Testata: Informazione Corretta Data: 22 gennaio 2013 Autore: Ugo Volli.

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli.

Cari amici,

dato che oggi ci sono le elezioni in Israele, ma fra un mese ci saranno in Italia e noi viviamo qui, permettetemi oggi di citarvi le dichiarazioni di un politico, un maestro della politica internazionale, come Massimo d’Alema, che fra l’altro parlava al Cairo, invitato al seminario che i “progressisti europei” hanno ritenuto bene di tenere sotto le ali del presidente Morsi, le cui dichiarazioni antisemite e biologicamente piuttosto bizzarre («Gli ebrei e i sionisti sono sanguisughe che attaccano i palestinesi, sono guerrafondai, discendono dalle scimmie e dai maiali»… sanguisughe discendenti da maiali? Mah… http://www.tempi.it/egitto-presidente-morsi-gli-ebrei-discendono-dai-maiali-e-dalle-scimmie-link-urlhttpwww-tempi-itvideogallerymorsi-gli-ebrei-discendono-dai-maiali-upviwafudiavideolink#.UP5KKkfwA2w) non sono mai state smentite nonostante le sollecitazioni americane. Al massimo Morsi, forse istruito da D’Alema su come trattare con i media, ha detto che sono state lette “fuori dal contesto”: sanguisughe discendenti dai maiali fuori contesto? Mah, com’è strana e fuori contesto la biologia dei fratelli musulmani… è vero che considerano abominevole Darwin, che fa parte del nostro “contesto” scientifico, mah…
Comunque i “progressisti europei” hanno pensato che fosse molto progressista riunirsi per parlare di Medio Oriente sotto le ali della fratellanza musulmana, che ha appena imposto una costituzione illiberale e islamista, rifiutata da tutte le opposizioni. Chissà perché i “progressisti” europei e non hanno una tale attrazione per le dittature, di cui sarebbero le prime vittime. Gli piacevano Mao e Stalin e Castro e i regimi vietnamiti e coreani questo si capisce, perché erano del giro e magari se fossero stati lì avrebbero fatto parte del “gruppo dirigente”, come si usa dire, cioè avrebbero avuto anche loro la dacia e la macchina e tutti i privilegi del caso. Ma gli piaceva anche Khomeini, non sono stati indifferenti al fascino di Assad e Saddam, e ora provano molta simpatia per i Fratelli Musulmani, che sono piuttosto regressisti, pensando che la forma ideale di vita e di politica siano i regimi medievali islamici e i comunisti di solito li fanno fuori come “atei”…
D’Alema comunque non si è sottratto, è andato anche lui a dare il suo intelligentissimo (come sempre) contributo ai “progressisti europei” che si genuflettono di fronte all’islamismo e ha discettato, dice l’Ansa in un lancio del 20 gennaio, si è occupato di ciò che definisce “conflitto israelo-palestinese”, per sostenere come sempre che “bisogna parlare con Hamas”. L’aveva detto già un anno fa, motivandolo col fatto che i regimi islamisti di Tunisia ed Egitto ci parlano ( http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/06/Alema_Medio_Oriente_Hamas_Giusto_co_8_120206032.shtml) e ora non ha certo cambiato idea, com’è ovvio da parte di qualcuno che in un momento storico di grande tensione, subito dopo il conflitto fra Israele e Hizbollah suscitato dal rapimento di soldati israeliani in territorio israeliano, si fece fotografare a braccetto con un leader di Hezbollah, un parlamentare che è il loro responsabile dei rifornimenti di armi.
E’ interessante l’argomentazione, che invece abbandona la vecchia “equivicinanza” fra Israele e le organizzazioni (terroristiche, aggiungo io) palestinesi, che D’Alema aveva detto di voler praticare da ministro degli esteri. Ha detto questa volta che “non si può «fare finta che la relazione fra i palestinesi fragili e divisi e i potenti israeliani sia su una base di parità»” e dunque bisogna schierarsi per i più deboli. E’ una teoria interessante, fra l’altro piuttosto condivisa nei media: il Davide Palestina contro il Golia Israele. Non si poteva sostenere nel ’44 che la relazione fra i potenti americani e russi e la fragile repubblica di Salò fosse su una base di parità (e dunque bisognava schierarsi per Salò?); non si può in generale sostenere che ci sia poarità fra gli eserciti degli stati democratici come Italia, Spagna, Gran Bretagna e le “fragili e divise” organizzazioni terroristiche come Brigate Rosse, Ira, Eta ecc. Dobbiamo intendere che l’attuale presidente della commissione parlamentare per i servizi segreti si sarebbe schierato per i terroristi in quanto “fragili e divisi” e soprattutto privi di bombardieri e carrarmati? Stento a crederlo, anzi lo escludo, ma a questo porta il suo ragionamento, se lo si prendesse alla lettera e lo si sviluppasse fino alle logiche conseguenze finali.
