Un commento di Davide Romano

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C’è una regola che tanti benpensanti stentano a capire, riguardo al Medio Oriente: vince (o sopravvive) il più forte. Sì, lo so, non è bello a dirsi. Ma qualcuno davvero pensa che il Costa Rica (unico Paese al mondo senza esercito) resisterebbe più di una settimana vicino alle spietate dittature dell’area? E’ la legge della giungla, che noi europei stentiamo a comprendere perché dimentichi del nostro passato e accecati dalla nostra visione di fratellanza con tutti, inclusi i più spietati massacratori. E così i nostri “esperti” ci hanno propinato la favola delle primavere arabe che sarebbero finite col fare nascere rigogliose democrazie. Quella del ritiro degli USA dal Medio Oriente che avrebbe risolto tutti i problemi. Come prima ancora quella del ritiro di Israele da Gaza, che avrebbe avviato a soluzione il problema palestinese (pace in cambio di terra, ricordate la formula magica? Nessuno ne parla più, oggi). Di tutte queste analisi fallite non resta nulla, tranne gli esperti che continuano a salire sul pulpito sbagliando nuovamente le analisi.

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Una città siriana distrutta

Dov’è l’errore? semplice: in Medio Oriente il vuoto (creato dal ritiro di truppe o dalla caduta di regimi) viene riempito da chi è meglio armato e organizzato. A questa regola non si sfugge. Lo sanno bene i cristiani, che da secoli senza uno Stato che li protegga, sono quasi scomparsi. Lo sanno gli Yazidi, i zoroastriani e i curdi, giusto per fare qualche nome. Gli ebrei invece, perseguitati per secoli anche in Medio Oriente, hanno capito la lezione e grazie anche a un po’ di fortuna (cosa che è mancata ai curdi, per esempio) sono alla fine riusciti a costruirsi uno Stato come Israele che è in grado di proteggere i propri abitanti: siano essi ebrei, musulmani, cristiani o di altre minoranze religiose. Dunque chi oggi piange i massacri in Siria (dopo 7 anni di guerra e più di mezzo milione di morti) rifletta su chi stermina e massacra. Su chi permette che questo accada. E su taluni dei nostri politici che si fanno vedere sorridenti a stringere mani con questi macellai, magari indossando pure il velo per non urtare la loro grande sensibilità.


Davide Romano
Conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica – Milano

informazionecorretta.com

 

2 Responses to Una semplice regola

  1. ennio ha detto:

    io non mi sento italiano ma per cause molteplici sono obbligato a viverci, sono cattolico e religioso ma ammiro Israele per la civiltà, per le Leggi, per la ricerca e lo sviluppo ma sopratutto per la democrazia che vi si trova, per la convivenza che si verifica e dopo sette viaggi in Israele li verrei essere sepolto visto che non posso trasferirmici. L’anali di Davide è precisa e vivida , la condivido per intero peccato che altri giornalisti no si esprimono come lui, che siano dei “cortigiani vil razza dannata” per citare Rigoletto

  2. Claudio (Torino) ha detto:

    “Israele è in grado di proteggere i propri abitanti: siano essi ebrei, musulmani, cristiani o di altre minoranze religiose”
    Qualsiasi persona di buon senso si accorge di quanto è vera quest’affermazione presente nell’articolo.
    D’accordo che l’Israele moderno sia uno stato giovane, però non si può negare che abbia conosciuto un solo tipo di governo: quello democratico, sinonimo di libertà per tutti, anche per quei cristiani che criticano Israele (chiarisco per l’ennesima volta che anch’io sono cristiano).
    Se dunque io fossi apolide e volessi provare a chiedere la cittadinanza ad un Paese, comincerei ad informarmi sulla storia dei vari stati per orientarmi verso quello che mi dà maggiori garanzie di libertà e democrazia:
    l’Italia, la Spagna, i paesi del Sud-America hanno conosciuto lo squallore dei regimi fascisti;
    la Germania ha vissuto l’aberrazione del nazismo;
    la Cina, la Corea del Nord, Cuba … vivono le ingiustizie e l’intolleranza del comunismo reale;
    gli Stati Uniti hanno applicato e giustificato a lungo lo schiavismo;
    i Russi hanno vissuto un totalitarismo dietro l’altro, che si trattasse di zar o di comunismo;
    una situazione analoga anche per i paesi dell’Europa orientale;
    i paesi africani hanno provato e talvolta provano tuttora instabilità e totalitarismi.
    nei paesi dove domina l’Islam, prevale anche l’aberrazione dell’intolleranza e talvolta della barbara sharia.

    Verso quale paese orientarsi dunque?
    Non resta che Israele e pochissimi altri, di cui però non mi fiderei come sento di poter fare verso Israele.

    Come mai dunque così tante critiche verso Israele? Forse che ci sia della malafede?

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