Riportiamo da LIBERO – Milano di oggi, 07/11/2012, a pag. 37, l’articolo di Enrico Paoli dal titolo “Partigiani rossi e Pd litigano sulla mostra dei partigiani ebrei”.

Il movimento Bds e i gruppi che diffondono l’odio contro Israele in Italia si oppongono alla mostra sulla storia della Brigata ebraica a Lodi. La sezione Anpi di Lodi si schiera con gli odiatori antisemiti. Ecco il commento di Davide Romano, Presidente del Museo della Brigata ebraica in Italia:

“Dunque Memoria Antifascista [una delle sigle che diffondono odio contro Israele e si oppongono alla mostra] manifesterà contro chi ha combattuto ed è morto per sconfiggere il nazi-fascismo. La mostra di Lodi sulla Brigata Ebraica vuole solo ricordare una pagina della storia d’Italia e della Liberazione: quella scritta dagli ebrei sionisti che peraltro avevano una caratteristica particolarmente nobile: erano tutti e 30 mila volontari. Solo a 5 mila di loro fu permesso di combattere sotto le insegne della Brigata Ebraica, gli altri si arruolarono nell’esercito britannico ordinario. Noi vogliamo ricordare questi eroi e raccontare una pagina di storia. Dispiace vedere come tutti i combattenti che hanno partecipato alla Liberazione possano essere ricordati senza problemi, tranne uno specifico gruppo. A 80 anni dalle leggi antiebraiche, il pregiudizio e la discriminazione non sono morti. E insieme ad essi un’altra eredità del fascismo resiste: la pericolosa tendenza a volere riscrivere la storia per motivi politici”.

Non ci risultano proteste dai partiti nè dalle associazioni che dovrebbero difendere le posizioni pro-Israele. Ecco l’articolo:

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Cronaca di Enrico Paoli, la dichiarazione di Davide Romano

Lodi, con i suoi favorevoli e contrari, pro e anti, rischia seriamente di diventare un po’ come il birillo rosso del bar centrale di Foligno («il Mediterraneo è il centro del mondo, l’Italia è il centro del Mediterraneo, Foligno è il centro dell’Italia, il bar centrale è al centro di Foligno, il biliardo è al centro del bar centrale e il birillo rosso – che è al centro di quel biliardo – è dunque il centro del mondo») di scalfariana memoria: il perno del dibattito politico. La mostra dedicata alla Brigata ebraica, appoggiata dall’Anpi di Milano, ma osteggiata dalla sezione lodigiana che viene duramente contestata dal Pd cittadino, creando un cortocircuito epocale, e le contestazioni al regolamento comunale che avrebbe reso più difficile, almeno questa è la teoria dei detrattori dell’amministrazione comunale, l’accesso ai servizi scolastici agli extracomunitari, hanno trasformato Lodi nel birillo rosso della Lombardia. E il meglio, registrando gli eventi e i commenti, rischia di dover ancora arrivare. Partiamo dalla mostra. Venerdì sarà inaugurata, nei locali dell’ex Chiesa dell’Angelo, la mostra «La Brigata Ebraica in Italia e la Liberazione (1943-1945)», curata da Stefano Scaletta, Cristina Bettin e Samuele Rocca, promossa dal Comune di Lodi con il Comitato Provinciale di Milano dell’Anpi e l’Associazione Centro Studi Nazionale Brigata Ebraica.

La sezione lodigiana dell’Associazione nazionale dei partigiani, sostenendo che si tratta di manifestazione a favore di Israele, ha detto no. Anzi, ha pensato di organizzare una contro manifestazione. Il Fronte Palestina, di cui fa parte anche Francescano Giordano, che fatto parte della Brigata 28 marzo (responsabile dell’omicidio di Walter Tobagi, avvenuto il 28 ma; o 1980 a Milano. Condannato a 30 anni e 8 mesi, in appello divenuti 21 anni, Giordano ha finito di scontare la pena nel 2004) ha organizzato un presidio in piazza Broletto per boicottare la mostra. Vista la situazione, che rischia di farsi sempre più incandescente, il Pd ha pensato bene di rivolgersi ai lodigiani, in particolare alla locale sezione dell’Anpi, in modo tale da rivedere il proprio giudizio.« La mostra è un utile contributo alla conoscenza di una realtà storica che fa parte a pieno titolo della vicenda della lotta di Liberazione e della Resistenza», afferma Andrea Ferrari, segretario del Pd di Lodi, «ma che alla gran parte dell’opinione pubblica è purtroppo tutt’ora poco nota. Si tratta di una realtà che non può non essere riconosciuta e che è sbagliato negare o mettere in secondo piano rispetto ai giudizi di qualsiasi natura che si possono avere sulla storia e sull’attualità dello scenario mediorientale e del ruolo centrale rivestito in quello scenario dallo Stato di Israele». Un affondo, quello dell’esponente dem, che lascia pochi spazi all’immaginazione. E all’interpretazione. Tanto che il segretario rimarca che l’iniziativa «non può e non deve diventare terreno di contrapposizione politica, né un malinteso pretesto per rimarcare divergenze che non hanno nulla a che vedere con le pagine di storia nazionale italiana scritte con sacrificio e abnegazione da persone che hanno partecipato al riscatto del Paese e all’affermazione della libertà e della democrazia». E se il Pd invita i partigiani a rivedere le proprie posizioni, la Lega ne approfitta per inchiodare la sezione lodigiana dell’Anpi alle proprie responsabilità. «E incredibile e insensato il boicottaggio contro la mostra sulla Brigata Ebraica», afferma Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega, «non lasceremo che un pugno di fanatici rovini i nostri rapporti con Israele e mi riprometto di visitare la mostra quanto prima», conclude Grimoldi. E se la mostra non vi interessa, il 17 è in programma un flashmob, con pentole e cucchiai, contro il nuovo regolamento comunale che avrebbe reso più difficile l’accesso ai servizi scolastici agli extracomunitari.

 

 

informazionecorretta.com

 

One Response to Brigata ebraica: no dell’Anpi alla mostra a Lodi, riscritta la storia dagli odiatori

  1. ennio carobolante ha detto:

    Alcuni vogliono cancellare Israele dalla carta geografica, altri vogliono cancellare gli ebrei dalla faccia della terra, altri poi vogliono cancellare le pagine della storia nazionale o mondiale. Non sono intolleranti ma malati, sono ludopatici che giocano al mettersi in mostra come dive dello spettacolo, esibizionisti e fanatici.
    Che senso ha l’Associazione Nazionale Partigiani combattenti e reduci dopo quasi 80 anni dalla fine della II guerra mondiale?
    Sarebbe da chiudere e chi vuole si faccia pure il suo partito antitutto e antifascista ma senza usare metodi fascisti e nazisti.
    A chi non interessa la mostra vada al cinema o altrove, ove crede ma senza diventare il bullo del paese

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