Un articolo di Deborah Fait

 

Gilad ritorna a casa. In Israele ci aspetteranno giorni di grande gioia, di esaltazione addirittura, di immensa felicita’ per la liberazione del nostro ragazzo rapito cinque anni fa in Israele e portato chissa’ dove a Gaza. Cinque anni terribili per la sua famiglia, per tutta Israele e soprattutto per lui al quale , oltre alle torture fisiche, avranno inferto anche la tortura psicologica del “tutti ti hanno abbandonato”. E’ il gioco crudele dei rapitori.
Non tutti sono contenti in Israele, ci sono le famiglie dei superstiti, dei sopravvissuti agli anni del terrore. Ci sono quelli che non possono non pensare alle loro famiglie sterminate da assassini che saranno liberati.
Come si puo’ pretendere che accolgano la notizia colla stessa gioia che provo io? Che provano tutti gli israeliani fortunatamente non colpiti dal terrorismo?
Nella pagina degli esteri della Stampa del 14.10 si legge un tremendo articolo sulla profanazione del monumento a Rabin. Chi lo ha profanato? secondo chi ha scritto l’articolo, e’ stato un estremista di destra, un fuori di testa, un nemico della pace.
No, non e’ cosi’! Non usciamo dalle proporzioni, non travolgiamo la verita’, come sempre.
Chi ha versato la vernice sul monumento  a Rabin e’ un ragazzo, il suo nome e’ Shvuel Schijvershuurder, la cui famiglia, tutta la sua famiglia di cinque persone, e’ stata sterminata nell’attentato da Sbarro nel 2001. Shvuel era appena un adolescente rimasto senza genitori e fratelli perche’ due assassini avevano deciso di ammazzare degli ebrei che un venerdi a mezzogiorno erano andati a mangiare una pizza prima dei preparativi per lo Shabat. I due assassini, tra cui una donna orgogliosa dell’azione compiuta tanto da dire sorridendo che lo rifarebbe, verranno liberati e saranno tra i 1027 terroristi che l’accordo per Gilad dovra’ liberare.
Provate a mettervi un mano sul cuore, provate a pensare se l’assassino della vostra famiglia, tutto il vostro mondo, fosse mandato libero , felice come una Pasqua per aver ammazzato degli odiati ebrei e strafelice per avere ancora un’opportunita’ di poterlo rifare e poi ditemi se non potete capire il gesto di questo ragazzo che non e’ un estremista ma che ha voluto richiamare
l’attenzione sulla tragedia che migliaia di persone stanno vivendo in Israele.
Assistere alla liberazione degli assassini delle loro famiglie, vederli ridere, soddisfattti e orgogliosi.
La TV israeliana ha mandato in onda un’intervista coll’assassina di Sbarro: e’ felice, angelica, orgogliosa. L’altra, sua compagna di cella, quella che ha portato tra le mani dei terroristi Ofir, un ragazzino quindicenne di Ashdod, guardando tranquilla mentre i suoi complici lo tiravano fuori dalla macchina per sparargli raffiche di mitragliatrici e poi gettarlo sul ciglio della strada come un straccio, e’ altrettanto felice.
Shvuel ha oggi 27 anni, e’ amareggiato, come lui molte migliaia di israeliani sopravvissuti allo sterminio delle loro famiglie in un periodo accuratamente preparato da Arafat e soci per indebolire lo spirito di Israele colpendo solo i civili, le famiglie, la gente di Israele con decine di attentati al giorno.
Un periodo da ricordare come un incubo e chi non lo ha vissuto non puo’ nemmeno immaginare quello che abbiamo passato tra terrore e disperazione.
Il mondo se ne fregava, i pacifisti venivano qui a urlare contro di noi che morivamo colpiti da milioni di chiodi  e biglie che uscivano col fuoco dai candelotti che i terroristi portavano addosso.
Ci urlavano contro, i maledetti.
Facevano cortei per le strade d’Europa i maledetti, con le bandiere colorate, urlavano Palestina libera e islamica.
E noi morivamo.
A ogni morto israeliano altri cortei, bandiere di Israele bruciate a significare lo spregio e l’odio di questi mentecatti.
Sono morti migliaia di israeliani, giovani, vecchi, bambini, donne nell’indifferenza del mondo intero, anzi , peggio, sono stati assassinati per il godimento del mondo intero.
Io li leggevo i messaggi su internet “se lo meritano, ben gli sta, facciano a meno di stare la’, non e’ terra loro”.
Fra due giorni Gilad sara’ libero grazie a molti mediatori, grazie alla situazione creatasi cogli inverni arabi che qualcuno si ostina a chiamare primavere.
Molti si autoloderanno, si arrogheranno il merito della liberazione di Gilad.
La cosa importante e’ che un figlio di Israele torni a casa.
A Ron Arad non fu concesso, ricordiamolo in questi giorni. Io mettero’ un fiocco azzurro alla finestra, accanto a quello giallo per Gilad.
Che Ron ci perdoni per non aver saputo fare in modo di salvarlo.
Ci perdonino tutti i dispersi mai piu’ tornati e morti tra le torture atroci dei nemici.
Martedi 1027 assassini saranno liberati per un ragazzo ebreo.
Quanto poco valgono sti palestinesi!
Deborah Fait
 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.