Gran Bretagna e Francia avrebbero convocato i rappresentanti diplomatici in risposta alla decisione di Tel Aviv di costruire nuovi alloggi nei territori occupati.

Israele prosegue nel suo progetto. E a pochi giorni dal riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, un gradino sopra lo statuto di “entità” che gli era stato concesso in precedenza, pensa alla costruzione di tremila nuovi alloggi nei territori occupati.

L’idea è quella di unire Gerusalemme e la colonia di Maaleh Adumin. E lascia perplessi molti interlocutori di Israele all’Onu, che in questi giorni valutano misure in risposta alle dichiarazioni del governo di Tel Aviv.

Se già venerdì il Canada aveva richiamato in patria per un colloquio i propri rappresentanti diplomatici in Israele e Cisgiordania, nonché quelli all’Onu (a New York e Ginevra), la decisione di costruire nuovi alloggi tra la Cisgiordania e Gerusalemme Est ha portato ad annunciare mosse in queste senso anche la Francia e la Gran Bretagna. In una nota del ministero degli Esteri anche la Russia ha sollecitato Netanyahu a rivedere il progetto.

Ancora non confermata a livello ufficiale la decisione di Parigi. Londra, dopo che il quotidiano israeliano Haaretz aveva scritto della possibilità del ritiro degli ambasciatori, ha detto di voler convocare i rappresentanti e “sottolineato con chiarezza che la costruzione di questi nuovi insediamenti mette a repentaglio la soluzione dei due stati e rende più difficile il raggiungimento di progressi attraverso negoziati“.

L’Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto alla comunità internazionale di “adottare adeguate sanzioni contro l’occupazione israeliana e le attività di insediamento“. Nel mirino dell’Anp anche la confisca dei 460 milioni di shekels in tasse raccolti da Israele per loro conto, secondo quanto deciso con gli Accordi di Oslo. Con la somma Tel Aviv coprirà crediti vantati dalla compagnia elettrica israeliana.

Da:IlGiornale

 

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