E del resto, se gli amici della Palestina e i sostenitori del riconoscimento di hamas da parte dell’Europa, per di più “progressisti” come D’Alema non sono certamente sostenitori del terrorismo fuori di Israele e dintorni, i terroristi nostrani sono certamente amici della Palestina e sostenitori di Hamas. Tant’è vero che qualche giorno fa, al funerale di Prospero Gallinari, il terrorista mai pentito che rivendicò di essere stato l’esecutore dell’assassinio di Aldo Moro, che si è rivelata una vera riunione dei nostalgici dei nostri anni di piombo, Curcio , Balzarani, Scalzone, No Tav (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/19/brigate-rosse-tutti-gli-ex-militanti-ai-funerali-di-gallinari-foto/474925/), ma anc he esponenti di Rifondazione e Italia dei Valori oggi presenti nella lista Ingroia (http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/169841/Esponenti_di_Rifondazione_Comunista_al_funerale_di_Gallinari_polemica_dellIdv.html), accanto alla “bandiera rossa con la falce a martello e la stella a cinque punte,” c’era naturalmente “anche una bandiera palestinese” (http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/gallinari-funerali-a-pugno-chiuso.aspx). E le storie dell’incrocio fra “rivoluzione palestinese” e terrorismo italiano sono troppe per essere raccontate qui, dall’addestramento degli italiani nei campi palestinesi in Libano, al trasporto di lanciarazzi palestinesi sul territorio italiano da parte di terroristi nostri, fino alle storie molto ambigue che continuano a uscire sulla strage di Bologna, forse una rappresaglia palestinese per la violazione del “Lodo Moro”, che consentiva ai terroristi palestinesi libertà di movimento e di organizzazione logistica in Italia, purché non colpissero obiettivi italiani, “a parte quelli sionisti”, cioè gli ebrei, come ha raccontato ampiamente l’ex presidente e ministro degli interni Cossiga prima di morire.
Insomma, senza dimenticare naturalmente che D’Alema negli anni delle Brigate Rosse era schierato contro di loro, in un partito che predicava la “fermezza”, bisognerebbe chiedergli se ha mai pensato che Israele, con sette milioni d’abitanti e una bella divisione politica al suo interno che si vede nelle elezioni in corso, fa fronte a 300 milioni di arabi e a un miliardo e rotti di islamici. Chi è debole e diviso, allora? E nelle cinque guerre che gli eserciti di numerosi stati hanno portato a Israele nei sessant’anni della sua esistenza e ancora gli minacciano continuamente, chi era Davide e chi Golia?
Ma la posizione di D’Alema e dei suoi simili “progressisti” non è davvero misurata sui molti e sui pochi, sarebbe infantile che fosse così. E’ una posizione politica, che sceglie una parta, da sempre la parte araba contro Israele e di volta in volta la motiva diversamente. Adesso la ragione è la “primavera araba”, che come D’Alema diceva già un anno fa, darebbe ragione ad Hamas, non solo contro Israele, ma anche contro i fratelli coltelli di Fatah. Resta il dubbio: ma davvero, solo perché in Tunisia e in Egitto (e anche altrove, grazie all’illuminata politica dell’amministrazione Obama) si affermano degli islamisti antisemiti e spregiatori dei diritti umani bisogna “favorire una riconciliazione politica all’interno della fazioni palestinesi” che significa la presa del potere della loro sezione di Gaza e dintorni e cercare di favorire il riconoscimento di Hamas da parte dell’Unione Europea, nonostante il fatto che la sua ideologia antisemita e razzista e il suo programma di eliminazione totale di Israele non siano cambiati affatto? Questo è quello che in sostanza continua a dire D’Alema, appoggiandosi al fatto che Hamas, come Hezbollah e come senza dubbio a suo tempo il fascismo e il nazismo sarebbero “movimenti politici” oltre che organizzazioni militari terroriste e avrebbero “sostegno popolare”. E questo è il punto di vista che sta sotto, posso capire, all’imposizione che tutta la sinistra, Bersani in testa, si vanta di aver fatto a Monti per riconoscere lo “Stato palestinese”. Ricordiamocene fra un mese quando si tratterà di votare.

 

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