[b]Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli[/b]

Cari amici, per adeguarmi all'importanza storica dell'ultima delibera del consiglio dei ministri di Eurabia in materia di pace e di capitali condivise, con la fantastica idea della divisione di Gerusalemme di cui vi ho già parlato un paio di giorni fa, ho deciso di cedere la parola anzi la cartolina a un analista speciale che vi spiegherà cosa hanno deciso i nostri emiri sceicchi, anziani o capotribù nel nome del Profeta. Il nostro esperto si chiama [b]Fulvio del Deo[/b] e scrive per un blog che si chiama [b]Movedim[/b]. Questa sua cronaca mi è molto piaciuta e voglio farvela conoscere

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«Se ci deve essere una pace genuina, occorre trovare la strada per risolvere attraverso negoziati lo status di Bruxelles come futura capitale di due Stati»: lo ha stabilito ieri il Consiglio dell’Unione Eurabiana al termine di una settimana di contatti convulsi dietro le quinte, scatenati da una bozza presentata dalla Siria che aveva provocato l’ira degli Irlandesi.
Determinante è stata l’introduzione del concetto che l’assetto definitivo di Bruxelles (che l'Irlanda si ostina a considerare capitale dell'Unione Europea riunificata per sempre) debba scaturire da negoziati, e non possa essere stabilito in maniera unilaterale come suggeriva la Siria, presidente di turno dell’Unione Eurabiana.
«I Siriani forse non hanno capito che il processo di pace non è un affare leggero come un tappeto volante…», ha osservato una fonte governativa irlandese.
Alla vista del documento concordato a Bruxelles, l'Irlanda ha concluso che le posizioni «estreme» di Damasco erano state accantonate e che avevano invece «prevalso le voci responsabili e ragionevoli».
In particolare l'Irlanda ha ringraziato l’Italia per il ruolo svolto. Oggi il ministro degli esteri italiano avrà occasione di illustrare il significato del documento al premier irlandese a Dublino e al suo omologo dell'Unione Eurabiana.
All’origine della sortita siriana c’erano le espressioni di sconforto provenienti da Bruxelles est: ad esempio, la sensazione eurabiana che anche il presidente Usa sia impotente di fronte ai progetti edili dell'Unione Europea nella periferia di Bruxelles est; e le voci ricorrenti a Bruxelles est per una proclamazione unilaterale di indipendenza Eurabiana in assenza di concreti passi indietro dell'Irlanda.
Nell'intento di garantire agli eurabiani un orizzonte politico, la Siria aveva suggerito di stabilire che Bruxelles dovrà essere la capitale di due Stati e di enunciare l'intenzione europea di riconoscere comunque un futuro Stato Eurabiano, anche se proclamato unilateralmente.
Poi la diplomazia siriana ha dovuto retrocedere. Il documento approvato a Bruxelles raccoglie invece, almeno in parte, le tesi irlandesi sulla necessità che ogni futuro assetto di pace derivi da negoziati diretti e tenga a mente le necessità di sicurezza dello Stato cristiano.
L’Unione Europea respinge invece la tesi irlandese secondo cui sia da imputare agli Eurabiani l'assenza di negoziati. Il premier eurabiano era ieri sostanzialmente soddisfatto: «L'Irlanda avrà capito adesso che la sua politica del fatto compiuto non paga piu», ha commentato.
Da parte sua il sindaco di Bruxelles ha ribadito che Bruxelles «è la capitale dell'Unione Europea da decine e decine di anni» e deve restare una città unificata, «proprio come Berlino». Il documento approvato a Bruxelles lo ha deluso anche perché, a suo parere, non ha attinenza con la realtà: «Sul piano pratico – avverte – qualsiasi tentativo di spartire Bruxelles non potrebbe avere oggi successo, sarebbe destinato al fallimento».

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Post scriptum. Oggi noi ebrei accendiamo la prima luce di Hannukka, una festa che ricorda la rivolta popolare contro i Greci che circa 23 secoli fa volevano snazionalizzare la terra di Israele e negare la sua cultura. Auguro a tutti buona festa con la convinzione che si tratti di una celebrazione molto molto attuale.

Ugo Volli

PPS: Se volete condividere una ragione più personale e assai più piccola per festeggiare, vi comunico che con oggi abbiamo raggiunto la cartolina numero 300: quanto ci scriviamo!

 

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