Testata: L’Osservatore Romano Data: 02 dicembre 2012  Autore: La Direzione //*IC*

Più che difendere i cristiani, attacca gli ebrei. 

 Nulla di nuovo sotto il sole.

 

Il Vaticano, sull’ OSSERVATORE ROMANO, pag.1, del 01/12/2012, con il titolo ” Dichiarazione della Santa Sede”,  approva la risoluzione con cui la Palestina diventa “Stato Osservatore” non membro delle Nazioni Unite. Non ci sorprende la posizione del Vaticano, anzi. Particolarmente grave il punto 7: « la Santa Sede accoglie con favore la decisione dell’Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite. L’occasione è propizia per ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l’OLP hanno espresso nel loro Basic Agreement del 15 febbraio 2000, volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, ai fini in particolare di preservare la libertà di religione e di coscienza, l’identità e il carattere di Gerusalemme quale Città Santa, e il rispetto e l’accesso ai Luoghi Santi situati in essa» Il Vaticano non ha mai smesso di rivendicare la capitale di Israele e si augura che la prossima mossa sia quella di conferire alla città di Gerusalemme uno statuto speciale. Secondo il Vaticano le altre religioni non godono di eguali diritti e quindi sotto la guida del Vaticano e dei palestinesi, i cristiani e gli ebrei potrebbero professare in pace e armonia il proprio credo. Come dicevamo, non siamo affatto stupiti, il Vaticano non perde occasione per dimostrare ostilità a Israele, fino al punto di ignorare che i cristiani in Medio Oriente godono di assoluta libertà solo in Israele. Nei paesi arabo-musulmani, Palestina compresa, sono oggetto di persecuzioni, le loro stesse vite sono in pericolo, da qui il forte calo del loro numero, essendo l’emigrazione forzata l’unica forma di sopravvivenza. Ma il Vaticano lo ignora, tace come tacciono i suoi organi diplomatici e d’informazione. Ecco il testo uscito ieri in prima pagina:

Osservatore Romano: “Dichiarazione della Santa Sede” ( 1/12/12 pag. 1)

Oggi l’Assemblea Generale ha approvato a maggioranza la Risoluzione con cui la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite.
1. La Santa Sede ha seguito direttamente e con partecipazione i passi che hanno condotto a questa importante decisione, sforzandosi di rimanere al di sopra delle parti e di agire in linea con la propria natura religiosa e la missione universale che la caratterizza, nonché in considerazione della sua attenzione specifica alla dimensione etica delle problematiche internazionali. 2. La Santa Sede ritiene inoltre che la votazione odierna debba essere inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la Risoluzione 181 del 29 novembre 1947 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tale documento pose la base giuridica per l’esistenza di due Stati, uno dei quali non è stato costituito nei successivi sessantacinque anni, mentre l’altro ha già visto la luce.
3. Il 15 maggio 2009, partendo dall’aeroporto internazionale di Tel Aviv, al termine del Suo pellegrinaggio in Terra Santa, il Sommo Pontefice Benedetto xvt si espresse come segue: Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e risanamento. Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto a una patria indipendente sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Che la “two-state solution” (la soluzione di due Stati) divenga realtà e non rimanga un sogno.
4. Sulla scia di tale appello, l’Ecc.mo Segretario per i Rapporti con gli Stati, Mons. Dominique Mamberti, intervenendo davanti all’Assemblea Generale del 2011, ha auspicato che gli Organi competenti delle Nazioni Unite adottassero una decisione che aiutasse a dare concreta attuazione a detto obiettivo. 5. La votazione odierna manifesta il sentire della maggioranza della comunità internazionale e riconosce una presenza più significativa ai Palestinesi in seno alle Nazioni Unite. In pari tempo, è convinzione della Santa Sede che tale risultato non costituisca, di per sé, una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione: ad essi, infatti, si potrà rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilità nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi. 6. Perciò la Santa Sede, a più riprese, ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volontà e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura. Inoltre, la Santa Sede ha rivolto un pressante appello alla Comunità internazionale ad accrescere il proprio impegno e ad incentivare la propria creatività, per adottare adeguate iniziative che aiutino a raggiungere una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi. La pace ha bisogno di decisioni coraggiose! 7. Considerato l’esito della votazione odierna all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e per incoraggiare la comunità internazionale, ed in particolare le Parti più direttamente interessate, ad un’azione incisiva in vista dei succitati obiettivi — la Santa Sede accoglie con favore la decisione dell’Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite. L’occasione è propizia per ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l’OLP hanno espresso nel loro Basic Agreement del 15 febbraio 2000, volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, ai fini in particolare di preservare la libertà di religione e di coscienza, l’identità e il carattere di Gerusalemme quale Città Santa, e il rispetto e l’accesso ai Luoghi Santi situati in essa.

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2 Responses to Onu: Vaticano, come sempre, contro Israele.

  1. marcello ha detto:

    eh già certo hanno ragione a Gerusalemme di solito sparano ai cristiani.
    Ma sono i musulmani non certo gli ebrei!!!!!!!!!!!!!!

    • veronica ha detto:

      Gli scrittori dei Vangeli hanno sempre puntato sull’odio verso gli Ebrei. Il Cristianesimo è nato da quello, l’Islam è nato da quello. Tutti vogliono, hanno sempre voluto, Israele e Gerusalemme; vedi le Crociate fatte non per i pellegrini ma per il potere della Chiesa, idem per il Saladino. In breve, la lotta tra islamici e cristiani è stata solo per avere Gerusalemme. E continua ancora. Finchè Israele non porrà fine alle due fazioni, una volta per tutte. Ma anche Israele s’è ammosciato…

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