Testata: Informazione Corretta
Data: 03 dicembre 2011
Autore: Piera Prister

 

E’ un conforto pensare che Israele esista, viva e prosperi e che sia
difesa dalle forze armate di Tzahal, Israel Defence Forces,  pronte a combattere
e a vincere nella difesa del paese come gia’ nel 1948,  1956,  1967, 1973 e nel
1982, nelle intifade palestinesi e nelle guerre in Libano.
Anche noi guardiamo con stupore alla meraviglia di Israele che ha
avuto la forza di resistere attraverso i millenni alle forze avverse sempre
incombenti, affinando il suo pensiero a tal punto da essere capace d’usare un
moderno warfare e cyberfare nella difesa del paese per ritardare il processo
d’arricchimento dell’uranio dei mullah, solo mandando in tilt migliaia di
centrifughe, senza sparare un colpo.
Ben fatto! Israele…

Israele e’ la nostra sola speranza di democrazia e di civilta’ in un Occidente
che si avvia verso il declino, in ginocchio davanti ai petrodollari che invadono
le banche occidentali, che comprano  giornali e  network televisivi, e che in
nome del moderno multiculturalismo sono in grado di farci accettare come buona,
la penetrazione della Legge Islamica o Sharia, prospettandoci che magari in
Egitto quello dei Fratelli Musulmani sia un partito democratico.
I Fratelli Musulmani anche se sono acculturati professionisti e d’aspetto occidentale,
magari in giacca e cadillac come lo era Said Ramadan padre di Tariq, sono solo
dei fanatici islamisti, nipoti dei loro nonni antisemiti, autori di pogrom,
alleati dei nazisti e che aprirono l’Europa alla penetrazione islamista da cui
sono partiti i terroristi del The World Trade Center di New York.
Ora sono i diretti eredi del nazismo.
E’ un conforto pensare che Israele esista, viva e
prosperi e che sia difesa dalle forze armate di Tzahal, Israel Defence Forces,
pronte a combattere e a vincere nella difesa del paese come gia’ nel 1948,
1956,  1967, 1973 e nel 1982, nelle intifade palestinesi e nelle guerre in
Libano. “The same resilience will continue to ensure “THE GREATEST MIRACLE OF
MODERN TIMES” . (Yaakov Katz, military corrispondent and defense analyst for
J.Post e for Jane’s Defence Weekly).
Anche noi guardiamo con stupore alla
meraviglia di Israele che ha avuto la forza di resistere attraverso i millenni
alle forze avverse sempre incombenti, affinando il suo pensiero a tal punto da
essere capace d’usare un moderno warfare e cyberfare nella difesa del paese per
ritardare il processo d’arricchimento dell’uranio dei mullah, solo mandando in
tilt migliaia di centrifughe, senza sparare un colpo.
Ben fatto! Israele, di questo passo, mettera’ tutti nel sacco, ne siamo sicuri.
Tutti gli occhi ora
sono puntati verso Israele, come quelli di Barack Obama che ha chiesto a Bibi
Netanyahu d’essere avvertito nel caso l’amministrazione israeliana decidesse di
attaccare l’Iran in un pre-emptive attack.
Ma il PM israeliano ha risposto che se ne guardera’ bene dal farlo.
Quello che ci sgomenta e che tutti stanno
prendendo alla leggera la minaccia atomica iraniana, tutti tranne Israele,
incapaci come sono di discernere i confini tra il bene e il male.
“Time is running out” il tempo sta per scadere, con un’Europa tentennante e un Barack
Obama che se non prendera’ subito una decisione, sara’ ricordato dalla storia
come quel presidente di una grande nazione democratica come l’America che ha
permesso a dei pazzi come gli ayatollah con Khamenei in testa, di munirsi di
armi atomiche.
Ma finche’ esiste Israele nulla e’ perduto, Israele, uno
stato piccolo ma forte di millenni di storia e di civilta’, in cui la legge
mosaica di non uccidere, di onorare il padre e la madre, di rispettare il giorno
del riposo settimanale dalla fatica del lavoro per gli uomini e per gli animali,
ha influenzato per la sua universalita’ il mondo intero sin dalla notte dei
tempi.
E’ ora diventato uno stato moderno e avanzato in tecnologia
elettronica, e’ esperto nell’arte della guerra sui campi di battaglia e al
computer, e cosi’ ha perfezionato il suo potenziale bellico, la sua
difesa.
Che l’Iran abbia quasi ultimato i suoi ordigni di distruzione di
