[b]Ultimi giorni[/b] di apertura per la mostra "[b]Di me e d'altri possibili[/b]", dedicata alla straordinaria figura del pittore, scrittore, editore e collezionista torinese [b]Mario Lattes[/b], in corso fino al [b]12 marzo[/b] all'[b]Archivio di Stato di Torino[/b], in Piazza Castello 209.

[i][b]Orario: martedì/sabato 10-19 – domenica 14/18
Ingresso libero[/b][/i]

Nelle quattro sale del percorso espositivo, i visitatori incontreranno le opere pittoriche e gli scritti appartenenti all'abitazione di [b]Mario Lattes[/b] in via Calandra. Intellettuale dagli ampissimi interessi culturali, si dedicò per molti anni alla casa editrice fondata nel 1893 dal nonno Simone. Durante le leggi razziali del 1938, all'azienda viene imposto per ordine ministeriale di mutare il nome ebraico in Elit (Editrice Libraria Italiana Torino), costringendo il presidente e i dirigenti a dimettersi, e Mario Lattes si rifugia a Roma fino alla liberazione, periodo che descriverà nel romanzo "[b]Il borghese di ventura[/b]", edito da Einaudi.

Collezionista e gallerista, negli anni '50 esponele opere di artisti francesi e tedeschi di tendenza neocèzanniana e post-cubista, e successivamente si accosta alla pittura quasi per caso, passando da esperienze informali ad uno stile espressionista e, per un certo periodo, surrealista. Di questa sua ricca produzione la mostra espone una settantina di dipinti, raggruppati in una sequenza tematica.

Sono inoltre presenti i manoscritti delle sue poesie, dei romanzi, e alcune copie della rivista «[b]Galleria di Arti e Lettere[/b]», che fondò nel 1953 assieme ad Albino Galvano, Vincenzo Ciaffi e Oscar Navarro.

 

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