[b]Il leader della onlus Italia-Palestina, Mario Mingarelli, rompe con l’agenzia di stampa coinvolta nei fatti di Gaza. Le sue dimissioni, prima dell'attacco israeliano[/b]

[b]Mariano Mingarelli[/b]

FIRENZE – Mariano Mingarelli è da sempre, da quando è stata fondata, il presidente dell’«associazione di amicizia italo-palestinese». Da sei anni. Mingarelli, che di anni ne ha quasi settanta, ha deciso che è necessario un ricambio al vertice. Di farsi insomma da parte, non di uscire dalla onlus che in questi anni ha promosso tantissime iniziative culturali e raccolte fondi per la Palestina. Mingarelli spera in un ricambio generazionale e intanto si è tolto un peso.

Si è dimesso dall’agenzia di stampa «Infopal» di cui la direttrice è Angela Lano, una fra le attiviste e attivisti che lunedì notte era a bordo delle navi che volevano portare aiuti umanitari a Gaza, ma che sono stati attaccati e poi arrestati dall’esercito israeliano. I fatti dei giorni scorsi non c’entrano niente, ma Mingarelli il 26 maggio ha comunicato alla direzione di Infopal le sue dimissioni dal comitato di consulenti. Motivo? La presenza di intellettuali, affiancati al suo nome che, secondo Mingarelli, hanno atteggiamenti antisemiti, negazionisti o comunque troppo aggressivi nei confronti di Israele. «Da un’amica ebrea che fa parte della rete contro l’occupazione ho ricevuto la notizia che diverse persone all’interno di Infopal sono vicine alla destra, antisemite — spiega il presidente dimissionario della onlus fiorentina — e che il loro appoggio alla causa palestinese non è il fine, ma lo strumento. Per questo non volevo che il mio nome fosse accostato a loro e mi sono dimesso».

Mingarelli per Infopal in questi anni non ha fatto altro che tradurre testi o pubblicazioni dei giornali arabi o di scrittori palestinesi «senza mai commentare», dice: «Non rinnego la funzione di Infopal che considero una fonte di notizie importantissima e al cui interno ho molti amici. Quando mi chiesero di fare parte della redazione diedi la mia disponibilità, ma non ho mai guardato le persone che ci entravano. Già Magdi Allam a suo tempo mi citò per questa cosa e allora non volevo che a rimetterci fosse poi la nostra associazione». Mingarelli conosce Angela Lano. Conosce bene Israele e la Palestina. Nei giorni precedenti all’attacco dell’esercito israeliano alla flottiglia di attivisti, lui aveva previsto tutto. Gli chiediamo come e soprattutto se tra i motivi delle sue dimissioni ci fosse anche la presenza della Lano. Se anche la direttrice di Infopal è tra coloro che Mingarelli giudica antisemiti.

«Credo che la Lano non abbia più di un atteggiamento aggressivo — spiega — a volte può essere naturale quando si ha a che fare con chi nega la verità e la realtà lampante dei campi dove gli israeliani razionano cibo e ogni genere di materiale. Non credo che sia più di questo. Ribadisco che Infopal è preziosa, le informazioni che trasmette sono attendibilissime. Ma al suo interno ci sono alcuni intellettuali, chiamiamoli così, con posizioni antisemite o comunque che non mi trovano d’accordo. Perché sapevo che ci sarebbe stato l’assalto? Gli israeliani avevano dichiarato che ogni tentativo di sbarco a Gaza sarebbe stata considerata un’aggressione. Su quelle navi c’erano solo viveri, case prefabbricate e materiale scolastico. Niente di più. Però, come facevo con Infopal e come faccio con la nostra associazione, non esprimo giudizi. Fornisco informazioni. Dare suggerimenti è già manipolare».

Alessio Gaggioli
03 giugno 2010

 

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