E' il suggestivo [b]Portico d'Ottavia di Roma[/b], luogo dell'antico quartiere ebraico, lo sfondo della personale del grande artista israeliano [b]Menashe Kadishman[/b] che, inaugurata da [b]Ermanno Tedeschi[/b] lo scorso 12 febbraio e curata da [b]Arturo Schwarz, [/b]proseguirà fino al prossimo 3 aprile.

Il percorso espositivo consiste in un'unica grande installazione "site specific" costituita da oltre 150 tele dove l'artista ha ritratto, con i colori e i tratti tipici dell'espressionismo, allegoriche e fantasiose immagini di pecore che, sistemate su supporti posati lungo il pavimento della galleria, creano sotto gli occhi dello spettatore l'effetto di un gregge immaginario dal profondo simbolismo biblico.

Un soggetto peraltro già noto a chi conosce Kadishman e la sua arte: l'opera ricorda infatti l'esperienza di pastorizia vissuta dall'artista stesso negli anni 50 in un kibbutz, ma anche la sua precedente e famosa performance allestita in occasione della Biennale di Venezia del 1978, quando le pecore presentate al pubblico, e macchiate di blu, non erano dipinte ma vive.

Pittore e scultore noto sul panorama internazionale dell'arte, Menashe Kadishman, attualmente considerato uno tra i maggiori protagonisti dell'arte contemporanea, rappresenta l'anello di congiunzione tra gli artisti israeliani del Novecento e gli esponenti della nuova generazione.

Nato a Tel Aviv nel 1932, ha completato la sua formazione artistica a Londra, dove è rimasto influenzato dal minimalismo. Le sue opere, dal forte impatto emotivo e visuale, sono infatti spesso caratterizzate caratterizzate dall'uso di materiali "poveri", quali il legno, il ferro, e la tela.

Menashe Kadishman ha esposto in Europa, Israele e Stati Uniti, e le sue opere compaiono nelle maggiori collezioni private e pubbliche di tutto il mondo.

[b]Menashe Kadishman[/b]
Ermanno Tedeschi Gallery Roma
Via del Portico d’Ottavia, 7
Fino al 3 aprile 2008
Lunedì 15.30/20
Martedì/Venerdì 10/13-15.30/20

 

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