Al tramonto di lunedi 9 marzo presso la Sinagoga Scolanova di Trani gli Ebrei pugliesi celebreranno Purìm con la prima lettura del Rotolo di Ester e offriranno dolci di Purìm.

A Trani iI digiuno di Ester inizia lunedi 9 marzo alle 5:37 e si conclude alle 18:55.

Siete tutti invitati alla Sinagoga Scolanova!

Purìm è una festa non istituita dalla Torà in ricordo della salvezza del popolo ebraico a opera della regina Ester.

Circa 2500 anni fa molti Ebrei esuli in Babilonia tornarono in Eretz Israel guidati da Ezra e Nehemia.

Tuttavia molti altri Ebrei scelsero di restare sotto Achashverosh (Assuero), re di Persia e Media. Assuero, dopo aver ripudiato la sua prima moglie fece convocare a corte le più belle ragazze delle 127 province sulle quali egli regnava; fu scelta una ragazza ebrea, Ester (il nome ebraico era Hadassa che significa mirto) che andò in sposa al re.

Ester era stata cresciuta da suo cugino e tutore Mordechai ma di entrambi il re ignorava che fossero parenti ed Ebrei.

Un giorno Mordechai seppe che alcuni servi congiuravano per uccidere il re: avvertì Ester e il complotto fu sventato.

In segno di gratitudine il re ricompensò Mordechai.

Ma il più potente consigliere del re, Hamàn (discendente di Amalèk, nemico del popolo ebraico ai tempi di Moshè) prese in grande odio sia Mordechai (che non si inchinava al suo passaggio) che il popolo ebraico cui Mordechai apparteneva (perché aveva leggi diverse da quelle di ogni altro popolo).

Tramite abili stratagemmi Hamàn convinse Assuero a firmare un editto in base al quale gli Ebrei sarebbero stati sterminati in tutto il regno.

Hamàn tirò persino a sorte (in ebraico pur) il giorno dell’eccidio: fu sorteggiato il 13 di Adar.

Anche questa volta Mordechai venne a sapere del piano efferato di Hamàn e chiese l’aiuto di Ester.

Benché la regina secondo l’uso del tempo non potesse presentarsi al re senza un suo invito decise ugualmente di rischiare; si recò da Assuero e lo invitò a un banchetto per il giorno dopo.

Durante il banchetto Ester smascherò Hamàn e rivelò al re e ai commensali la sua congiura contro gli Ebrei.

Allora il re ordinò che Hamàn venisse impiccato assieme ai suoi figli e che tutti gli Ebrei fossero liberi; la regina Ester a sua volta ordinò che da allora in poi gli Ebrei festeggiassero quel giorno che fu chiamato Purìm a ricordare il capovolgimento delle sorti di Hamàn e Israele.

Questo narra la Meghillàth Ester (Rotolo di Ester) letta in tale ricorrenza.

Alla vigilia di Purìm, il 13 di Adàr è uso digiunare come altrettanto fece per 3 giorni Ester.

La lettura della Meghillà (sia la vigilia che la mattina dopo) è accompagnata dal calpestìo rumoroso dei piedi ogni volta che viene nominato Hamàn. A Purìm, oltre al precetto di assistere alla lettura del Rotolo di Ester occorre adempiere alla mishlòach manòt (scambio di porzioni di cibo tra parenti o amici), alla mattanòt laEvionìm (offerte ai poveri, minimo due di essi) e alla seudàth Purìm (pasto di Purìm che si consuma dopo la preghiera pomeridiana).

In Israele la festa si prolunga anche al 15 di Adàr e viene chiamata Purìm Shushàn (Purìm di Susa).

L’uso è che si gioisca cantando, ballando e bevendo vino fin quasi al punto da confondere le due eslamazioni: arùr Hamàn (maledetto Hamàn) e barùch Mordechài (benedetto Mordechai).

Purìm è un appuntamento irrinunciabile per i bambini che in quest’occasione usano venire in Sinagoga mascherati non solo come segno di scherno nei confronti del perfido Hamàn ma anche per ricordare (soprattutto agli adulti) che spesso molti Ebrei cadono nell’errore di assumere usi e costumi sociali non ebraici.

Si assimilano ossia, appunto, si mascherano.

La storia della regina Ester, Ebrea costretta ad assimilarsi e nascondere la propria identità sin quando la propria e quella del popolo ebraico non fosse stata messa in pericolo, insegna che per gli Ebrei nulla può essere scambiato con l’identità religiosa, culturale e umana consegnataci dall’Ebraismo.

I Chachamìm (Dottori della Legge) insegnano che durante l’era messianica saranno cancellate tutte le feste ebraiche salvo Purìm.

