LA VISITA ACCORDI COMMERCIALI E PROMESSE: VI AIUTEREMO

Gli egiziani salutano il turco Erdogan «nuovo eroe arabo» Il premier al Cairo: «Puniremo Israele» Boutros-Ghali L’ ex segretario Onu: «Nessun piano egemonico: la pace reggerà»

Battistini Francesco

Pagina 20 (14 settembre 2011) – Corriere della Sera

IL CAIRO – «Erdogan eroe!». Le gigantografie che lo salutano dal caos delle tangenziali. I tremila Fratelli musulmani che l’ osannano quando atterra. Gli studenti che l’ acclamano in università. «Il Gran Visir della Repubblica Ottomana», così ironizzano ad Ankara i giornali dell’ opposizione, atterra festoso come una rondine nella primavera araba. Con l’ accoglienza che si riserva a un uomo della provvidenza, e un po’ della previdenza: sei ministri e 170 imprenditori al seguito, accordi commerciali raddoppiati a 5 miliardi l’ anno, la promessa che «far nascere il nuovo Egitto comporterà qualche complicazione, ma siamo sicuri che insieme le supereremo». Insieme: Recep Tayyip Erdogan non delude il Medio Oriente che lo incorona nuovo eroe arabo, lui che arabo non è (sondaggio Pew Research Center: piace al 78% degli egiziani, al 72% dei giordani, al 64% dei libanesi, lo detesta il 95% degl’ israeliani),

e viene a dire quel che gli arabi vogliono sentire: viva le rivolte 2011, viva lo Stato palestinese che fra una settimana verrà votato all’ Onu, abbasso Israele che «si comporta come un bambino viziato». Il tour del Gran Visir è un rosario di gesti simbolici. Una cravatta verde islamico all’ arrivo, lo stesso podio che l’ Obama appena eletto usò per pacificarsi con l’ Islam, piazza Tahrir («la Storia s’ è scritta qui»), la più grande università sunnita del mondo, la Lega araba… Molta retorica. E molti messaggi. All’ ex amico siriano, Assad: «Le rivendicazioni non possono essere represse nel sangue». All’ assemblea Onu: «La Palestina non è un’ opzione, ma un obbligo, e prima della fine del mese la vedremo con uno status diverso». A Israele, del quale ha appena espulso l’ ambasciatore: «Un ostacolo alla pace, la politica aggressiva del suo governo minaccia l’ avvenire degli stessi israeliani». A chi blocca Gaza: «Un bambino che piange nella Striscia spezza il cuore d’ ogni mamma ad Ankara». Casomai non fosse chiaro, il premier turco si fa anticipare da un’ incendiaria intervista a un giornale egiziano, Al Shorouk , minacciando addirittura una guerra navale: «Israele ha violato tutte le leggi, si comporta nel Mediterraneo come se fosse un lago di sua proprietà», e se si tratta di proteggere le navi turche «la nostra Marina è preparata a gestire tutte le eventualità, comprese le peggiori». Propaganda o altro? In Israele sono preoccupati: i giornali già confrontano la potenza delle flotte e scoprono che quella turca è molto più grande. La giunta egiziana non dà troppo risalto alle parole anti-israeliane. «La Turchia vuole giocare un ruolo regionale che fino a poco tempo fa era dell’ Egitto», dice un politologo cairota, Adel Soliman, e questo alla lunga potrebbe infastidire: «Erdogan andrà anche a Tripoli e a Tunisi, ma nessuno dimentica che è stato fra gli ultimi a mollare Gheddafi e Ben Ali. E che, soprattutto, gli preme salvare 15 miliardi d’ investimenti turchi in Libia». «Non darei troppa importanza a chi vede un desiderio egemonico – dice al Corriere Boutros Boutros-Ghali, l’ egiziano che fu segretario generale dell’ Onu -. È una visita che rinforza la solidarietà nel Mediterraneo. Non vi leggo nemmeno un atto ostile a Israele. Egitto e Turchia hanno interesse a mantenere la pace con gl’ israeliani. Solo che vogliono riposizionarsi, ora che il Mediterraneo è cambiato. Questo è legittimo. Quante oscillazioni ho visto, da Camp David in poi… Ma un conto sono le parole, un altro i fatti. E i fatti ci dicono che quegli accordi di pace, lo sa anche Erdogan, alla fine non sono mai stati violati». Francesco Battistini RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il tour Crisi In seguito all’ operazione «Piombo fuso», scatenata da Israele nell’ inverno 2008-2009 per fermare il lancio dei missili da Gaza e, soprattutto, all’ assalto delle truppe speciali israeliane alla Freedom Flottilla, che ha provocato la morte di nove cittadini turchi il 31 maggio del 2010, Ankara ha lanciato un’ offensiva diplomatica anti-israeliana Avvicinamento In seguito al raffreddarsi dei rapporti diplomatici, un tempo molto stretti, con l’ ormai ex alleato, la Turchia guidata dal premier Recep Tayyip Erdogan ha iniziato un lavoro di avvicinamento con gli Stati del Medio Oriente trasformati dalla rivolte della «primavera araba» Prossime tappe Dopo l’ Egitto, il premier turco si recherà in Tunisia e in Libia: a tutti Ankara promette investimenti, accordi commerciali e politici Battistini Francesco Pagina 20 (14 settembre 2011) – Corriere della Sera

 

One Response to «Un bambino che piange nella Striscia spezza il cuore d’ ogni mamma ad Ankara»

  1. veronica ha detto:

    BLEAHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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