sassiTestata:Informazione Corretta – Il Giornale
Autore: Deborah Fait – Fiamma Nirenstein
Titolo: «Permettete una domanda, cari amici – Israele non è un mostro che arresta i bimbi»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 13/07/2013, a pag. 12, l’articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo ” Israele non è un mostro che arresta i bimbi “. Pubblichiamo il commento di Deborah Fait dal titolo ” Permettete una domanda, cari amici “.

A sinistra, ‘incidenti’ causati da ‘innocui’ lanciatori di sassi palestinesi.


Ecco i due articoli:

INFORMAZIONE CORRETTA – Deborah Fait : ” Permettete una domanda, cari amici “


Deborah Fait

Se voi vedeste un bambino di pochi anni sul ciglio della strada che lancia sassi contro le macchine, con grave pericolo per sé e per gli altri (decine di israeliani anche bambini sono morti a causa di questo ignobile  sport nazionale palestinese), lo lascereste là o lo portereste via, anche se urlasse e scalciasse perché disturbato nel suo bel “gioco”?
E se lo vedesse, diciamo, la polizia? Cosa farebbe ? lo lascerebbe là a divertirsi col pericolo di una tragedia o lo prenderebbe in consegna, lo caricherebbe sulla volante e andrebbe a cercare gli incoscienti genitori, magari per poi denunciarli per mancata sorveglianza del figlio minore?
Credo che qualsiasi essere pensante prenderebbe il bambino e lo porterebbe via, consenziente o meno.
Così hanno fatto i nostri ragazzi soldati, lo hanno preso, lo hanno preso per mano e lo hanno portato verso la camionetta per andare a cercare i genitori. La scena, assolutamente tranquilla, con i soldati sorridenti, è stata ripresa dagli eroi di B’tselem, quell’ONG  malefica  israelo/palestinese che cerca col lanternino i casi   per demonizzare Israele e se non li trova allora li costruisce ben sapendo che il mondo è pronto a scandalizzarsi.
I soldati non potevano fare altro, avevano due sole possibilità, lasciarlo là o portarlo via. Se lo avessero lasciato sarebbero stati demonizzati comunque “vergogna, vedono un bambino di 5 anni sul ciglio della strada e non lo portano in salvo”.


Claudio Pagliara

La TV italiana da due giorni la smena, i titoli dei TG sono “arrestato bambino per un sasso”, Claudio Pagliara   ha enfatizzato la cosa in modo ridicolo : “Il bambino arriva alle ginocchia del soldato” , certo , Pagliara, il bambino aveva 5 anni e il soldato almeno 19, quindi una differenza d’altezza è normale no? Ma ti faccio notare, caro Pagliara, che non stavano facendo la lotta greco romana, lo stava solo  tenendo per mano. Per mano!
Lo hanno tenuto per due ore? Il  tempo di trovare il padre , probabilmente anche suo maestro di lancio pietre,  e poi li hanno dati alla polizia palestinese perché li accompagnasse a casa.
I nostri ragazzi non hanno fatto altro che il loro dovere.
L’Italia è in subbuglio per questo fatto, articoli di tutti i tipi, su tutti i giornali, i forum poi è meglio non leggerli per evitare  travasi di bile.
Era un po’ che non potevano godersela così tanto sputtanando Israele. Sono tutti in fibrillazione.

“Bambino palestinese di 5 anni arrestato dai soldati di Israele”.
Suona male, vero? Suona che gli israeliani sono tanto cattivi e che i bambini palestinesi sono tanto carini e coraggiosi mentre lanciano le pietre con le loro tenere manine contro l’usurpatore ebreo!.
Suona proprio male e scommettiamo che la smeneranno con questo per giorni e giorni?


