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[b]uscito oggi 27 aprile su La Repubblica-Milano.[/b]

Come allo stadio. Stesse volgarità verbali, stessi fumogeni, stessa intolleranza, come i peggiori ultrà. Così si sono comportati gli autonomi che sono riusciti ad arrivare in piazza Duomo, di fronte al palco da cui ha preso la parola Letizia Moratti: il sindaco che ha reso omaggio alla Resistenza dopo dieci anni di triste silenzio del suo predecessore. Gli altri gruppuscoli che sono stati invece fermati in piazza San Babila, hanno dovuto "accontentarsi" di offendere la memoria della Brigata Ebraica.

Un ringraziamento particolare va quindi al coraggioso intervento riparatore del presidente della Camera: nel suo discorso Bertinotti ha elogiato sia la presenza della Moratti sia la memoria dei 5mila sionisti che parteciparono alla Liberazione del nostro paese dal nazi-fascismo. Parole doverose certo, ma che non tutti avrebbero avuto il coraggio di pronunciare in quel modo, in quella piazza. Tutto questo però deve portare ad un´ulteriore riflessione: perché il 25 aprile non può essere una festa nazionale, di tutti, come avviene nei paesi normali? Si sa, il nostro è un paese diviso. Lo stesso presidente della Repubblica Napolitano – così come il suo predecessore Ciampi – sta cercando proprio per questo di ricostruire una memoria condivisa. Ma se tutto questo lavoro di ricostruzione viene offuscato dalle intemperanze di questi hooligan della memoria, sarà il caso di correre ai ripari.
Non è accettabile che sparute minoranze riescano a trasformare quello che potrebbe essere un giorno di festa in un giorno di tensione. Come animatore della Brigata Ebraica non posso non denunciare che, a causa di questi gruppuscoli, la comunità ebraica debba essere protetta da un cordone delle forze dell´ordine per partecipare al giorno della Liberazione. Come gli inglesi hanno fatto tornare gli stadi dei luoghi adatti alle famiglie, così anche noi dobbiamo difendere il diritto di tutti a partecipare al 25 aprile, senza tensioni. Ma c´è una cosa che mi preoccupa ancora di più: il crescente numero degli episodi di estremismo. Lo scorso anno si inneggiò alla morte dei nostri soldati a Nassiriya, domenica abbiamo visto striscioni e appelli di solidarietà alle nuove Brigate Rosse, oltre che slogan contro il pm Bocassini che segue le indagini. Tutto questo incitamento all´odio e alla violenza va affrontato prima che sfoci in qualcosa di più serio. La ricorrenza del 25 aprile è un´importante occasione di festa e di approfondimento storico: non possiamo rischiare che venga deturpata al punto da divenire una sorta di circo dell´intolleranza.

DAVIDE ROMANO

 

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