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Chi conosce Israele non ha bisogno di sapere quali siano le straordinarie risorse umane di questo paese, risorse non solo messe a disposizione dell’inventiva tecnologica nella quale Israele eccelle a livello mondiale, ma anche dentro associazioni non governative come l’IFA (Israeli Flying Aid). Lo scopo dell’IFA è quello di offrire assistenza qualificata in luoghi del mondo afflitti da disastri naturali e da conflitti, luoghi interdetti alle associazioni umanitarie ufficiali che non hanno con Israele relazioni diplomatiche.

L’IFA è stata la prima associazione umanitaria no-profit a fornire assistenza ai rifugiati siriani dall’inizio del conflitto, nell’aprile del 2011. Ai rifugiati sono stati forniti tonnellate di cibo, medicine e prodotti sanitari.

Ad appena cento metri dal confine con la Siria, sulle alture del Golan, è stato allestito un ospedale da campo in cui lavorano dottori dell’IDF insieme a volontari ebrei e non ebrei, per prestare aiuto ai bisognosi vittime del conflitto che da quasi sei anni martoria la Siria. Tra di essi ci sono anche numerosi bambini, anche chi ha subito gravi amputazioni. Il Syrian Observatory for Human Rights ha calcolato che dall’inizio del conflitto i bambini morti sono 15,000. Una cifra spaventosa.

I bambini feriti e traumatizzati arrivano all’ospedale da campo accompagnati dai genitori e qui scoprono che la struttura che offre loro cure e protezione è israeliana. Scoprono che i cosiddetti nemici sono lì per offrire quell’aiuto che il loro paese non gli ha dato e non gli dà. Escono dalla cortina pestilenziale della propaganda antisraeliana per approdare alla realtà e verificare che Israele non è un mostro e gli israeliani non sono creature demoniache.

La forza di Israele sta e non può non stare anche in questo impegno umanitario che è rispecchiata dalla Torah e non riconosce confini al proprio operare. Come ha scritto Rav Lord Jonathan Sacks, ex Gran Rabbino di Inghilterra:

“Siamo qui per cambiare le cose, per ricomporre le fratture del mondo, un po’ per volta, un atto per volta, per tutto il tempo necessario affinché possa essere un luogo di giustizia e compassione dove le persone sole non siano sole, i poveri non siano senza aiuto, dove il grido dei vulnerabili sia oggetto di attenzione e coloro a cui viene fatto un torto siano ascoltati. ‘Le necessità fisiche di un altro sono il mio obbligo spirituale’, ha detto un mistico ebreo”.

Sulle alture del Golan, nell’ospedale da campo allestito dall’IFA, le parole di Rav Sacks sono messe in pratica ogni giorno.

Niram Ferretti, Progetto Dreyfus, 27/10/2016

 

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