Tamimi, la ‘Shirley Temple’ palestinese con Recep Erdogan

Almeno hanno altre notizie da dare oltre ai femminicidi quotidiani.
Io provo una grande tenerezza per i nostri soldati, sono ragazzi, molti appena usciti di casa, sono là a difendere Israele e i palestinesi dal momento in cui si reggono sulle gambe gli sputano addosso, gli tirano sassi, gli fanno la pipì davanti al naso ridendo, quelli più grandi gli sparano, gli buttano bombe molotov tra le gambe. Un soldato che sta nei territori che i palestinesi hanno occupato non ha vita, è sempre sotto pressione, sempre insultato e aggredito.
Ve la ricordate la Shirley Temple palestinese? Quella piccola peste bionda e ricciuta, di otto anni, che si lanciava come una belva sui soldati, calci e pugni e insulti da far vergognare uno scaricatore di porto. Dietro a lei c’era la madre e altri adulti che la aizzavano e i soliti giornalisti che stavano là apposta per riprendere le sceneggiate preparate dai palestinesi  con grande regia.
Lo so, io non sono molto paziente ma le avrei dato volentieri due sberle come si fa con chi è preso da isteria violenta, invece i soldati, pazienti, mentre lei urlava come una forsennata , tempestandoli di pugni,  le dicevano calmi “tafsiki, smettila” e cercavano di allontanarsi ridendo.
Tornando al cinquenne angioletto lanciapietre, io sfido chiunque si becchi una sassata sul vetro della macchina mentre guida a non sbandare col pericolo di provocare un incidente grave.


Adele Bitton

C’è una bambina di tre anni in Israele, si chiama Adele Bitton, era in macchina colla mamma, stavano tornando a casa, sono arrivati i lanciatori di pietre, la macchina è stata colpita ed è uscita di strada, Adele è rimasta in coma per settimane, due operazioni al cervello , adesso è fuori pericolo ma non può lasciare l’ospedale, cammina male, parla male e deve fare mesi e mesi di cure e di riabilitazione colla speranza che un giorno possa tornare “normale”.
Avete letto la notizia su tutti i media italiani? Avete sentito la notizia ripetuta decine di volte alla TV itraliana?
Qualcuno si è indignato sui forum?
NO!
http://www.algemeiner.com/2013/03/17/two-year-old-injured-by-rock-throwers-remains-in-serious-condition/
http://www.bhol.co.il/article.aspx?id=52234

E poi c’è un’altra notizia molto recente, riportata SOLO da Panorama e ripresa da http://www.ilvangelo-israele.it/  .
Dunque, le bambine siriane , 16 anni è il massimo dell’età accettata, vengono vendute dai genitori a vecchi ricchi sauditi. Più piccola è la bambina, diciamo sotto i 12 anni, e se ha gli occhi verdi o azzurri,  più ha valore,  pagano addirittura  sui 3000 euro, il prezzo di un  cane di razza.
Per quelle sopra i  12 anni, ormai troppo adulte per vecchi bavosi, il prezzo è sui 1500 euro.
A questo punto non ho altre domande da farvi cari amici. Ho solo una triste considerazione:
I bambini non sono tutti uguali.
Ci sono i bambini di cui a nessuno frega niente anche se vengono ammazzati o stuprati e ci sono i bambini palestinesi che, anche se lanciatori di pietre contro gente innocente che va in macchina, vengono difesi a spada tratta e trasformati in povere vittime di Israele .
Questo ha un solo significato, se muoiono bambini israeliani non fa niente, non si dà la notizia o la si dà chiamandoli “coloni” anche se hanno tre mesi e vengono sgozzati, se muoiono bambini arabi si dà la notizia e ci si gira dall’altra parte, sono fra di loro, meglio lasciarli stare.
Se un bambino palestinese commette atti criminali o pericolosi o addirittura atti di terrorismo viene difeso non perché sia più bello o più simpatico ma perché questo comporta automaticamente la demonizzazione di Israele  e del suo esercito, una soddisfazione addirittura fisica cui nessuno sa più resistere.
No, i bambini non sono tutti uguali, purtroppo.

