Testata: Il Foglio Data: 27 ottobre 2012 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «L’Iran adesso è ponto a costruire la sua bomba atomica sotto terra».

Sul FOGLIO di oggi, 27/10/2012, a pag.2, con il titolo “L’Iran adesso è ponto a costruire la sua bomba atomica sotto terra”, Giulio Meotti analizza con accuratezza a che punto è la situazione del nucleare iraniano.

Giulio Meotti

Roma. Il quotidiano inglese Independent titolava ieri eloquentemente: “Nuclear Iran: The Birth of an Atomic State”. E’ successo che Teheran ha completato la costruzione del bunker-madre del suo programma atomico, il sito di Fordo, nonostante le sanzioni e la pressione internazionale. Nel bunker di Fordo, realizzato nella montagna di un villaggio a una quarantina di chilometri da Qom, sono state installate le ultime centrifughe delle tremila che adesso pongono il regime iraniano a un passo dalla costruzione della “bomba di Allah” (ad agosto l’Agenzia atomica dell’Onu stimava le centrifughe in duemila unità). Israele, Stati Uniti e Onu avevano promesso che Fordo, costruito nel 2006 ma la cui esistenza è stata resa pubblica dalla Casa Bianca soltanto un paio di anni fa, non sarebbe mai diventato operativo. Appena due mesi fa il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva detto che se la base di Fordo fosse entrata in azione l’Iran sarebbe arrivato nella famosa “zona di immunità” di cui si parla da mesi per giustificare un possibile strike militare. Con il trasferimento di tutte le più avanzate centrifughe all’interno della montagna di Fordo, al centro di una guerra di sabotaggio condotta dall’intelligence occidentale (l’ultima esplosione due mesi fa), il programma nucleare iraniano si muove adesso ufficialmente sotto terra. La centrale atomica è al riparo dalla sorveglianza aerea e custodita dalle Guardie della rivoluzione, i centurioni del regime. Quando il mese scorso Netanyahu all’Onu ha spostato la “linea rossa” d’Israele da quest’autunno alla prossima primavera, gli analisti hanno interpretato la decisione con l’impossibilità d’Israele di fermare Fordo senza l’aiuto degli americani. Scienziati nordcoreani avrebbero contribuito alla protezione del super bunker, che sorge cento metri sotto terra. L’intelligence americana stima il sito di Fordo più difficile da distruggere del bunker di Saddam Hussein situato nella base dell’aviazione di al Taji e composto da numerosi piani sotterranei su una superficie di duecento metri quadrati. Secondo il New York Times il successo iraniano a Fordo, che nella mente del regime prende il posto di Natanz come centro del Walhalla atomico, renderà gli ayatollah ancora più aggressivi nei talk che si potrebbero tenere nelle prossime settimane (talk forse bilaterali con gli Stati Uniti, come da probabile apertura della Casa Bianca). A Fordo l’uranio arricchito può essere convertito a livello militare in qualsiasi istante. In pratica l’Iran è già un “nuclear threshold state”, un paese capace di costruire un ordigno atomico. Rivelava ieri il sito internet Debka, vicino all’intelligence israeliana, che Washington e Israele stimano in “non più di due-tre settimane” il lasso di tempo che intercorrerà fra la decisione dell’ayatollah Khamenei di costruire la bomba e la sua fabbricazione. L’intelligence statunitense ritiene di poter intercettare in tempo quell’ordine, Israele no.

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