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di [b]Fiamma Nirenstein[/b]

Cari amici,

Vi ringrazio per i vostri cortesi messaggi, ma abbiate un attimo di pazienza: delle elezioni ci sarà tempo per parlare tra qualche giorno. Intanto mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista su altro importante argomento.
Nei giorni scorsi si è svolto a [b]Gerusalemme[/b] il [b]Global Forum per combattere l'antisemitismo[/b], a cui ho preso parte nel panel che si occupava di intellettuali e università. Non voglio dilungarmi su un argomento che tutti conosciamo bene. [b]Mi limito a un’osservazione che può essere interassante da sviluppare con i vostri commenti…[/b]

L’antisemitismo è cresciuto ed ha cambiato qualità: da quando è diventato progetto genocida nei confronti di Israele, come espresso da Ahmadinejad in compagnia di Hezbollah e Hamas, da quando è diventato negazione della shoah, da quando si è fatto palesemente antisraelianismo e antisionismo fino a mettere costantemente in discussione la legittimità dello Stato d'Israele, lo possiamo chiamare "[b]antisemitismo pratico" o "fattuale" o "operativo"[/b] nel senso di intenzioni genocide. Questo atteggiamento minatorio è piaciuto a tutte quelle frange, di destra e di sinistra, che accettano che la violenza non sia più un discrimine morale, che vogliono dialogare con tutti: Hamas, cannibali, negazionisti… per convincerli a stare buoni. Come se fosse possibile. E che nello stesso tempo sognano una palingenesi rivoluzionaria che stavolta si realizzerà sul filo della lama dell’Islam, contro il capitalismo e l’imperialismo.

Ma non a caso abbiamo chiamato i gruppi estremisti che sono su questa linea “frange”.

Infatti, il main stream dell’intellettualità europea, anche di sinistra, [b]è rimasto shoccato e stupefatto dall’atteggiamento genocida di Ahjmadinejad e dei suoi amici.[/b] E’ pronto a biasimare Israele, accusa “l’occupazione” di essere l’origine di tutti i mali, magari ritiene che per amare Israele veramente devi anche essere di sinistra, e tuttavia non ci sta quando l’identificazione fra odio per Israele e odio per gli ebrei diventa evidente, [b]e diventa genocida[/b]. Lo si è visto in Italia molto chiaramente dalle reazioni a tre episodi: quello del rifiuto del Mufti della Moschea di Roma a recarsi alla Sinagoga nel Giorno della Memoria, quello della guerra contro il Salone del Libro di Torino, dedicato quest’anno a Israele nel suo 60esimo anniversario, e quello della lista dei professori accusati di essere di fatto stranieri, israeliani infiltrati per egemonizzare la cultura italiana e ridurre l’Italia a una provincia israeliana.

Questi tre episodi hanno creato [b]un’ondata di reazioni filoisraeliane mai viste prima[/b], tre vacche sacre come la libertà religiosa, la libertà di espressione e la libertà di insegnamento sono state aggredite con atteggiamenti estremisti antisemiti. E la società, i suoi giornali, intellettuali, la gente comune, non c’è stata. Ha risposto picche: [b]il Salone si farà e il Presidente della Repubblica lo inaugurerà, i professori seguiteranno a spiegare che Israele è uno Stato legittimo e sovrano senza farsi intimidire.[/b] Dunque, esistono degli spiragli per combattere l’antisemitismo. Gli italiani sono viziati da una lettura antisemita delle vicende israeliane, ma non sono drogati fino a diventare antisemiti genocidi. Si può lavorare.

[i](Fiamma Nirenstein)[/i]

 

2 Responses to Quando l'antisemitismo "operativo" disgusta l'Europa

  1. Admin ha detto:

    Sino a quando saremo costretti a subire il ricatto delle forniture di petrolio ,sino a quando per proteggerci da azioni terroristiche consentiremo che il nostro paese resti base sicura per cellule terroristiche Israele non potrà contare assolutamente su un nostro appoggio concreto. Solo davanti ad una strage i nostri politici ,timidamente e genericamente, si schierano a fianco d'Israele, salvo poi dimenticarsene subito non appena Israele cerca di difendersi. Le cose sono destinate a peggiorare, i milioni d'immigrati di fede islamica finiranno per condizionare sempre di più la nostra politica nei confronti d'Israele. Ma prima o poi i conti dovranno farsi

  2. Admin ha detto:

    Gli italiani non vivono sotto attacco da 60 anni.
    Sono quindi portati, per il loro pacifismo generalizzato, a ritenere eccessive le reazioni israeliane nei confronti dei palestinesi.
    Ritengono che anche agli attacchi sanguinosi che vengono portati ad Israele si debba rispondere con moderazione ed in forza delle leggi internazionali, magari con un intervento dell'ONU.
    Non sanno, o fanno finta di non sapere, che ne' l'ONU ne' nessun'altra entità (NATO) interviene a protezione dell'aggredito.
    Prova lampante il genocidio nel Darfur, ultimo di tanti genocidi in cui nessuno intervenne.

    Se Israele non difendesse con le armi la propria esistenza, nessun paese ne prenderebbe le difese, neanche gli USA, che pur lo appoggiano, ma che sono pronti a correre a Gerusalemme per invitare il governo a mitigare gli interventi militari.

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