All’epoca la mostrina della tredicesima Divisione SS composta dai volontari musulmani i quali riconoscevano in Amin Al Husseini la loro guida spirituale, raffigurava una spada che brandiva la scimitarra e la svastica. Recentemente, nella cittadina di Beit Ummar in Giudea e Samaria è stata innalzata una bandiera nazista per ricordare, se ce ne fosse bisogno, questa indelebile continuità.

I discendenti dei filo-nazisti di allora, i quali attendevano solo la vittoria di Rommel in Nord Africa per proseguire in Palestina l’opera dei volonterosi carnefici di Hitler, hanno creato le condizioni, nel giorno in cui si celebra la liberazione italiana dal nazi-fascismo, affinché chi diede il suo contributo alle forze alleate debba essere marginalizzato, scortato o cacciato dai cortei che celebrano questa ricorrenza.

Tutto ciò non solo è grottesco e paradossale ma è infame. E’ infame che i fiancheggiatori del terrorismo arabo-palestinese, di cui uno dei grandi rappresentanti, Yasser Arafat, venne amorevolmente avviato alla lotta armata proprio dal Mufti di Gerusalemme, siano in grado di imporre una sorta di conventio ad excludendum nei confronti della Brigata Ebraica.

La Brigata sfilerà a Milano (ben scortata, è già questo è indegno), ma a Roma, per ragioni di opportunità, non parteciperà alla manifestazione ufficiale.

La dice lunga sulla situazione attuale il fatto che possano determinarsi condizioni così assurde e intollerabili. La dice lunga sulla incapacità strutturale del governo di sinistra in carica di agire per isolare i facinorosi pro-palestinesi.

Le bandiere palestinesi non hanno niente a che vedere con il 25 aprile più di quanto abbiano a che vedervi le bandiere curde. E’ evidente a tutti che esse vengono sventolate solo ed esclusivamente a scopo provocatorio e intimidatorio nei confronti della Brigata Ebraica. Sono una pura strumentalizzazione dell’occasione per insultare Israele. Rappresentano uno sberleffo atroce e una vittoria postuma  di Amin al Husseini in una giornata che celebra la liberazione da coloro di cui egli era un fedele alleato.

Niram Ferretti, L’Informale, 25/04/2016

 

 

 

 

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