Una preziosa riflessione su Purìm del Rav Prof. Shalom Bahbout

Fra le norme che regolano la lettura della Meghillàt Estèr (il rotolo dì Estèr), la seguente può sorprendere per la sua ovvietà: "Chi legge la Meghillà al contrario, non esce d'obbligo": non si adempie all’obbligo della lettura della Meghillà, se la si ascolta a lettura già iniziata.

Forse i Maestri intendono insegnarci che entrare nel Bet Ha-Kenesset non è come a un teatro o un cinema, dove si entra a volte a rappresentazione già iniziata, perché chi perde l'inizio della storia corre il rischio di fraintenderla o di non capirla affatto.

Rabbì Barùkh di Medzibodz così interpretava questa norma: "Così come in ogni generazione l'uomo ha il dovere dì considerare se stesso come se proprio lui fosse uscito dall'Egitto, allo stesso modo l'uomo deve capire che in ogni generazione ci sono Hamàn e Mordechai: quindi chi legge la storia di Ester al contrario, cioè come se quanto è avvenuto ai tempi di Mordechai e Hamàn riguardasse solo il passato, non ha adempiuto al precetto".

Secondo Rabbì Barùkh, Purìm è una festa che non solo è attuale e viva, ma, a ben guardare il cammino ebraico, ogni giorno è Purìm ("sorti" in ebraico), perché ogni giorno si giocano le sorti del popolo ebraico.

A parte la lettura della Meghillà, le azioni che l'ebreo è chiamato a compiere sono il banchetto, l'invio di cibi speciali agli amici, l'aiuto ai più bisognosi: questi comportamenti, ai quali possiamo anche aggiungere gli usi di mascherarsi e di alzare un po’ il gomito, riguardano soprattutto il corpo: infatti ai tempi di Estèr e Mordechai erano in gioco soprattutto le sorti del "corpo" d'Israele.

Chanukkà e Purìm, feste entrambe stabilite in epoca successiva alla Torà, sono tra loro complementari.

Chanukkà fu istituita per rafforzare nelle generazioni la coscienza che senza una spirito e una cultura ebraica viva, Israele non può avere futuro: Purìm ci ricorda la necessità di difendere con ogni mezzo il corpo di Israele, la sua stessa esistenza fisica.

Al di là delle apparenze, la storia di Estèr e Mordechai non è solo un episodio della storia ebraica, o una leggenda: è purtroppo un motivo ricorrente dell'esistenza ebraica.

Questa storia era però già scritta nella Torà, prima ancora della Creazione. Secondo il midràsh, al momento della creazione esisteva già il trono divino: tuttavia, fintanto che esisterà Amalèk, questo trono non potrà considerarsi completo.

Quando gli ebrei erano appena usciti dall’Egitto, Amalèk li aveva attaccati alle spalle e aveva fatto strage tra le persone più deboli: donne, i vecchi e i bambini: Israele però riuscì a contrattaccare e a sconfiggere Amalèk.

A conclusione della vittoria contro Amalèk, leggiamo nel libro dell’Esodo (17: 14-16): "Il Signore disse a Mosé: Scrivi in un libro il ricordo di questo grande avvenimento e trasmettilo oralmente a Giosuè, perché io ho stabilito di cancellare la memoria di Amalèk di sotto il cielo. Mosé costruì un altare che denominò: Il Signore è il mio vessillo. E disse: Il Signore giura sul Suo trono (kes Ya) guerra ad Amalèk di generazione in generazione".

Quindi, dopo la prima vittoria contro Amalèk, Dio stesso giura sul suo trono di cancellare Amalèk; ma, sia la parola trono che il nome divino usato dal testo sono incompleti: kes (trono) manca della alef e Ya (Signore) è composto solo dalle prime due lettere dei Tetragramma: il nome di Dio – sia Elokìm, che inizia con la alef, che Hashem, il Tetragramma – non sarà completo fin tanto che Amalèk, assurto a simbolo del male, non verrà eliminato.

Questa eliminazione non gioverà solo al popolo ebraico, che pure ne è stato la prima vittima, ma all'intera Umanità.

Compito dell’uomo è quindi quello di reintegrare la Alef del Trono divino, e, assieme ad essa, la Alef del nome divino Elokìm: il Nome sarà allora completo e la Alef tornerà ad essere la prima lettera della Torà.

Essa riconquisterà così il posto che le spetta, posto da cui era stata detronizzata dalla Bet di Bereshìt, la prima lettera della Torà.

Allora la alef di Adàm incontrerà la alef di Elokìm.

Con una delle loro affermazioni paradossali i Maestri aggiungono che "in futuro, nei tempi messianici, tutti i libri dei profeti e degli agiografi saranno annullati, escluso il rotolo di Estèr, che continuerà a esistere come la Torà scritta e come le norme della Torà orale, che non verranno mai annullate". Ciò nonostante, essi aggiungono, il ricordo di tutti i dolori legato ai molti Purìm della storia di Israele verrà cancellato.

 

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