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Pubblicato da: Claudia De Benedetti

 

Si terrà a Messina dal 29 luglio al 5 agosto, con concerti, proiezioni di film e presentazione di libri

Anche in un paese come l’Italia dove nessuna persona seria si sogna di boicottare la cultura israeliana e anzi sono frequenti le apparizioni di scrittori, artisti e uomini di spettacolo israeliani, non accade spesso di vedere un festival tutto dedicato alla cultura israeliana.

Accadrà invece fra fine luglio e l’inizio di agosto a Messina, in una Sicilia di solito più sensibile alla vicinanza col mondo arabo: l’edizione 2012 dell’Horcynus Festival di Messinaintitolata “Memorie e futuro: tra fili di continuità e rivoluzioni” avrà Israele come paese ospite.

Dal 29 luglio al 5 agosto il Festival offrirà molti appuntamenti di grande fascino. Arriveranno a Messina Noa, Tsibi Geva e Raiz, verranno proiettate pellicole israeliane amate dal grande pubblico come ‘Il giardino dei limoni’ di Eran Riklise e Kedma – ‘Verso oriente’ di Amos Gitai, Valentina Carnelutti leggerà Primo Levi e Ruth Calderondell’Alma College di Tel Aviv proporrà una lettura contemporanea del Talmud.

Per la prima volta dalla sua nascita nel 2002 il Festival delle arti performative del Mediterraneo avrà una sezione dedicata alla formazione e all’incontro di giovani studenti provenienti da varie Accademie e Università italiane e straniere. La novità di questa formula risiede nel nuovo orientamento dell’Horcynus Festival che, dopo tanti anni di ricerca sulle estetiche del Mediterraneo dirette principalmente verso il mondo arabo inizia ad allargare i suoi orizzonti proprio presentando il vivacissimo e composito panorama della cultura israeliana nelle più diverse componenti, dal video alla pittura, dal teatro alla musica al cinema, fino al pensiero ebraico tradizionale.

La Fondazione Horcynus Orca da oltre cinque anni promuove percorsi internazionali di ricerca sulle estetiche del Mediterraneo (arti visive, cinema, letteratura), che più di ogni altra forma del sapere umano hanno la capacità di anticipare bisogni, desideri e visioni dei popoli e sulle economie sociali e solidali, da sviluppare nell’ambito dei contemporanei paradigmi dello sviluppo umano. L’obiettivo è stato ed è quello di creare spazi permanenti di incontro dove ripensare relazioni ed economie nel Mediterraneo, di creare un pensiero che si alimenti e promuova eguaglianza, coesione sociale ed espansione delle libertà delle persone.

Per le arti cinematografiche e performative il Festival è organizzato in sezioni: Arcipelaghi della visione (a cura di Franco Jannuzzi), che guarda attraverso rassegne tematiche alle cinematografie italiane ed europee; Punteggiature di arte Contemporanea (a cura di Martina Corgnati), che da anni studia e documenta l’arte contemporanea di matrice mediterranea. MigrAzioni tra terre e mare (a cura di Massimo Barilla), che esplora, attraverso il teatro contemporaneo, i temi dell’impegno civile e la nuova drammaturgia;  Musica nomade (a cura di Giacomo Farina), che riscopre le identità musicali del Mediterraneo attraverso un viaggio trasversale tra le sonorità dei popoli.

 

One Response to Un festival tutto dedicato alla cultura israeliana

  1. Anna Albano ha detto:

    Attendo l’organizzazione di un festival simile a Milano!

    Anna

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