Di Shmuel Rabinowitz.

Nella foto a sinistra: un raro sigillo in argilla delle dimensioni di una moneta, rinvenuto negli scavi presso il Muro Occidentale (“del pianto”) a Gerusalemme. Presenta due parole in aramaico, “puro per Dio”, ed era probabilmente collegato ai rituali di purificazione che si svolgevano nel Secondo Tempio, duemila anni fa.

Spiriti malvagi aleggiano su Gerusalemme. Persone meschine stanno cercando di minare le fondamenta del castello eterno, negando il suo passato, cancellando la sua identità. Stanno cercando di prendere possesso della città santa di re David. No, non sarò io ad attestare l’ebraicità di Gerusalemme. La attestano le antiche monete rinvenute tra le rovine con incisi i nomi dei Re di Giudea. La attestano i sigilli con i nomi biblici. La attestano le mura della speranza fatte erigere da Neemia, il ricostruttore dell’insediamento ebraico a Gerusalemme più di 2.300 anni fa. La attestano le formidabili pietre che circondano il Monte del Tempio, il luogo di quel Secondo Tempio di cui i Romani stessi dissero che nulla di così magnifico s’era ancora visto nel mondo. La attestano i bagni rituali scavati nella pietra di Gerusalemme sulla strada percorsa dai pellegrini ebrei. No, non sarò io ad attestare la devozione della nazione ebraica verso Gerusalemme. La attestano le disperate incisioni dei pellegrini nelle pietre dei muri di Gerusalemme dopo la cacciata. La attestano le cortine dell’Arca Santa, i calici per il vino e gli altri oggetti rituali che portano l’immagine delle pietre del Muro Occidentale in ogni angolo del mondo dove siano arrivati degli ebrei. La attestano le preghiere, i canti e la liturgia recitati in Marocco come in Spagna, sui monti d’Etiopia come nelle steppe d’Ucraina, e che hanno inciso la memoria di Gerusalemme in ogni cuore. No, non sarò io ad attestare la libertà di Gerusalemme. La attestano i milioni di pellegrini ebrei, cristiani e musulmani che, per la prima volta in duemila anni, godono di completa libertà di religione e di culto a Gerusalemme, godono dello status quo di reciproco rispetto e della salvaguardia dei luoghi santi delle tre religioni garantiti e tutelati dal governo del sovrano stato di Israele. La attestano i siti archeologici e i musei pubblici di Gerusalemme che preservano e narrano la storia della città nel corso di tutte le generazioni. Per duemila anni, da quando i miei antenati vennero cacciati dalla spada di Roma, Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita più e più volte. Ma quando ci siamo meritati il ritorno a Gerusalemme, abbiamo deciso di interrompere il ciclo delle distruzioni, di restituire la nostra amata città alla sua eterna missione. “Il monte del Tempio del Signore sarà eretto alla cima dei monti e sarà più elevato dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti” [Isaia 2:2]. Una città in cui tutti i credenti possano levare alto lo sguardo. Bisogna condannare coloro che vogliono riconsegnare Gerusalemme alla spirale di negazione e spargimenti di sangue, e che vogliono cancellare il suo passato ebraico in nome della lotta politica. Uno dei grandi rabbini di Gerusalemme disse: “Se siamo stati distrutti, e il mondo con noi, a causa di un odio gratuito, allora noi ricostruiremo noi stessi, e il mondo con noi, con amore gratuito”. Gerusalemme non sarà più costruita sull’odio. Il futuro di Gerusalemme non sarà scritto sulla distruzione del suo passato. Sia vergogna a coloro che vogliono cancellare la storia eterna di Gerusalemme.
(Da: Jerusalem Post, 20.3.12-israele.net 28-03-2012 )

 

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