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Nascita di un bambino

Quando nasce un bambino, è bene darne l’annuncio all’ufficio rabbinico. E’ antica usanza che la nascita di un maschio venga annunciata in sinagoga durante la tefillà (preghiera) del venerdì sera. L’ufficio rabbinico potrà fornire aiuti e suggerimenti per la milà (circoncisione) e presenziarvi. In tale maniera, il neonato potrà essere iscritto alla Comunità fin dalla nascita e avere in futuro l’attestato di appartenenza all’ebraismo.

Nascita di una bambina

Anche la nascita delle bambine dovrà essere notificata all’ufficio rabbinico, in modo che la neonata possa essere subito iscritta alla Comunità. E’ usanza diffusa dare rilievo alla nascita di una bambina con la cerimonia di imposizione del nome al compimento del primo mese. Per questa cerimonia contattare il rabbino.

Avvicinarsi del primo mese (maschi)

I primogeniti maschi, ove il padre e la madre non siano né kohanim né leviìm, devono essere “riscattati” da un cohèn il trentunesimo giorno dalla nascita (pidyon ha-ben). Dato che si possono verificare situazioni che escludono l’obbligo del pidyon, contattare il rabbino per ogni chiarimento sulla cerimonia.

Compimento dei dodici anni (maschi)

L’ufficio rabbinico tiene corsi gratuiti di preparazione al barmitzva (maggiore età religiosa). La durata del corso è di un anno a partire dal dodicesimo compleanno. Il corso garantisce l’insegnamento delle principali regole dell’ebraismo e termina con la cerimonia del barmitzva (al compimento del tredicesimo anno). Non è richiesto alcun livello minimo di preparazione per accedere ai corsi.
È dovere di ogni barmitzva acquistare un tallet (scialle di preghiera) e un paio di tefillin (filatteri) di qualità garantita.
Il ricevimento che di solito accompagna la cerimonia deve essere rigorosamente kasher, anche per non contraddire il significato autentico della festa.

Compimento degli undici anni (femmine)

Le ragazze, al compimento del dodicesimo anno, possono avere una cerimonia che sottolinei il loro ingresso fra le “adulte” della comunità. La cerimonia si svolge la domenica successiva alla festività di Shavuot, dopo un periodo di preparazione sotto la guida del rabbinato.
Il ricevimento che di solito accompagna la cerimonia deve essere rigorosamente kasher, per non svuotare la cerimonia del suo significato.

Fidanzamento e matrimonio

Coloro che intendono contrarre matrimonio devono fissare appuntamento con l’ufficio rabbinico che indicherà le pratiche da svolgere, almeno tre mesi prima della data prevista.
Coloro che provengono da altra Comunità devono fornirsi di certificato di stato libero e di appartenenza all’ebraismo rilasciato dall’autorità rabbinica ortodossa, riconosciuta dall’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
Il ricevimento che di solito accompagna il matrimonio deve essere rigorosamente kasher, per non sminuire il significato dell’atto sacro del matrimonio.

Divorzio

Nel caso in cui i coniugi abbiano deciso di sciogliere il vincolo matrimoniale, devono rivolgersi al rabbino per valutare la necessità di sciogliere il matrimonio anche ebraicamente. Si tratta di decisioni di grande responsabilità, che possono influenzare la vita ebraica anche dei discendenti ed è indispensabile che sia il rabbino a fornire suggerimenti.

Decesso di un parente

In caso di decesso di un parente, telefonare immediatamente all’ufficio rabbinico. Di sabato o di festa solenne, anziché telefonare ci si deve presentare di persona.
Se il decesso è avvenuto in un luogo di cura (ospedale, clinica, casa di riposo), avvertire il personale che il defunto è di religione ebraica e che verrà composto dal personale che agisce per conto della Comunità.
Secondo le principali regole del lutto della tradizione ebraica i defunti, prima della sepoltura, vengono lavati (taharà) e vestiti con le rituali vesti mortuarie (tachrichim). La Comunità dispone affinché il precetto venga eseguito secondo l’alachà (legge ebraica). Si raccomanda di agevolare l’operazione che costituisce uno dei doveri verso il defunto.
Le persone per le quali è prescritto il lutto sono: padre, madre, fratello, sorella, figlio, figlia, marito o moglie.
Primo segno di lutto è la kerià, lo strappo dell’indumento, generalmente al momento della sepoltura. Se il defunto era un genitore, lo strappo si fa sulla sinistra, per gli altri, sulla destra.
Terminata la sepoltura, il primo pasto consumato dai dolenti (consistente in pane, uova sode e caffè, ma anche olive nere o lenticchie), dovrà essere offerto loro da amici e non preparato con cibi della famiglia in lutto.
Il lutto grave ha inizio subito dopo la sepoltura, dura sette giorni – compreso quello della sepoltura – e ha termine nella mattina del VII giorno. In questi sette giorni è vietato: lavorare, fare bagni completi, adoperare cosmetici in genere, portare scarpe di pelle, avere rapporti sessuali, studiare – fatta eccezione per le parti tristi della Bibbia e per i riti di aveluth (lutto) -. È prescritto di sedersi per terra o su sgabelli bassi ed è vietato anche uscire di casa. Se non è possibile avere minian in casa, si usa andare in sinagoga per la commemorazione e il kaddish.
L’obbligo del kaddish vige fino al termine del XI mese (in data ebraica) dal giorno della sepoltura. Per la recitazione del kaddish nel XII mese, data la diversità degli usi presso i diversi gruppi ebraici, si invita a chiedere chiarimenti al rabbino. Il sabato viene considerato nel computo dei sette giorni, ma non si compiono in esso forme esteriori di lutto.
Durante i trenta giorni seguenti la sepoltura è vietato farsi la barba. C’è chi usa cambiare il proprio posto al tempio per la durata di trenta giorni. In questo secondo periodo di lutto (periodo dei trenta giorni) le persone in lutto non devono partecipare a cerimonie liete a meno che queste non riguardino la famiglia in lutto. In caso di lutto per i genitori la proibizione è estesa ad un anno.

Cambio di città di residenza

L’ebreo o ebrea che prende la residenza in una città italiana provenendo da un’altra italiana, deve iscriversi alla Comunità di questa città. Per farlo, dovrà fissare appuntamento col rabbino e riempire il modulo della richiesta di iscrizione con tutti i dati relativi.
Chi viene da una Comunità europea dovrà fornirsi di una dichiarazione di appartenenza all’ebraismo firmata dal rabbino della Comunità di provenienza; chi viene da altri luoghi dovrà avere un analogo attestato rilasciato da un rabbinato ortodosso riconosciuto dall’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
L’iscrizione è individuale e non comprende l’intero nucleo familiare né parenti giunti successivamente.
L’iscrizione è gratuita. Sarà un’apposita commissione a concordare col nuovo iscritto l’entità del contributo annuo. Chi non ha possibilità economiche, se maggiorenne, verserà annualmente un contributo simbolico.
Con l’iscrizione si ha diritto a godere di tutti i servizi della Comunità.

 

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