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I bambini di quasi tutto il mondo – quelli fortunati che possono andare a scuola – si apprestano,

con feste e recite, al loro ultimo giorno di scuola, prima delle tanto sospirate vacanze estive. A Gaza la scuola è terminata il 31 maggio e i piccoli, emozionati, hanno invitato i loro genitori ad assistere alla recita di fine anno.

L'emozione dei bambini della scuola materna ed elementare Al-Mujamma' al-Islami (Società Islamica) era ancora più grande poichè sapevano che a riprenderli ci sarebbe stato il canale televisivo “Al-Aqsa” che avrebbe poi trasmesso, via satellite, tutta la loro festa.

Al-Mujamma' al-Islami è un istituto presitigioso, che fa parte della rete di infrastrutture sociali di Hamas nella Striscia di Gaza.

E così, vestiti in tuta mimetica e con il volto coperto dai passamontagna, i bambini imbracciano orgogliosi le armi di plastica e incominciano la recita al grido: “Non c’è altro Dio al di fuori di Allah”. Il video, raccolto da un istituto israeliano di antiterrorismo, può essere visionato sul sito: http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/html/video.htm

I piccoli inneggiano ai valorosi soldati di Hamas, si esibiscono in esercizi di addestramento militare e in combattimenti. Poi gridano in coro: “Chi è il nostro modello?” “Il profeta Maometto”; “Qual è il nostro destino?” “La guerra santa!”; “Qual è il nostro più grande desiderio?” “Morire per Allah”; “Qual è il nostro riferimento?” “Hamas”.

Eppure i testi della tradizione islamica sono molto chiari in merito al suicidio, che è il più comune sistema di "combattimento" messo in atto dal braccio armato di Hamas nei confronti degli israeliani, oltre al lancio di missili Qassam: si tratta di un peccato mortale ed è punito con la dannazione eterna sotto forma di ripetizione senza fine dell'atto stesso. Si legga, a questo proposito, un passo tratto dalle tradizioni del profeta: “Il Profeta disse: Chiunque si uccide con una lama sarà straziato da quella stessa lama nelle fiamme dell'inferno. Il Profeta disse anche: Chi si impicca si impiccherà nell'inferno, e chi si accoltella si accoltellerà nell'inferno…Chi si butta giù da una montagna e si uccide, si butterà giù nelle fiamme dell'inferno per sempre e senza fine. Chi beve del veleno e si uccide porterà in mano quel veleno e lo berrà nell'inferno per sempre e senza fine…Chi si uccide in qualsiasi modo sarà straziato in quel modo nell'inferno…Chiunque si uccide in qualsiasi modo in questo mondo sarà straziato allo stesso modo nel giorno della resurrezione”. Altro che paradisiache delizie di vergini…

Tuttavia il movimento di Hamas è noto per il lavoro di incitamento all’odio e l'istigazione al "suicidio combattente" dei bambini palestinesi attraverso i canali televisivi, i siti web, e i giornalini pensati per l’infanzia. Addirittura Topolino è stato recentemente adoperato per inculcare nei piccoli l’ideologia mortifera di Hamas. Un'ideologia degna soltanto del peggior Arafat – bel Nobel per la pace davvero – che non ha mai esitato a chiudere le scuole per "permettere" ai ragazzini di sciamare per le strade, durante gli scontri con gli israeliani, in modo tale da avere vittime minorenni da sbandierare al mondo quale dimostrazione più che evidente della crudeltà israeliana.

Il modo aberrante di operare degli islamisti di Hamas, proprio nei confronti dei bambini palestinesi, dovrebbe dunque imporci più di una riflessione: quale pace potrà mai nascere con simili interlocutori, che non esitano a distruggere ogni speranza di crescita sana dei loro stessi figli negando loro il fondamentale diritto alla verità? Come ha sostenuto, parlando proprio dei leader di Hamas, la scrittrice e regista palestinese Liana Badr, sostenitrice del partito “Terza Via” (pro negoziati con Israele e riforme interne), “Vogliono riportarci al Medioevo, hanno la stessa mentalità dei Talebani afghani…A Gaza [in nome della legge islamica] un gruppo di Hamas ha ucciso una ragazza, già sposata in base ai documenti, ma prima della celebrazione, in auto con il proprio compagno e la sorella. Mangiavano un panino”.

Corteggiare Hamas – come del resto anche Hizbullah e qualsiasi altra organizzazione terroristica – sostenendo che bisogna “comprenderne le ragioni”, come ha sempre fatto il Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, significa farsi beffe non soltanto delle vittime israeliane del terrorismo palestinese, ma anche farsi beffe dei diritti basilari dell’infanzia.

Daniela Santus

 

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