Distruggere le reti monetarie dei terroristi, intercettando il flusso di denaro nelle mani dei nemici”, questo era l’obiettivo della task force israeliana Harpoon che per molti anni ha lavorato nell’anonimato rintracciando la provenienza di fondi destinati a gruppi terroristici come Hamas e Hezbollah ma anche verso al-Qaida e lo Stato islamico.

Harpoon è nata nel 1996 per volontà di Meir Dagan che all’epoca dirigeva l’ufficio antiterrorismo israeliano. Nel 2002 Dagan è stato nominato capo del Mossad dal Primo Ministro Ariel Sharon e da quel momento Harpoon è entrata a far parte del servizio di intelligence israeliano diventando operativa. Il suo biglietto da visita era “follow the money, target the money, and kill the money”.

Composta da banchieri, avvocati, rappresentanti dei servizi segreti israeliani (Mossad, Shin Bet, A’man), della Polizia nazionale, delle Forze di Difesa di Israele (IDF), dei servizi doganali e di altri ministeri, la task force di controterrorismo finanziario rispondeva esclusivamente al Primo Ministro e al Direttore di Mossad.

Harpoon impiegava sia tradizionali tecniche di intelligence che sofisticati attacchi informatici e non si limitava solo a colpire i terroristi e le loro risorse, ma si rivolgeva anche ai mediatori dei terroristi.

Le attività di Harpoon e la sua battaglia finanziaria portata avanti sotto copertura contro i terroristi, è descritta – con molti dettagli e particolari inediti – nel libro “Harpoon: Inside the Covert War Against Terrorism’s Money Masters”, pubblicato il 7 novembre da Hachette Books.

Gli autori Nitsana Darshan-Leitner e Samuel Katz durante la stesura del volume si sono avvalsi della collaborazione di Dagan prima della sua morte avvenuta a marzo del 2016.

Inoltre hanno avuto modo di parlare con alcuni agenti di Harpoon che hanno “detto solo le cose che al momento possono essere rivelate”.

La squadra di abili agenti dell’intelligence e non solo, con in testa l’ufficiale del Mossad Meir Dagan, minava i mercati neri e confiscava i fondi destinati alle cellule terroristiche riducendo in questo modo, notevolmente, gli attacchi contro lo Stato ebraico.

Tra le attività segrete portate avanti da Harpoon a difesa di Israele, vi sono operazioni finanziarie che hanno fatto perdere a gruppi terroristici decine di milioni di investimenti, raid su banche legate al finanziamento di kamikaze, uccisioni mirate di finanziatori di gruppi terroristici.

Un esempio che viene citato nel libro riguarda i kamikaze reclutati da Hamas per attacchi in Israele a cui gli veniva fatta la promessa di pagamenti permanenti alle loro famiglie.

Le operazioni di Harpoon hanno interrotto i pagamenti, minando la capacità di Hamas di trovare persone disposte a farsi esplodere a cui si aggiungeva anche l’impossibilità di comprare i materiali necessari per far esplodere gli autobus.

Harpoon ha anche interrotto un traffico di droga che Hezbollah gestiva in Sud America per finanziare i suoi sforzi contro Israele e gli Stati Uniti.

Nel 2006 durante la guerra in Libano, Harpoon ha identificato un certo numero di banche che erano state utilizzate per finanziare Hezbollah.

Queste banche, presenti a Beirut, sono state colpite dalla forza aerea israeliana con bombe da 500 libbre cadute da F-16 e F-15 impiegati in incursioni segrete.

Gli autori del libro sostengono che siano stati distrutti circa 100 milioni di dollari, oltre ai danni provocati ai computer delle banche.

“Una volta che le banche sono state cancellate”, ha affermato Darshan-Leinter, “Hezbollah è rimasto senza soldi e ha accettato il cessate il fuoco”.

Un altro episodio raccontato nel libro risale al 23 agosto del 2014. Harpoon aveva saputo che Mohammed el-Ghoul, responsabile del libro paga di Hamas, doveva trasportare con la sua auto 13 milioni di dollari in contanti verso Gaza. El-Ghoul riceve i soldi e qualche istante dopo essere salito sulla sua macchina, un missile israeliano ha fatto esplodere l’auto. “Mancando i fondi – dicono gli autori – Hamas ha successivamente chiesto un cessate il fuoco e la guerra a Gaza è finita 48 ore dopo”.

CHI SONO I DUE AUTORI

Nitsana Darshan-Leitner è attivista e avvocato israeliano. È presidente di Shurat HaDin, un centro legale con sede a Tel Aviv che ha rappresentato centinaia di famiglie delle vittime del terrorismo in cause legali in tutto il mondo.

Samuel Katz è scrittore ed esperto di operazioni speciali e antiterrorismo. È autore di oltre 20 libri, l’ultimo è “Under Fire – The Untold Story of the Attack in Benghazi”.

Clara Salpietro, Progetto Dreyfus, 20/11/2017

 

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