Si tratta di perenni costellazioni dell’anima, incistamenti irriducibili, o meglio psicopatologie ideologiche. Dalla adesione operativa alla Brigata XXVIII marzo, il commando responsabile dell’omicidio di Tobagi, a quella mentale nei confronti di Hamas e Hezbollah c’è una certa continuità. Al posto dello Stato borghese da abbattere c’è quello ebraico, che per Giordano e i suoi accoliti rappresenta comunque un nuovo condensato del male. Trattasi di transfert. Gli irriducibili che vivono di allucinazioni una volta che uno dei loro sogni si dissolve, (lo Stato borghese è ancora in piedi), lo sostituiscono con un altro sogno, di slittamento in slittamento. Giordano è l’antitesi di Marco Barbone, lui sì convertito e liberato dagli incubi del passato. Barbone, fondatore della Brigata XXVIII marzo, dal terrore armato è infatti passato a Comunione e Liberazione dopo essere diventato cattolico. Un percorso esemplare che sarebbe piaciuto a Dostoevskij.  Giordano invece ha seguito un altro percorso. Sempre il medesimo, ma in forma diversa. Il suo debito con la giustizia lo ha già pagato. Quello con la realtà è ancora tutto da scontare.

E’ intervenuto infatti ieri sulla sua pagina Facebook riportando il seguente comunicato nel quale il suo pensiero splende di luce propria:

Comunicato del Fronte Palestina Milano sulla provocazione dei nazisionisti romani:

Un appello farneticante e demenziale su L’Informale, un sito sionista che glorifica i peggiori criminali della storia, come ad esempio il terrorista Ariel Sharon. Sharon fu l’ideatore dell’orrenda strage di palestinesi e libanesi nei campi di Sabra e Chatila.

Persino la Commissione delle Nazioni Unite suggerì le dimissioni di Sharon, mai attuate.

Il 31 dicembre 1983, durante il discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini, dopo essere stato a Sabra e Chatila, condannò con dure parole gli esecutori dell’eccidio di massa: «Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. E’ una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. E’ un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società».

Giusto per ricordare chi sono gli eroi dei sionisti.

L’appello è firmato dall’associazione “Solomon-Osservatorio sulle Discriminazioni” e aggredisce violentemente un’attivista milanese del BDS, oltre a intimare alle autorità politiche milanesi di impedire la partecipazione dell’attivista e del BDS al corteo del 25 aprile.

Senza senso del ridicolo, i sionisti cercano di capovolgere la realtà com’è loro costume.

Il 25 aprile è di tutti i democratici, gli antifascisti, in particolare di quelli che sostengono i movimenti di liberazione di popoli sotto occupazione, come i sionisti fanno da oltre 70 anni coi palestinesi. Oggi, in primo luogo, di quei movimenti che sostengono la lotta di liberazione del popolo palestinese dalla occupazione sionista, razzista e genocida. Gli estensori di questo appello vile e delirante, pretendono di intimidire le istituzioni reclamando spudoratamente l’esclusione dall’esercizio della democrazia di chiunque ostacoli il processo di colonizzazione di Palestina.

Riteniamo il BDS un mezzo di lotta scelto dai palestinesi e che noi, insieme alle altre forme, sosteniamo senza se e senza ma. Così come portiamo la nostra solidarietà all’attivista vilmente aggredita, come Il 25 aprile è di tutti i democratici, gli antifascisti, in particolare di quelli che sostengono i movimenti di liberazione di popoli sotto occupazione, come i sionisti fanno da oltre 70 anni coi palestinesi.

Anche questo 25 aprile saremo in piazza a dire no alla presenza sionista nel corteo che ricorda la Resistenza italiana contro ogni forma di oppressione.

Contro l’occupazione, con la resistenza.

Fronte Palestina Milano              

12 Aprile 2017

Bene. Giordano deve provare un intenso piacere a sentirsi parte di un nuovo Fronte, non armato, questa volta, se non delle idee. Fa un certo effetto leggere da parte di chi ha partecipato all’assassinio di Walter Tobagi un appello, ai “democratici” e agli “antifascisti”. Perché sia chiaro, per i piccoli travet dell’ideologia criogenizzata come costui, quella dei palestinesi è una lotta resistenziale contro il “fascismo sionista” essendo il “fascismo borghese” non più di moda.

L’estensore del comunicato non è molto forte in storia, ed è emblematico vedere come ricorra al lessico irrigidito dal rictus dei demonizzatori abituali. Israele accusato di “nazismo” e “genocidio”, “colonizzazione”, “razzismo”, insomma tutto l’apparato verbale confezionato da Mosca in combutta con gli Stati arabi dal 1967 in poi.  I ventuno anni passati in carcere avrebbero potuto servirgli per documentarsi e acculturarsi, evidentemente ha preferito fare altro.

Non manca nel comunicato una delle icone preferite dalla sua combriccola, Ariel Sharon, accusato addirittura di essere “l’ideatore dell’orrenda strage di palestinesi nei campi di Chabra e Chatila”, quando l’episodio è interamente da ascriversi alle falangi libanesi, come stabilì in via definitiva la Commisione Kahan il 16 dicembre del 1982. Commissione che indicò la responsabilità indiretta di Sharon per avere sottovalutato le conseguenze di un possibile intervento falangista. Ma per il membro del Fronte Palestina Milano, egli ne risulta l’ideatore. Come resistere alla affatturante fabula di Israele nero?

L’articolo che abbiamo dedicato a questo individuo ha un solo scopo, quello di mostrare con evidenza da che parte stanno e con chi si associano coloro i quali si scagliano contro Israele cercando di trasformare il 25 aprile, occasione durante la quale sfilerà la Brigata Ebraica, in un pretesto per riscrivere la storia. Erano infatti i nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale che promuovevano l’agenda antisionista e antisemita del Mufti di Gerusalemme, Amin-al Husseini e della “resistenza” araba, così come sono oggi gruppi terroristici fondamentalisti come Hamas e Hezbollah che ne continuano l’opera, dichiarando apertamente la loro intenzione di distruggere lo Stato ebraico. Ma chi “lotta” per la “resistenza” e la “libertà” non si fa alcun problema ad aggregarsi ai propugnatori del totalitarismo islamico. D’altronde sono coloro i quali, a sinistra, discendono per filiazione dalla linea maestra e genocida di Lenin, Stalin, Mao e Pol Pot, a loro volta tutti combattenti per la disalienazione dalle contraddizioni della storia.

Niram Ferretti, L’Informale, 14/04/2017

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.