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[b]Nella casa dell'architettura dal 20 al 24 settembre[/b]
(ANSA) – ROMA, 18 SET – Presentato in Campidoglio il 1/o Festival internazionale di letteratura ebraica, dal 20 al 24/9 nella Casa dell'architettura,a Roma. A cura di Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, il festival nasce dalla sfida di provare a fare di Roma il centro promozionale della letteratura ebraica. Il festival ha anche promosso un concorso letterario: sono stati raccolti piu' di 300 inediti sull'ebraismo e il vincitore, Mario Pacifici, sara' premiato nel corso del festival.

E’ scritto nel Talmud che ogni uomo nel corso della propria vita dovrebbe fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. In un certo senso, si tratta di tre modi diversi di garantire e preservare la nostra esistenza: portando avanti la specie, nutrendo il nostro pianeta, creando per noi stessi una cultura. Non c’è dubbio che da questi tre imperativi gli ebrei siano sempre stati attratti e si siano dedicati, con costante impegno e profonda passione, al terzo: scrivere.

La produzione letteraria ebraica è enorme, attraversa la storia, i confini e le culture, è veicolo di idee, anticipa o rilegge criticamente i grandi eventi sociali del mondo, è grido di dolore e di denuncia, contro la guerra, i soprusi, le discriminazioni, ma anche riso ironico per la sorte beffarda di noi esseri umani, spesso in balia di destini che talvolta è dato sopportare soltanto con una buona dose di umorismo. Seguendo il popolo ebraico nel suo lungo percorso, la letteratura diventa specchio del mondo, testamento per le nuove generazioni e finestra sul futuro: a volte amara e tragica, altre volte luminosa e ottimista, rimane sempre storia dell’eterna lotta, la lotta della nostra esistenza.

Ecco che per la prima volta a questo grande universo viene data una sua cornice propria: viene fatto a Roma con la prima edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. Scrittori di tutto il mondo, critici letterari, i protagonisti di maggiore spicco del panorama letterario ebraico si ritrovano in uno stesso contesto per raccontarsi, discutere assieme, condividere con il pubblico le proprie emozioni e le proprie storie, rispondere alle questioni più stimolanti, svelare i misteri della creazione artistica; e infine, forse, analizzare meglio il rapporto tra il mondo ebraico e il mondo che vive al di fuori di esso, due realtà che nel corso della storia sono sempre state unite e separate al tempo stesso, si sono attratte e respinte, guardate sì con curiosità ma anche a debita distanza, con spesso, come unico ponte, proprio quello della letteratura.

 

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