massa sembra chiaro e nessuno puo’ negarne l’evidenza ormai, compresa l’agenzia
AIEA che ha allertato anche coloro che fanno finta di niente.
Sono quelli che
si cullano all’idea che potrebbero scansarsi se il mondo crollasse loro addosso.
Potenza della stupidita’ di coloro che credono che sia piu’ importante farsi
amico un Iran governato da quei pazzi -come ieri tutti sostenevano quel pazzo
forsennato di Hitler- piuttosto che sostenere la causa di Israele e la propria
libertà.
Israele non si arrende, deve affrontare la prova da solo e sta
mettendo a fuoco nuove strategie belliche del terzo millennio, tramite
l’utilizzo di alta tecnologia informatica, elettronica e satellitare: (Wall
Street Journal, Jamsheed K. Chosky “How to Topple the Ayatollahs” Front Page
Magazine e American Thinker)
1) Una buona strategia militare che pero’ non
e’ nuova, e’ l’utilizzo della “misdirection”, l’arte di indirizzare il nemico
nella direzione sbagliata, cioe’di far credere a lui e a tutti gli altri che
colpira’ i siti nucleari iraniani quando invece si sta concentrando su ben altro
come per esempio, distruggere le Forze di Difesa Aerea iraniane, Iran’s
Air-Defence capabilities, quando ancora sono a terra, prima che possano
decollare, una tattica che Israele uso’ nel ‘67 in Egitto nella Guerra
vittoriosa dei 6 Giorni. Anche i missili di fabbricazione sovietica
S-300 SAMs e le rampe di lancio devono essere distrutti prima, tramite incursioni
aeree. E cosi’ anche le navi e i sottomarini nel Golfo Persico e negli stretti
di Hormuz. Israele potrebbe attaccare qua e la’ e poi di nuovo riattaccare,
disorientando il nemico, sfruttando sistemi sofisticati elettronici.
2) Israele, grazie alle sue spie satellitari, ai sofisticati GPS e ai suoi droni
telecomandati, potrebbe colpire i siti atomici uno dopo l’altro, dopo aver
scompaginato le forze armate paramilitari iraniane. Forse non e’ nemmeno
necessario distruggere quei siti atomici, sepolti in gallerie sotterranee,
basterebbe ostruirne il passaggio in entrata e in uscita, intrappolando chi gia’
sta dentro, tra scienziati e operatori ed impedendo ad altri di entrarvi. Ci
vorrebbe molto tempo prima di riaprire i passaggi e riattivare tutti i
congegni.
3) ll popolo iraniano inoltre e’ notoriamente filo-occidentale  ed
e’ pronto a sollevarsi contro il dispotismo dei mullah, data la repressione e
l’isolamento internazionale in cui e’ tenuto, chissa’ che non avvenga
prossimamente e quello sarebbe il momento di attaccare le postazioni dei
Guardiani della Rivoluzione e le forze paramilitari Basij che sono al servizio
di Ali Khamenei e del suo lacche’ Ahmedinejad e non degli Iraniani, prima che
possano nuocere, promuovendo l’abbattimento di quell’odiato regime.
Israele e’ isolato e non puo’ fare affidamento sugli Stati Uniti, il suo tradizionale
alleato, con un presidente Obama che non ha mai nascosto la sua avversione ad
Israele. Sappiamo che qui negli Stati Uniti la minaccia dei missili iraniani a
testata nucleare che potrebbero colpire citta’ americane, e’ sentita come seria
soprattutto negli ambienti militari e dall’opposizione che si raccoglie intorno
ai candidati presidenziali, ma sappiamo anche che Obama come Commander in Chief
non e’ convincente e non ha mai preso la decisione di attaccare per primo ma
preferisce accodarsi, come e’ avvenuto in Libia.
Il presidente d’Israele, Shimon Peres ha detto che la possibilita’ di un attacco militare contro l’Iran
e’ ora piu’ vicina di un’opzione diplomatica. “The possibility of a military
attack against Iran is now closer to being applied than the application of a
diplomatic option” e se il Mossad e’ dietro la recente esplosione alla base
missilistica iraniana, e’ chiaro che Israele si sta muovendo nella sua e
nell’altrui difesa. Proprio oggi 2 dicembre, il quotidiano israeliano Haaretz ,a
proposito, cosi’ titola la notizia: “The war against Iran’s Nuclear Program Has
already Begun”, la guerra contro il programma nucleare iraniano e’ gia’
iniziata.

 

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