halimi1302266Testata: Informazione Corretta
Data: 13 febbraio 2013
Autore: Ugo Volli.
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.
Cari amici,
sette anni fa, il 13 febbraio 2006, a Parigi moriva ammazzato un ragazzo francese di 24 anni, la cui famiglia aveva origini tunisine. Il suo nome era Ilan Halimi. Moriva per scontare un torto, quello di essere ebreo. Una banda di teppisti islamici l’aveva sequestrato pensando di guadagnarci dei bei soldi dato che, si sa, gli ebrei sono ricchi.(http://www.focusonisrael.org/2009/06/11/omicidio-ilan-halimi-parigi-daniel-pearl/) Il fatto è che la famiglia Halimi era modesta, la madre faceva la centralinista, lo stesso Ilan lavorava come commesso in un negozio di cellulari per guadagnarsi da vivere.
Ma i soldi, per la banda, erano solo un obiettivo, l’altro era umiliare, torturare e uccidere un nemico.  Lo presero in trappola grazie all’imbroglio di una ragazza che gli aveva dato un appuntamento, lo tennero prigioniero per tre settimane, lo torturarono in molti modi, coi coltelli, col fuoco, con le percosse.
L’autopsia, effettuata il 14 febbraio, ha rilevato bruciature sull’80% del corpo, numerosi ematomi e contusioni, una ferita da taglio alla guancia e due alla gola. La conclusione dei medici è stata “Nessun colpo è stato mortale”.
È l’insieme delle violenze e delle torture subite durante i 24 giorni che ne hanno causato la morte alla quale hanno contribuito anche il freddo (è stato tenuto nudo in un appartamento senza riscaldamento in pieno inverno) e la fame.  (http://it.wikipedia.org/wiki/Ilan_Halimi).
Lo vedo in una foto (http://ilblogdibarbara.wordpress.com/2013/02/13/ilan-halimi-sette-anni-fa/), è un ragazzo normale, un bel ragazzo, vitale, allegro, contento della vita. A trasformarlo in un cadavere martoriato ci pensò la “Banda dei Barbari”, composta da una ventina di persone e capeggiata da Youssouf Fofana, un fondamentalista islamico di origine ivoriana, che ha tentato più volte di rapire ragazzi ebrei perché secondo il capo “gli ebrei hanno i soldi e sono solidali tra loro”. Il tribunale ha riconosciuto l’antisemitismo come aggravante all’accusa di rapimento a scopo di lucro. La polizia sospetta che la “banda dei barbari” abbia effettuato nel 2004 anche numerosi tentativi di racket nei confronti di medici e liberi professionisti sempre ebrei e che la stessa abbia avuto anche un legame con altri analoghi tentativi esercitati nel 2002 verso alcuni dirigenti aziendali, a nome di uno pseudo gruppo palestinese.“ Lo stesso Fofana sottoposto a un processo tenuto accuratamente sottotono dalle autorità francesi, ha tenuto un atteggiamento di sfida, proclamando il suo odio e la sua volontà di continuare a uccidere gli ebrei.
Nei sei anni che sono passati da allora, infatti, i Fofana si sono moltiplicati. Hanno ammazzato i bambini di Tolosa, fatto saltare il pulmann di Turisti a Burgas, compiuto mille atti di aggressione e di violenza, sono riusciti a eliminare praticamente la comunità ebraica norvegese, fuggita tutta in seguito a mille aggressioni e angherie.
Chi accusa di esagerazione l’uso del concetto di Eurabia e pensa che sia insensato parlare di un’aggressione islamica agli ebrei del mondo, dovrebbe essere costretto a guardare le foto di Halimi, prima e dopo la cura della “religione della pace”. Perché il problema non è “la Palestina”, che non c’entrava né con le vittime né con gli assassini,  è l’Islam. Guardate qui, se ne dubitate: se gli ebrei non sono umani, sono animali disgustosi, come dice questo imam tunisino (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/162940#.UMOMMCDI4DB.email), ucciderli non è affatto un crimine. E se ogni buon musulmano deve seguire la strada di Muhammad, per quanto riguarda gli ebrei questo percorso porta proprio al genocidio (http://summitisrael.org/why-muslims-must-hate-jews-by-nonie-darwish/).
La strage dei Fogel                          Daniel Pearl            Ilan Halimi

Ricordare un morto è sempre inadeguato, in particolare se è la vittima di un omicidio efferato come questo: non gli restituirà la vita. Ma dimenticarlo è molto peggio. Bisogna sapere, per cercare di evitare una ripetizione che appare oggi quasi inevitabile. Io una proposta ce l’avrei e ve la dico, pur sapendo che non sarà certamente accolta da tutti i buonisti che hanno interesse a seppellire il male nel passato e a ignorare le sue manifestazioni contemporanee. Bisognerebbe cambiare ogni anno la data del Giorno della Memoria. L’anno prossimo farlo il 13 febbraio, l’anniversario di Halimi. Quello dopo il 22 sempre di febbraio, quando ricorre la morte di Daniel Pearl, massacrato dagli islamisti in Pakistan. Quello dopo ancora il 19 marzo, anniversario della strage di Tolosa. Una settimana prima l’anno successivo, per ricordare la famiglia Fogel di Itamar. E così via. In questa maniera la celebrazione della memoria della Shoah perderebbe gli aspetti puramente rituali che le si sono accumulati addosso e ricorderebbe di nuovo la sua verità: che c’è un percorso di eliminazione del popolo ebraico, che va avanti da secoli e non si è certo fermato con l’apertura dei cancelli di Auschwitz.
Questo è il senso della morte di Halimi, al di là della malvagità criminale dei vari Fofana. E questo dobbiamo sforzarci di non dimenticare.
 

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