La decisione dell’Unesco di non legare all’ebraismo il Muro del Pianto e il Monte del Tempio è non solo sconcertante ma anche ridicola. L’Unesco con questa decisione ha probabilmente deciso di riscrivere la Bibbia e anche centinaia di anni di libri di scuola. Non me ne vogliano i funzionari dell’Unesco se paragono questa decisione a quelle prese da coloro che più volte nella storia millenaria hanno perseguitato e quasi sterminato il popolo ebraico. Io non so se sia una decisione presa per politica, per convinzione o per ignoranza e non so neppure quali delle condizioni sarebbe la peggiore. Nel primo caso l’Unesco entrerebbe in un campo che non gli è proprio. L’Unesco deve tutelare la storia e non riscriverla. Altrimenti nella apocalittica ipotesi che l’Isis non sia sconfitta, tra decine di anni l’Unesco probabilmente considererebbe patrimonio storico da dimenticare il Crac des Chevaliers, Palmira, la Chiesa di San Simeone e le altre centinaia di siti archeologici presi di mira.

Nel caso in cui l’Unesco abbia preso la decisione per convinzione beh allora siamo di fronte a una decisione nazista. E la parola è stata ben soppesata. Nel caso in cui invece sia stata per ignoranza nel significato proprio del termine allora non capisco come dei non portatori di conoscenza possano tutelare il patrimonio culturale mondiale. Forse però è stata presa per un insieme dei tre fattori che compongono una parola: ipocrisia. Per blandire un mondo culturale che in quei luoghi sta diventando dominante e cercare facendo torto alla propria intelligenza e anche coscienza di cambiare la storia in modo da farla sembrare anche convinzione comune.

Per fortuna la mano invisibile dell’intelligenza umana molte volte supera la deficienza (nel senso latino di mancanza) intellettuale e culturale delle organizzazioni a essa preposta e ad esempio in Turchia secoli fa la bellissima e storica chiesa di Santa Sofia fu trasformata in moschea e poi in museo a protezione delle culture e della storia in essa custodite. Nessuno ha mai pensato di scrivere che Santa Sofia non era una chiesa e nessuno ha mai pensato che successivamente in Santa Sofia non si venerasse Allah.

Marco Carrai, Il Foglio, 15/10/2016

 

One Response to Gli sterminatori della cultura ebraica

  1. Claudio ha detto:

    Se questi von Braun dell’unesco (in questo caso volutamente scritto con lettera minuscola) fossero degli studenti rischierebbero una sonora “insufficienza”. O si è ignoranti o si è in malafede. Dov’erano i musulmani quando il popolo d’Israele tornò dall’Egitto nella Terra promessa? Dov’erano quando Salomone costruiva il tempio? Dov’erano quando Gesù girava per le strade di Gerusalemme?

    Riguardo alla moschea di Al-Aqsa, a mio parere, Israele si sta comportando molto bene, rispettando la fede e la sensibilità religiosa dei musulmani. E’ la scelta più opportuna, anche se, parlando istintivamente, in quel luogo ci vedrei molto meglio un quarto tempio, che avrebbe una sorta di sacralità anche per me, cristiano. L’ideale (un po’ ingenuo da parte mia) sarebbe stato che coloro che costruirono quella moschea lo avessero fatto in un altro luogo… ma la storia non si può cambiare. In questo caso credo si possa piuttosto parlare di usurpazione da parte musulmana di un luogo sacro ebraico.

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