Testata: Informazione Corretta
Data: 05 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Ugo Volli

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.

Cari amici,

dateci pure dei materialisti volgari, dei marxisti fuori tempo, perfino dei giudei, se siete propensi a questo tipo di etichette, ma noi di Informazione Corretta abbiamo sempre badato ai soldi. Un paio d’anni fa c’è stata una mia serie di cartoline che si intitolava “follow the money”, di recente il dossier curato da Giovanni Quer sulle spese delle amministrazioni locali italiane che finiscono ai terroristi palestinesi e agli ambienti in cui si muovono come pesci nell’acqua – che ancora aspetta smentite o risposte o magari anche cambiamenti di politica da parte di amministrazioni locali che non hanno i soldi – poniamo – per far circolare gli autobus, ma non rinunciano ai loro oboli per flottiglie, “centri educativi” palestinesi e roba del genere.

Oggi voglio darvi notizia di un altro frammento di questi flussi di denaro che in definitiva hanno il senso di destabilizzare, demonizzare, depotenziare lo stato di Israele, se non proprio di distruggerlo direttamente. Come sapete, il parlamento israeliano ha votato nella scorsa legislatura una serie di leggi (giudicate naturalmente “illiberali” dai nemici di Israele e dai loro amici), che miravano a diminuire l’impunità della guerra propagandistica contro Israele, per esempio rendendo reato la proclamazione del boicottaggio contro soggetti collettivi come lo Stato e i suoi organi o  aumentando le multe per la diffamazione a mezzo stampa,. Una di queste leggi impone alle organizzazioni non governative (Ong), che godono di numerosi privilegi fiscali e sociali, di rendere pubblici i fondi che ricevono dai governi stranieri. E’ un fatto importante, perché alcune Ong israeliane sono state talvolta l’equivalente postmoderno degli attentatori: qualcuno che viene pagato e indottrinato (da chi è interessato a questo tipo di guerra ma sta comodamente seduto lontano a coordinare l’azione) per distruggere quanto può di Israele e della sua volontà di resistenza.

Bene, sono usciti i dati del 2012 ed è una lettura molto interessante. Parziale, perché questi dati riguardano solo i finanziamenti di governi e organizzazioni direttamente governative: chi si è fatto appena un po’ furbo ha fatto passare i flussi finanziari attraverso intermediari come Fondi o Ong non israeliane. Comunque è venuto fuori che 30 Ong israeliane hanno ricevuto da governi stranieri circa 7 milioni di Euro e in particolare 13 fra queste che hanno il fine di azione e propaganda politica (naturalmente antisraeliana) ne hanno ricevuto da governi stranieri poco meno di 5, in media 300 mila ciascuna (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/164857#.URC7Nh12SSp). Possono sembrare cifre piccole, ma Israele è dieci volte più piccolo dell’Italia; provate a pensare se si venisse a sapere che “soccorso rosso” la mitica associazione che si è occupata a lungo di difendere i “detenuti politici” italiani, per esempio delle BR ricevesse 3 milioni di euro dalla Cina, che i No Tav li prendessero chessò dalla Corea, i revanscisti pantedeschi dell’Alto Adige dal governo tedesco… sarebbe uno scandalo.

E invece fra quelli che ricevono soldi dei governi stranieri per funzionare e che hanno dichiarato questi finanziamenti (molti hanno evitato di farlo) vi sono B’Tselem, Physicians for Human Rights Israel, Gisha, Yesh Din. E ciascuna di queste associazioni che appoggiano i palestinesi contro l’esercito israeliano e i “coloni” riceve inoltre finanziamenti da fondazioni e altre organizzazioni. Per esempio secondo Ngo monitor (una Ong che si occupa delle imprese di queste Ong: http://www.ngo-monitor.org/), fra i finanziatori di B’Tzelem, una Ong che si occupa di contrastare le attività di polizia dell’esercito israeliano in Giudea e Samaria, vi sono oltre all’Unione Europea, alla Norvegia, all’Olanda e alla Gran Bretagna, anche il chiacchieratissimo New Israel Fund (Nif), che prende fondi da Soros, ma che alcuni sostengono sia legato a in maniera più o meno indiretta a finanziamenti arabi. Inoltre il gruppo è finanziato da gruppi protestanti comeChristian Aid (UK), DanChurchAid, Diakonia (Svezia) ed altri, fra cui la Ford Foundation, forse memore delle opinioni non proprio filosemite di Henry Ford, fondatore della fabbrica e grande ammiratore di Hitler.

“Yesh Din”, che si occupa più o meno delle stesse cose, riceve soldi dal NIF, dall’Open Society Institute di George Soros, dall’Unione Europea, da Norvegia, Olanda, Irlanda, Germania, Gran Bretagna e dal NGO Development Center (finanziato a sua volta da Svizzera, Svezia, Danimarca, e Olanda). Adalah, un’organizzazione politica di arabi israeliani che mira a rafforzare il loro orientamento antisionista riceve soldi dal  NIF, dall’Unione Europea, dalla Svizzera, dalla Ford Foundation, dall’Open Society Institute, Oxfam Novib,Christian Aid, ACSUR, dal NGO Development Center, e dal Development Program dell’Onu.

Insomma c’è un sistematico intervento straniero nella politica israeliana, un’interefrenza che nessuno stato accetterebbe, soprattutto se fosse sottoposto come Israele a un accerchiamento politico, militare, mediatico, terroristico. Notate che tutti questi finanziamenti contro la politica decisa liberamente dal parlamento e del governo democratico israeliano non vanno confusi ma sommati a quelli che appoggiano direttamente i palestinesi nei territori governati dall’Anp, a Gaza o altrove, come gli interventi dell’Unrwa o dell’Unicef o di Ong che fanno assistenza alle popolazioni sotto autogoverno palestinese. Qui si tratta di interventi diretti nella politica israeliana, in un certo senso analoghi a quando il PCI prendeva soldi dall’Unione Sovietica. E un po’ com’erano quei fondi fra gli anni Cinquanta e gli Ottanta, tutti mirati a rovesciare la democrazia italiana e in qualche parte finiti ai settori più estremisti e “rivoluzionari” dell’opposizione, si tratta di una forma di “guerra fredda”, o almeno di conflitto per attrito, che mira a logorare la politica israeliana, non potendola piegare ai propri fini.

Questa è la situazione. Non c’è solo la guerra calda di Hamas e Hezbollah contro Israele,  le minacce dell’Iran, la propaganda dei paesi arabi, la guerriglia giuridica e diplomatica dell’Anp, il piccolo e meno piccolo terrorismo sul terreno dello stato di Israele e all’estero, le risoluzione dell’Onu e dei suoi vari comitati. Vi è anche una guerra fredda dei paesi europei e dei “progressisti” in Occidente che agisce per interposta mano di queste Ong – e naturalmente usando le nostre tasse. Sarà materialista, lo ripeto, ma seguire i soldi, follow the money, è sempre un suggerimento utile quando si parla di politica.

 

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