Sdegno nella Comunità ebraica di Milano. Sulla locandina di Philastiniat, il festival dedicato ad arte e cultura palestinese, fra i loghi delle varie organizzazioni coinvolte, proprio accanto al simbolo del Comune di Milano, spicca quello della Missione diplomatica palestinese in Italia, in cui è raffigurata una cartina del territorio palestinese che comprende tutto lo stato d’Israele. Lo stesso simbolo utilizzato dalla missione palestinese alle Nazioni Unite. “Sono stupito dal fatto che il Comune non abbia controllato questa immagine prima di concedere il patrocinio. I nostri rapporti con il Comune sono ottimi e fra amici i problemi si affrontano con franchezza: questa locandina è un grave errore – le dichiarazioni di Daniele Nahum, responsabile dei rapporti istituzionali della Comunità – Questa è la stessa cartina riconosciuta da Hamas, nella quale si cancella Israele e, di conseguenza, anche Tel Aviv, città gemellata con Milano. Inoltre, nonostante avessimo auspicato pubblicamente di essere invitati all’evento, non è arrivato alcun invito alla Comunità ebraica di Milano. Evidentemente non è gradita la nostra presenza”.
Philastiniat, organizzato tra gli altri da Arci, Teatro Verdi, Vento di Terra, Salaam Ragazzi dell’Ulivo, Ministero della Cultura palestinese, Comunità palestinese lombarda, ha aperto i battenti ieri e proseguirà fino al prossimo 6 ottobre, con appuntamenti dedicati alla letteratura, al teatro, alla musica, e uno speciale tributo all’intellettuale Edward Said.
“Ben venga tutto ciò che è cultura. Condividiamo l’iniziativa del Comune. Mi auguro che sia un festival culturale e non trascenda in un incontro politico. Se venissi invitato non mi tirerei indietro” le parole con cui il presidente della Comunità ebraica Walker Meghnagi aveva accolto l’iniziativa all’inizio di agosto.
Nel corso della preparazione della kermesse sono stati in molti tuttavia a mettere in guardia contro il rischio che si trasformasse in un’occasione di propaganda, come sottolineato da Sergio Della Pergola, demografo dell’Università ebraica di Gerusalemme e esponente di spicco della comunità degli italkim, a colloquio con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia durante la sua visita in Israele nel mese di settembre. “A mio parere il rischio molto concreto è che la manifestazione si trasformi in un festival della retorica – era stato l’ammonimento del professore – Per esempio nel programma è stato inserito un incontro dedicato allo scrittore e critico palestinese Edward Said, un intellettuale di grande spessore letterario, che però è stato anche un teorico del non dialogo con Israele. Capire in che prospettiva si vuole raccontare una figura del genere è essenziale. Il sindaco di una città importante come Milano può fare molto per il dialogo, anche promuovendo dei colloqui fra le parti, per questo è fondamentale che si muova con molta attenzione”.
Attenzione che, almeno nella preparazione della locandina, non è stata prestata.

Da: moked/מוקד

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

 

One Response to Milano, Storia e geografia negate. Un festival da bocciare.

  1. enrico ha detto:

    ma il comune di milano è retto da pisapippa che sappiamo tutti chi è!!! io NON risconosco ne palestina e neanche so cosa è ….gaza!

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