Fonte: [b]In difesa di Israele[/b]
[b]Comunicato Honest Reporting Italia 14 dicembre 2008[/b]

Che i palestinesi sono quasi tutti buoni e vittime innocenti e gli israeliani tutti cattivi, lo sapevamo già, naturalmente, ma forse non sapevamo esattamente QUANTO sono buoni e innocenti i palestinesi e cattivi gli israeliani. A riempire le nostre lacune provvede questa pagina ( ) di Televideo, che non possiamo riprodurre qui, in quanto il sito non consente di copiare i testi.

Dobbiamo pertanto invitare i nostri lettori a recarsi direttamente alla pagina in questione, mentre qui ci accontenteremo di qualche citazione. E iniziamo dal titolo: PALESTINA: I BAMBINI LE PRIME VITTIME. Perché in Israele invece no, evidentemente, di vittime non ce ne sono, e meno che mai fra i bambini.
Alla pagina 191 leggiamo delle paure dei bambini palestinesi, delle loro difficoltà, dei loro incubi: nessun accenno al fatto che tutto ciò è dovuto unicamente alla scelta palestinese di perseguire la guerra invece che la pace. E meno che mai si parla dei bambini israeliani vittime da sempre di un bestiale terrorismo. Vengono poi sparate alcune cifre sul presunto numero di vittime, naturalmente senza fornire alcuna fonte.
Alla pagina 192 ci viene raccontata l'esilarante storiella che a causa delle incursioni israeliane nel corso dell'anno scolastico 2007-2008 sono state perse 256 giornate di lezioni. Ora, considerando che in Italia i giorni di lezione in un anno sono poco più di 200 e uguali o poco di più in altri Paesi europei; considerando che anche i bambini palestinesi, si presume, faranno un giorno di riposo la settimana e avranno vacanze estive e festività religiose, la domanda è: se i soldati israeliani sono riusciti a fargli perdere 256 giorni di scuola in un anno, di quanti giorni saranno fatti gli anni palestinesi?
Alla pagina 193 veniamo informati che "Due terzi dei bambini e adolescenti dei Territori non hanno spazi sicuri dove poter giocare, svolgere attività socio-ricreative e interagire": effettivamente di spazio per giocare non ne deve restare tantissimo, con tutti i campi di addestramento militare e indottrinamento antiisraeliano e antiebraico per bambini che sia l'ANP che Hamas continuano a costruire. Ci viene narrato anche delle terribili condizioni del "campo profughi" di Jenin, tralasciando di ricordare che tale "campo" è sotto sovranità palestinese, e non sotto occupazione israeliana, da oltre un decennio: perché non è diventato un posto normale ed è invece rimasto un campo profughi nonché covo di terroristi?

Altre utili informazioni troviamo alla pagina 194, dove, tranne un rapidissimo accenno di una riga e mezza anche al conflitto interno tra Fatah e Hamas, apprendiamo che le uniche cause dell'impoverimento della popolazione sono l'occupazione e le incursioni israeliane. Il terrorismo no. Le scelte palestinesi no. Le politiche nell'Onu e dell'Unrwa no. E naturalmente a nessuna di queste anime belle viene da chiedersi dove siano finiti tutti i miliardi di dollari che gli abbiamo dato noi.
E a pagina 195 arriva l'immancabile mantra del diritto di Israele alla sicurezza MA rispettando la proporzionalità nella risposta (cioè? Facendosi esplodere in qualche bar, ristorante, pizzeria, locale pubblico palestinese? Facendosi esplodere sugli autobus? Lanciando missili su scuole e asili? Assassinando a sangue freddo neonati in braccio ai genitori o nella culla?) e distinguendo sempre tra civili e combattenti: è noto infatti che i terroristi portano ben visibili le proprie insegne in modo da non rischiare di essere confusi con i non combattenti! Ammettono infine, bontà loro, che anche i "gruppi armati palestinesi" (non sia mai che ci scappi di chiamarli terroristi!) violano il divieto di colpire le popolazioni civili (ma va?) e che, ebbene sì, in una occasione sono stati uccisi anche degli israeliani.
A questa massiccia dose di disinformazione non riteniamo di dover aggiungere altro, se non un ringraziamento a "In difesa di Israele" per la segnalazione della pagina e l'invito a inviare le proprie considerazioni a televideo@rai.it.

Invitiamo i nostri lettori a scrivere ai mass media per protestare contro servizi scorretti e faziosi, e a inviarci copia dei loro messaggi e delle eventuali risposte ricevute, presso HR-Italia@honestreporting.com

HonestReportingItalia vi invita inoltre a proporci eventuali critiche ai media per una possibile inclusione nei futuri comunicati. Assicuratevi di includere l'URL dell'articolo in questione o l'articolo stesso e invialo a: HR-Italia@honestreporting.com

 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.