Testata: Informazione Corretta

Dal Simon Wiesenthal Center, una petizione a Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco per chiederle di non accettare la richiesta di Mahmoud Abbas di ammettere lo Stato palestinese nell’Unesco.
Segue una breve storia dell’Unesco.

Cliccare qui per firmare la petizione


 

 

25 Ottobre 2011

Agisci ora! Protestate contro il voto per l’ammissione della “Palestina” nell’ UNESCO

Per firmare quest’importante petizione: http://www.wiesenthal.com/siteapps/advocacy/ActionItem.aspx?c=lsKWLbPJLnF&b=7804063

Firmate la petizione del Simon Wiesenthal Center rivolta al Direttore Generale dell’Unesco per protestare sul voto che ammetterebbe la “Palestina” nell’UNESCO

L’Organizzazione Culturale, Scientifica ed Educativa delle Nazioni Unite(UNESCO)apre la propria Conferenza Generale oggi a Parigi, dove è previsto un voto per ammettere la “Palestina” come membro.

Se questo voto dovesse passare, gli Stati Uniti taglieranno all’UNESCO il contributo di 70 milioni di dollari, che corrisponde al 22% del bilancio totale dell’UNESCO.

Se la Palestina dovesse diventare membro dell’UNESCO cercherà di sfruttare la propria appartenenza per guadagnare sostegno internazionale per cancellare la storia del popolo ebraico in Eretz Yisrael e cercare di prendere i luoghi sacri, come la Grotta dei Patriarchi di Hebron, la Tomba di Giuseppe a Nablus, la tomba di Rachele a Betlemme e la Chiesa della Natività di Betlemme, dichiarandoli come patrimonio interamente palestinese.

Siamo pienamente consapevoli dell’importante ruolo svolto dall’UNESCO per promuovere molti programmi educativi e sociali nel mondo, che è più importante delle questioni di bilancio.

Il Simon Wiesenthal Center, a nome delle 400.000 famiglie iscritte, ha informato la Direttrice Generale dell’UNESCO Irina Bokova che sosteniamo totalmente la posizione degli Stati Uniti e quella di altre democrazie che possono prendere in considerazione azioni similari.

La mossa palestinese all’UNESCO non è altro che un trampolino di lancio di una pesante campagna politica nelle varie agenzie delle Nazioni Unite affinché i leaders, guidati dal Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, rifiutino apertamente di riconoscere Israele come stato ebraico e rifiutino i 3000 anni di storia del nostro popolo nei confronti della Terra Santa.

NON DOBBIAMO RIMANERE IN SILENZIO!

Guardate questo video in cui Abu Mazen dice che non riconoscerà Israele: http://www.youtube.com/watch?v=QJARFGAX_a4

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Pubblichiamo la lettera inviataci dal lettore Maurizio Ferrari, che ben riassume la non onorevole storia dell’Unesco:

Noto che c’è molto da conoscere, sul lato oscuro dell’Unesco, che predica bene ma razzola male, facendosi dipingere come protettore dei deboli del mondo. Ma, cosa c’è sotto in realtà?
Chi sono i suoi burocrati?
Su internet,per cominciare,c’è gia’ qualche appunto interessante a proposito. Su due siti leggo: ‘L’UNESCO è stato a volte al centro di controversie. Durante gli anni settanta e ottanta le nazioni occidentali, specialmente Stati Uniti e Regno Unito, ritenevano che venisse usato dai paesi comunisti e dal terzo mondo come forum per attaccare l’occidente. L’UNESCO sviluppò quindi un piano chiamato “Nuovo Ordine Internazionale dell’Informazione”, per fermare le presunte bugie, e la disinformazione che veniva diffusa nelle nazioni in via di sviluppo. L’Occidente lo respinse come un tentativo del terzo mondo e di alcuni regimi comunisti di distruggere la libertà di stampa; gli Stati Uniti si ritirarono dall’organizzazione in segno di protesta nel 1984 e il Regno Unito nel 1985 (il Regno Unito ha nuovamente aderito nel 1997 e gli USA nel 2003)’. Un’altra interessantissima fonte online pubblica: ‘Dopo 63 anni dalla sua nascita nel 1945,dopo le macerie della seconda guerra mondiale, le finalità educative dell’Unesco, alla luce delle sue stesse statistiche sull’analfabetismo nel mondo, sono completamente fallite. Infatti l’ideale irenico che la vide nascere fondava sui cuori l’educazione degli uomini alla pace. L’Unesco si è trasformata però in una costosa e corporativa burocrazia, caratterizzata da privilegi, linguaggi formali inutili e ripetuti come una liturgia da viaggiatori e formalisti di questioni e procedure’. Chissà quante altre informazioni interessanti potremmo trovare con un po’ di pazienza sull’UNESCO …
un caro saluto a IC complimenti e buon lavoro,
Maurizio Ferrari

 

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