Testata: Informazione Corretta
Data: 28 maggio 2013
Autore: Ugo Volli

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

diciamocelo, alla faccia di Machiavelli e degli altri difensori della separazione fra etica e politica: in fondo è solo questione di morale. La nostra morale e la loro. La nostra moderna, segnata dall’illuminismo, diciamo pure ingenua. Per cui tutti gli esseri umani sono uguali e hanno gli stessi diritti, ciascuno nasce libero e ha diritto al perseguimento della propria felicità, ciascuno può credere e pensare ciò che vuole, non può essere perseguitato per le proprie opinioni o espressioni, è libero anche di fare ciò che desidera fino a che non danneggia gli altri, perfino gli animali e la natura nel suo complesso hanno diritti. La loro, orgogliosamente pre-moderna, per cui gli esseri umani NON sono uguali, gli uomini sono superiori alle donne, i musulmani agli altri, non vi è libertà ma sottomissione (questo significa Islam, sottomissione; e un musulmano è un sottomesso), non vi sono diritti da opporre alla verità assoluta del Corano, chi non vi appartiene merita solo disprezzo e umiliazione, anche se in maniera graduata dai popoli del libro fino ai pagani e agli animali.

Inutile dire che la loro morale è immensamente superiore alla nostra, tant’è vero che sta prevalendo e di noi non resterà se non un ricordo in via di cancellazione, com’è già accaduto ai popoli infedeli compresi nel dominio dell’Islam, dalla tribù ebraiche dell’Arabia sterminate da Maometto ai cristiani del Nordafrica, della Mesopotamia, della Turchia, agli induisti dell’India occidentale ecc. costretti nei secoli a morire a emigrare o a cancellare la propria identità convertendosi. Ma magari non basta, voi vi illudete di avere diritti e libertà, di poter essere di un’altra religione o atei o magari, se siete di sesso femminile di contare qualche cosa o se amate gli animali e la natura di rivendicare il loro valore: illusi…


Una protesta contro la discriminazione delle donne nell’islam

Vi dò allora qualche esempio della superiore morale islamica, di modo che possiate meditarci e finalmente pentirvi. Parliamo di donne, che sono il problema principale. Ecco, per esempio, lo sapete chi provoca i terremoti, che noi stoltamente prendiamo per naturali? Ma è chiaro, le donne, non tutte le donne in realtà, ma quelle “provocanti”, che la terra non sopporta sulla sua superficie (http://www.giornalettismo.com/archives/916767/le-donne-impudiche-provocano-i-terremoti/ ), o ancora peggio le adultere che non si sottomettono al legittimo potere del loro marito (http://www.guardian.co.uk/world/2010/apr/19/women-blame-earthquakes-iran-cleric ). Ce ne assicura un’autorità al di sopra di ogni dubbio l’Hojatoleslam Kazem Sedighi , con l’aggiunta dovuta al suo devoto allievo Ahmadinejad, che il prossimo terremoto colpirà l’immorale Teheran, anche se quella sarà certamente colpa dei sionisti.

Per questa morale superiore, le donne non devono essere immodeste, ma possono certamente prostituirsi, almeno se rispettano certe regole. Il trucco per questa prostituzione legale e, vi assicuro, moralissima è l’istituzione del “matrimonio a tempo”, un tempo che può durare anche pochi minuti. Non so se avete sentito parlare per esempio di quella fatwa, cioè decreto religioso, emessa dalle autorità islamiche in Tunisia per cui è lecito, anzi lodevole, anzi doveroso per le modestissime e non provocanti fanciulle locali intraprendere dei viaggi fino in Siria, allo scopo di contrarre matrimoni a tempo a ripetizione, immagino una decina a notte o magari di più, per intrattenere e appoggiare gli eroici combattenti islamici che vi agiscono (http://cnsnews.com/news/article/sexual-jihad-fatwa-urges-temporary-marriages-syrian-rebels).

Eroico, no? Ma i viaggi possono non farli loro, e i clienti (pardon, mariti provvisori) possono essere anche persone abbienti, non solo aspiranti martiri. E infatti, le statistiche del disastrato Egitto registrano una crisi tremenda del turismo (chi vorrebbe andare a far vacanza sul mar Rosso con la scelta fra farsi rapire per riscatto o farsi frustare per immoralità?); ma c’è un aumento del fatturato nel turismo proveniente dai paesi del Golfo e diretto ai villaggi del delta del Nilo, dove abbondano i fellah (contadini) affamati e soprattutto le loro figlie adolescenti, che è facile per questi “turisti” “sposare a tempo” in maniera che non provochino terremoti essendo rimaste prive di padroni: merito della Fratellanza Musulmana al potere che favorisce queste lodevoli unioni (https://now.mmedia.me/lb/en/reportsfeatures/tourism-marriage-under-the-muslim-brotherhood).

Più sono piccole queste “spose a ore”, meglio è. Sia perché in questa maniera si imitano le gesta del Profeta, che le sposava a 8 anni, se non sbaglio, e le penetrava a 12 (ma ci faceva sesso in altri modi anche prima), sia perché così si combatte la corruzione morale dilagante nel mondo. Ce lo spiega un imam algerino il cui nome voglio immortalare qui: è lo sceicco Chems Eddine, peraltro uno fra i tanti sant’uomini a difendere la virtù della pedofilia. Trovate qui (http://www.islamisation.fr/archive/2013/04/13/un-imam-algerien-defend-la-pedophilie-sur-une-chaine-nationa.html) le sue dichiarazioni.

E se questi paterni consigli non funzionano? Se qualcuno si ostina nell’immoralità? Non penserete mica che la soluzione giusta siano quegli innocui alberghi che noi chiamiamo prigioni, al massimo utile per richiamare alla vera fede gli ospiti islamici e addestrarli al combattimento, come ha sostenuto nei giorni scorsi quell’occidentalizzato, ma in fondo non cattivo musulmano di Tahar Ben Jelloun? No, ci vuole ben altro: taglio della mano per i ladri, frustate per chi beve una goccia d’alcol, lapidazione per le adultere, impiccagioni per gli omosessuali: questa sì che è giustizia! Non a caso, il braccio palestinese della Fratellanza Islamica e cuore della Resistenza contro i cattivissimi sionisti, ha proposto nei giorni scorsi al “parlamento palestinese” di istituire questo perfetto sistema giudiziario (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/167838#replies). Non ce ne sarebbe bisogno, in realtà, perché il profeta ha rivelato le leggi divine e non c’è bisogno di nessun parlamento per promulgarle. Ma accettiamo pure che l’autorità umana si impegni ad attuare quello che è scritto e ignoriamo l’atto di arroganza implicito nel fatto di un’istituzione umana chiamata a deliberare su temi del genere.

Dovrei proseguire a lungo, ma mi fermo qui: non voglio turbare la vostra fede con la noia. Sappiate che la questione fra noi e loro non è politica o territoriale, ma morale. E che loro hanno ragione, con la ragione delle frustate, delle lapidazioni, delle impiccagioni e magari anche dei terremoti – contro a cui la nostra “libertà” nulla può, non ha nessuna forza di persuasione. Rassegnatevi. O, se ve la sentite, resistete.

 

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