni dopo il primo dei giorni di Pesach, nel primo giorno di Tishri. Nel calendario gregoriano non può cadere prima del 5 settembre o più tardi del 5 ottobre. Non cade mai di giovedì, venerdì o domenica.

Una delle caratteristiche di Rosh haShana è il suono dello shofar. In alcune comunità viene suonato tutte le mattine del mese di Elul, l'ultimo prima del nuovo anno. Il significato di questa usanza è quello di risvegliare il popolo ebraico dal torpore e ricordare loro che sta per avvicinarsi i giorno in cui verrà giudicato (Maimonide, Yad, Leggi della penitenza 3:4).

Nei giorni precedenti, vengono recitate le selichot (preghiere penitenziali). A seconda della tradizione delle varie correnti, la recitazione delle selichot inizia in momenti diversi, dai 30 ai 10 giorni prima della festività di Rosh haShana. Queste composizioni poetiche sono talmente importanti che nel giorno stesso della festività, alcune di queste, chiamate piuttim, sono inserite all'interno della normale liturgia.

Nel pomeriggio che precede l'inizio della festività si usa fare il tashlich, uno lancio di oggetti presso uno specchio d'acqua (anche una fontana va bene) per liberarsi di ogni residuo di peccato.

Viene tradizionalmente festeggiato nella prima sera con un pranzo, detto seder rosh hashana, nel quale si usa consumare, assieme ad altri cibi, sia cose dolci (tipica la mela intinta nel miele), sia cibi che diano l'idea di molteplicità, come il melograno, per augurare dolcezze e prosperità. Tra i vari piatti che si servono durante questa cena, differenti nelle varie tradizioni, è una costante la presenza di qualche parte di animale che faccia parte della testa, a simboleggiare il capo dell'anno. Solitamente viene portata in tavola anche una forma di pane (challa) tonda, a simboleggiare la circolarità dell'anno.

Nel pasto della seconda sera, vengono servite più varietà possibili di frutta, perché vengano incluse nella benedizione di shekeyanu (la benedizione che si recita la prima volta che si assaggia qualcosa nell'anno).

Nell'antichità, l'anno ebraico aveva inizio in autunno seguendo il ciclo dei campi: semina-crescita-raccolto. È probabile che la festa venisse già celebrata in modi particolari. Il primo riferiento agli usi della festa è, probabilmente, di Ezechiele (Ezechiele, XL 1). Nel levitico (23:9) si dice che il giubileo, che inizia nello stesso giorni di Rosh haShana, venne accolto con il suono di trombe. Secondo la traduzione dei settanta del libro di Ezechiele, sacrifici specifici venivano offerti sia il primo giorno del settimo mese, sia nel primo giorno del primo mese. Il primo giorno del settimo mese viene indicato come "giorno del suono delle trombe". Si teneva una convocazione sacra. Nessun lavoro doveva essere eseguito e speciali sacrifici dovevano essere offerti (Levitico, 23:23-25; Numeri 29:1-6). Non viene chiamato espressamente capodanno, ma veniva osservato come tale dagli ebrei del tempo.

 

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