di Dimitri Buffa

11 agosto 2016ESTERI

Hamas lucra il 60 per cento dei soldi che vengono inviati a Gaza alla Organizzazione non governativa “World Vision” e ci compra le armi, ci scava i tunnel per contrabbandarle e far passare gli shahid e altre amenità para terroristiche del genere, grazie a un attivista infiltrato da anni nella struttura umanitaria. Il tramite italiano della notizia, che tutti i principali media israeliani hanno pubblicato martedì scorso con grande risalto, è la piattaforma israele.net, che grazie all’infaticabile monitoraggio di persone come Emanuele Baroz, che lavora anche per “Progetto Dreyfus”, il contenitore di notizie su Israele messo su dalla comunità ebraica romana per informare correttamente su quanto accade nel Medio Oriente, non si fa sfuggire neppure una di queste chicche che in Italia invece vengono bellamente ignorate o quasi.

Tra i progetti umanitari “taroccati” figurano la costruzione di serre, il rinnovamento di campi agricoli, progetti per la salute fisica e mentale, una falsa associazione per aiutare i pescatori, un centro per il trattamento di handicap fisici e mentali, la creazione di organizzazioni agricole. Sembra che l’indagine sia partita a giugno scorso dopo l’arresto di Muhammad Halabi, che adesso dovrà affrontare un processo a Beersheba.

Quelli della Ong, ovviamente, lo difendono a spada tratta, ma nelle indagini, su cui i servizi di sicurezza israeliani hanno ampiamente relazionato i media israeliani visto che ormai sono finite (non come fanno in Italia che le conferenze stampa si fanno quando si inviano gli avvisi di garanzia), sono usciti fuori carteggi interni e intercettazioni telefoniche e ambientali in cui alcuni dirigenti di World Vision sostenevano di temere per la propria vita se fosse uscita la cosa.

World Vision ha sede negli Stati Uniti ma opera in 100 Paesi (Italia compresa) e impiega 46mila persone. In Israele e territori è attiva dal 1975. Secondo le accuse, i soldi che hanno preso la destinazione sbagliata imposta da Hamas ammonterebbero a oltre il 60 per cento del bilancio della Ong e sarebbero serviti a rifornire la Santa Barbara dei terroristi a Gaza invece che ad aiutare i bambini nella salute e nell’istruzione. È l’altro volto del terrorismo islamico, quello che a nessuno in Europa fa comodo vedere.

@buffadimitri

 

 

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