[b]Alla Stazione Centrale di Milano sorgerà un centro educativo multimediale destinato alle scuole[/b]

[b]Paola D’Amico
corriere.it
26 gennaio 2010[/b]

[b]MILANO[/b] – C'erano anche i carri della morte, martedì mattina, fermi sul [b]Binario 21[/b], nella pancia della stazione Centrale, in occasione della posa della prima pietra del Memoriale della Shoah. Non oggetto scenografico ma cimelio che evoca ricordi tragici nei pochi sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti e un dolore che non può avere fine nei figli, nipoti e pronipoti. Alle 11.30, in [b]via Ferrante Aporti 3[/b], la cerimonia, alla presenza delle autorità, del sindaco Moratti, del governatore Formigoni, del presidente della Provincia, Podestà.

Con loro l’ad di Trenitalia, Mauro Moretti, il presidente della Fondazione Memoriale per la Shoah, Ferruccio De Bortoli, e il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick. Infine, Liliana Segre, sopravvissuta alle deportazioni di massa. Dal 1977 la stazione Centrale è diventata luogo del ricordo su iniziativa della comunità di Sant’Egidio. Mentre è di nove anni fa la prima idea di lasciare un segno indelebile in questo luogo, dove dal 6 dicembre 1943 al 15 gennaio 1945 partirono 15 treni con i vagoni piombati carichi di ebrei. Accanto al Memoriale dovrà sorgere un centro educativo multimediale destinato alle scuole che ogni anno affollano le mostre realizzate in occasione del Giorno della Memoria.

Mercoledì con Il Corriere della Sera sarà in distribuzione il Dvd «Fratelli d’Italia?», realizzato da Andrea Jarach che racconta le vicende degli ebrei italiani, da quando vennero promulgate le leggi razziali alla liberazione, attraverso le voci dei nipoti e pronipoti delle vittime delle persecuzioni. Un film girato interamente in stazione Centrale, metà alla luce del sole, metà su quei binari «invisibili» che corrono in parallelo nei sotterranei, nati per le merci. Non per trasportare uomini, donne, bambini. Nella decima Giornata della Memoria, mercoledì mattina, in via Unione 5, sulla facciata cinquecentesca di Palazzo Odescalchi, sarà scoperta una lapide per ricordare che questo fu il luogo della rinascita della Comunità ebraica a Milano. «Da qui passarono da 10 mila a 35 mila persone alla volta — spiega Yoram Ortona, portavoce della Comunità —, ebrei provenienti dai campi di sterminio nazisti e sopravvissuti. Alcuni restarono, altri erano solo di passaggio. A tutti fu data assistenza. Via Unione 5 divenne centro di accoglienza, luogo di studio, sede del primo Tempio, dopo la distruzione di quello di via della Guastalla, che era stato bombardato». Mercoledì alle 16, di nuovo dal Binario 21 in Centrale, partiranno per Auschwitz seicento studenti, per il viaggio-studio organizzato dalla Provincia. Nel pomeriggio, i riflettori si spostano a San Vittore, con Aned e Anpi. E in serata in via Corridoni per la presentazione del libro di Liliana Picciotto.

[b]Paola D’Amico
26 gennaio 2010[/b]

 

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