[b]"Per la verità, per Israele"
L'Occidentale
di Luca Negri12 Ottobre 2010[/b]
Un eloquente murales contro Roberto Saviano

Venerdì scorso durante il concerto romano degli U2, il cantante del gruppo Bono ha chiamato Roberto Saviano “beautiful spirit” ed ha elogiato il suo coraggio di fronte agli oltre settantamila fans. Infatti l’impegno civile dello scrittore e giornalista campano è ormai noto in gran parte del mondo. Gomorra, libro che gli è valso la condanna a morte da parte della criminalità organizzata, è stato il successo editoriale degli ultimi anni in Italia ed è tradotto in una cinquantina di lingue.

In poco tempo Saviano è diventato uno dei nuovi eroi della sinistra più legalitaria, accanto a Travaglio e Di Pietro. C’è voluto poco per trasformarlo in alfiere anti berlusconiano dopo la pubblicazione su “Repubblica” della sua lettera aperta al Presidente del Consiglio dove chiedeva il ritiro della “norma del privilegio”, ovvero la legge sul processo breve. Le sue apparizioni televisive in compagnia di Fabio Fazio, animatore del salotto di sinistra più visitato dagli spettatori, avevano ancora aumentato il suo carisma. Non per nulla, qualcuno lo vorrebbe governatore della Campania o addirittura prossimo leader del Partito Democratico, il “papa straniero” che potrebbe dare forma al caos in area progressista.
Molti entusiasmi erano però cessati o si erano affievoliti nel dicembre del 2009 con l’apparizione su “Panorama” dell’intervista rilasciata a Pietrangelo Buttafuoco (testata ed intervistatore poco rassicuranti per un elettore medio di sinistra). In quel dialogo Saviano non solo dichiarava il suo debito culturale con scrittori e pensatori di destra come Jünger, Pound, Cèline ed Evola, ma riconosceva l’ottimo lavoro intrapreso dal Ministro degli Interni Maroni nel combattere i clan camorristici e mafiosi.
Un’altra doccia fredda era arrivata con la primavera scorsa dalle pagine del pamphlet di Alessandro Dal Lago, Eroi di carta. Il collaboratore de “il manifesto” aveva ammonito comunisti e postcomunisti: Saviano è l’altra faccia del berlusconismo, un fenomeno mediatico, con una forma mentis di destra poiché trasforma una questione sociale, l’illegalità meridionale, in questione morale.
Il peggio, agli occhi di qualcuno, doveva ancora arrivare.
Ed è arrivato, giovedì 7, in occasione della giornata celebrata a Roma “Per la verità, per Israele”. Come Pacifici, Aznar, Chicchitto, Veltroni, Bocchino, Caldarola, Della Vedova, Fassino, Ferrara, Pezzana, Battista, Sgarbi, Rosa Matteucci e molti altri, Saviano ha aderito all’iniziativa organizzata da Fiamma Nirenstein. Male hanno reagito alcuni (ex) estimatori, malissimo gli antisemiti travestiti da filopalestinesi che pubblicano i loro deliri in rete.
Ancora all’acqua di rose il trattamento riservato dal Forum Palestina: Saviano, ormai stato cooptato dalla “lobby sionista”, va a braccetto con la “colona” Nirenstein. Ben di peggio troviamo su You tube, scorrendo i commenti al video caricato da Radio Radicale, intitolato “Le mie origini ebraiche”: Saviano è smascherato come “criminale camorrista al soldo di Israele”; la mafia, infatti, (almeno secondo il parere di un certo Marcello Gentile) è una “creazione sionista” ed ovviamente quella israeliana “controlla mezzo mondo”. Qualcun altro ci informa che il “sionismo è padre del nazismo”, che l’iniziativa romana ha radunato “il Mossad in pieno”. Segue invito: “schiacciamoli ‘sti piattoloni, con le idee … se necessario con altro”.
Viene meno anche la solidarietà per le minacce di morte ricevute: “Io caro Saviano, ti toglierei la scorta”; oppure si salta a conclusioni complottistiche (“ecco perché non è ancora morto”). C’è invece chi la butta sul commerciale: “ha capito che appoggiando il terrorismo israeliano si vende di più”, “basta guardare per chi pubblica” (Mondadori, ovvero Berlusconi), “è un mostro mediatico creato dai potenti politici dittatori sionisti” che ha “preso per il culo” i lettori di sinistra.
Un altro video gira su You Tube, messo non dai radicali ma da “antimafiamilitante”: il titolo è un programma: “Roberto Saviano sostiene il criminale stato d’Israele”. Anche su Facebook non mancano critiche né deliri. Esisteva già un gruppo chiamato “Roberto Saviano chieda scusa alla Palestina e ai palestinesi”, fondato dopo il viaggio in Israele dello scrittore nel febbraio 2009. Amministratore ne è Omar Suleiman, 350 sono gli iscritti; dopo l’ultima sortita del “sionista da strapazzo” gli si augura il Nobel per la pace con la motivazione che fu dato anche al degno “compare” Kissinger.
Appena nata è invece la pagina, che forse si vorrebbe satirica, chiamata “Roberto Israeliano”. Per ora conta solo 48 iscritti, ma colleziona già qualche perla: Berardo Marco Caprini scrive: “non c’è da stupirsi … suo padre è ebreo”, Antonio Dangelo (un tizio che si presenta con un disegno raffigurante Lenin) augura a Saviano una “doccia quotidiana con saponette al fosforo”. Esiste anche un gruppo “Io odio Roberto Saviano”; al momento in cui scriviamo i membri sono solamente 4 (2 si dichiarano orgogliosamente comunisti, uno simpatizza per Forza Nuova,) ma può darsi che cresca nelle prossime ore.
Certo non solo la presenza dell’autore di Gomorra ha deluso molti o confermato le idiozie nella testa di qualcun altro. Il movimento antagonista napoletano è sconvolto anche dalla medesima scelta di Raiz, ex voce degli Almamegretta, gruppo di culto in quell’area. Nessuna sorpresa è invece arrivata per Fassino: c’è chi dice che è sempre stato intrallazzato con gli ebrei torinesi (“lo hanno fatto studiare”). Per rimanere sulla teoria del complotto cara a tanti antisemiti, non manca chi afferma che i radicali sono “controllati” dai massoni “rosacroce”: basta guardare il loro simbolo.
Non è il caso di allarmarsi, però. Gli sfoghi permessi dall’estrema democraticità della rete devono preoccupare meno del piombo promesso dalla camorra. Ma è bene non dimenticare che anche Hitler cominciò la sua carriera con un libro.

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.