Hamas continua a lanciare razzi. Israele risponde con i raid su Gaza. Gli Usa revocano il divieto alle compagnie aeree di volare su Tel Aviv.

Le sirene di allarme risuonano nella parte centrale di Israele, compresa l’area grande di Tel Aviv, e nella zona costiera.

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Sderot, israeliano guarda, dalla sua casa, con il binocolo verso la Striscia di Gaza

Segno evidente che il lancio dei razzi da parte di Hamas va avanti.
E Israele continua con le operazioni militari. La fine delle ostilità nella Striscia di Gaza è ancora lontana. E, fa sapere l’esercito, anche se si arrivasse a una tregua i famigerati tunnel che passano sotto il confine, utilizzate dai miliziani palestinesi per i loro attacchi improvvisi contro Israele, resterebbero un bersaglio da continuare a colpire. lo ha puntualizzato a nome del governo il ministro per la Scienza dello Stato ebraico, Yaakov Peri.

Il bilancio delle vittime è salito a 718 il numero dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza. Sono invece 32 soldati, due civili e un lavoratore thailandese le vittime dal lato israeliano, nelle ostilità in corso dall’8 luglio. L’ente federale statunitense per la sicurezza del volo (Faa) ha revocato il divieto alle compagnie aeree americane di volare sull’aeroporto di Tel Aviv, pur mettendo in guardia i vettori sulla “situazione assai instabile” della sicurezza. L’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv era stato sfiorato due giorni fa da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza. Il Brasile intanto ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Israele a seguito dell’operazione a Gaza. “Il governo brasiliano – recita una nota ripresa dai media israeliani – considera inaccettabile l’escalation di violenza. Condanniamo fermamente l’uso sproporzionato della forza da parte di Israele a Gaza”.

 

One Response to Israele, suonano le sirene d’allarme. La tregua è lontana.

  1. Stefano ha detto:

    Anche questa “guerra” finirà solo quando hamas finirà i missili, poi ci sarà un altra tregua che durerà finché avrà di nuovo riempito gli arsenali.
    Purtroppo Israele e i suoi sostenitori dispongono del peggior apparato di propaganda del mondo. In 66 anni non è ancora riuscito a far comprendere, che nel 1948 non sono stati gli ebrei a sciamare sulle case dei palestinesi, ma sono stati gli arabi che hanno cercato di buttare a mare gli ebrei che nella stragrande maggioranza erano nati, o vivevano decenni o comunque da molti anni nella regione, e che la “fuga” palestinese in seguito al contrattacco israeliano è stata in media di sette o otto chilometri, raramente oltre i 15 o 20. E che adesso l’obbiettivo delle milizie islamiche non è l’indipendenza dei territori, dato che gli basterebbe firmare la pace, e neppure la conquista di Israele, dato che è 750 volte più piccolo dei territori arabi, ma il perpetuamento del conflitto allo scopo di distrarre le loro opinioni pubbliche dal fatto che i 4-5.000 milioni di petroldollari che arrivano ogni giorno finiscono solo in pochissime tasche, e, per attuare una mobilitazione permanente che faccia da deterrente contro chiunque avesse l’idea di andare a prendersi il petrolio ai 2 dollari del suo valore reale, anziché pagarlo 110 al barile.

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