Il GIORNALE – Fiamma Nirenstein : ” Israele non è un mostro che arresta i bimbi”


Fiamma Nirenstein

Ieri è stata dimessa per il fine setti­mana dall’ospedale Adel Bitton, una bambina israeliana di 3 anni, dopo 4 mesi passati all’ospedale in condi­zioni gravissime: la macchina guida­ta dalla mamma era stata colpita da pietre lanciate da palestinesi, e Adel ha subito ferite alla testa che ancora creano conseguenze critiche. È un puro scandalo morale e intellettuale trovare in prima pagina di Repubbli­ca la virtuosa requisitoria di Adriano Sofri sul bambino palestinese ferma­to dall’esercito israeliano. È un gesto irresponsabile, una mossa oculata di incitamento antisraeliano e antie­braico che dipinge l’Idf e Israele co­me un mostro persecutore di bambi­ni quando:
1)Migliaia di bambini palestinesi ogni anno vengono salvati e curati con amore negli ospedali israeliani.
2) I fatti, e anche il video di You tu­be, dicono che un bambino che lan­ciava pietre, gesto letale e collettivo che ferisce e uccide in massa, scoper­to dall’esercito, è stato preso per ma­no da un ragazzo palestinese e con­dotto alla sua famiglia. Il padre col bambino è stato portato alla polizia palestinese, non israeliana, e tratte­nuto da quest’ultima per poche ore. Il figlio nel video ovviamente si ribel­la e piange, ma non perché abbia su­bito insulti fisici. Certo si è sentito ac­cusato e avrebbe preferito continua­re a lanciare le pietre. Ma non è stato toccato in alcun modo.
3) I soldati, secondo il video, non hanno mai toccato il bambino, sem­pre per mano a un ragazzo palestine­se che lo accompagna o col padre. Tuttavia l’esercito ha aperto un’in­chiesta, perché un errore probabil­mente c’è stato, ed è quello di aver brevemente bendato il padre.
4) Si sa benissimo che i bambini pa­lestinesi vengono indottrinati e uti­lizzati dalla loro parte: chi lo tace, non li protegge. Durante la battaglia di Jenin una bambina di pochi anni fu scoperta con una borsa carica di tritolo. Tutti forse ricordano le imm­a­gini di un bambino scoperto con una cintura esplosiva al check point di Gaza. L’indottrinamento è micidia­le e permanente, il bambino non gio­cava: sono tipici gli show tv come quello di Farfur, una specie di Topoli­no palestinese che in un spettacolo tv incitava a uccidere gli ebrei e che poi moriva ucciso dagli israeliani, oppure del recentissimo serial Khai­bar tutte le sere del Ramadan, comin­ciato ieri, che porta in tutto il mondo arabo l’incitamento a uccidere gli ebrei.
5) Non si è mai visto su Repubblica un pezzo di orrore per i tre bambini, fra cui un neonato, sgozzati a Itamar nel 2010 con i loro genitori. Non si è mai visto un pezzo di puro orrore per la morte dei tanti bambini siriani. Qui non c’è morte, non ci sono botte, non c’è sangue, c’è solo per l’ennesi­ma volta un gesto di autodifesa com­piuto con una certa delicatezza, una misura di prevenzione che i palesti­nesi avrebbero potuto attuare loro stessi.
Ma sono in giuoco gli ebrei, è un giuoco facile, è un giuoco per confor­misti e ignoranti.
6) Betzelem, che Adriano Sofri defi­nisce preziosa, lo è moltissimo per chiunque ami inchiodare Israele al­la colpa dell’autodifesa e cerchi di de­legittimarlo. Per esempio, fornì al giudice Goldstone molte delle infor­mazioni per il rapporto sulla guerra di Gaza che egli poi ha disconosciu­to, avendole verificate putroppo so­lo dopo che avevano creato la solita ondata d’odio. Un’ondata di odio ir­responsabile, che giustifica l’incita­mento che impedisce la pace.
www.fiammanirenstein.com

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