Midrash Torà

Scialom Bahbout

Il malvagio Turno Rufo chiese a rabbì Akivà: "sono migliori le opere di Dio o quelle dell'uomo?" Gli rispose: "sono migliori quelle dell'uomo".
Turno Rufo gli disse: "guarda il cielo e la terra, può l'uomo fare cose simili?". Rabbi Akivà di rimando: "non mi parlare di cose che sono al di sopra delle capacità umane, sulle quali l'uomo non è in grado di dominare, ma parlami di cose che sono alla sua portata".

Gli chiese: "perché voi vi circoncidete?". Gli rispose: "Sapevo che era questa la domanda che volevi farmi e ti ho preceduto dicendoti che le opere dell'uomo sono migliori di quelle del Santo, benedetto Egli sia".
Rabbi Akivà gli portò delle spighe e dei pani. Gli disse: "Le spighe sono opera di Dio e i pani sono opera dell'uomo: questi ultimi non sono migliori delle spighe?"
Turno Rufo gli disse: "ma se Egli desidera la circoncisione, perché il bambino non esce già circonciso dal ventre materno?" Gli rispose rabbì Akivà: "ma allora perché il cordone ombelicale esce con il bambino, e rimane ancora legato al ventre materno ed è la madre a tagliarlo? E a proposito di quanto tu mi dici: "perché il bambino non esce circonciso?", ti rispondo: perché il Santo, benedetto Egli sia, ha dato le mitzvoth solo per purificare l'uomo. Perciò Davide dice (Salmi 18: 31): "la parola del signore purifica",
(Tanchumà, tazria 5)

Il Signore dice ad Abramo: "Cammina davanti a me e sii integro"(Genesi 17:1), ma immediatamente dopo gli dà l'ordine di circoncidere se stesso, il figlio Ismaele e tutti i suoi servi (Isacco non era ancora nato e la sua sarà la prima milà fatta all'ottavo giorno).

Integrità del corpo e circoncisione sembrano essere tra loro contraddittori. Rabbì Akivà risolve la contraddizione affermando che le opere dell'uomo sono migliori di quelle di Dio. Dio ha creato l'uomo affinché collaborasse con lui e facesse un continuo tikkun (riparazione in senso materiale e spirituale) della creazione, a cominciare da se stesso: alla circoncisione fatta dall'uomo seguirà poi quella operata da Dio stesso "Il Signore tuo Dio circonciderà il tuo cuore e il cuore della tua stirpe, per amare il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e tutta la tua persona" (Deuteronomio 30:6).

Ma qual è la differenza tra Noè, che pure era un uomo integro che camminava con Dio, e Abramo che camminava davanti a Dio e a cui viene chiesto di essere integro?

Martin Buber afferma (Shelichutò shel Aveaham in Darkò shel Mikrà, pag. 65-81): "Noè sta fermo nel suo posto nella natura, viene salvato dalle acque del diluvio ed è "uomo della terra" (Genesi 9:20) – Abramo percorre come avanguardia la strada della storia come annunciatore, come banditore del regno di Dio". Noè è stato salvato dalle acque, era quello che i hassidim chiamano "un giusto con la pelliccia" (nel senso che si preoccupava di stare al caldo, mentre gli altri soffrivano il freddo), mentre Abramo è stato scelto perché compisse una missione: "poiché io l'ho conosciuto affinché comandasse ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui e custodisse la strada del Signore per fare giustizia e diritto" (Genesi 18:19).

Questa missione è ancora in corso: il cambiamento dell'uomo non può avvenire con un processo, come il diluvio, imposto con autorità dall'alto – cosa che Dio stesso ammette essere destinato al fallimento – ma con una lenta azione esemplare ed educativa proveniente dal basso. L'umanità potrà così realizzare giustizia e diritto in maniera veramente stabile e, come dice la Torà a proposito di Abramo "attraverso di te saranno benedette tutte le famiglie della terra".

Scialom Bahbout

(Scritto per la comunità ebraica di Trani)

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Torà in rima

Massimo Foa

Lekh Lekhà

Genesi 12-1/17-27

Iddio disse ad Abramo: "Dal tuo paese
devi partire, ed a Canaan andare:
ai tuoi discendenti darò queste distese."
Là costruì al Signore un altare.

Ci fu nel paese una gran carestia,
perciò Abramo in Egitto si recò.
Là chiese a Sara di dire una bugia:
"Solo così salvare mi potrò!

Per la tua bellezza qui mi uccideranno:
che sei mia sorella è bene che tu dica,
così che sei mia moglie non sapranno,
e grazie a te io avrò salva la vita."

Sara venne condotta al Faraone,
per ciò di doni Abramo fu riempito,
ma il Signore lo punì per la sua azione
e il Faraone la restituì al marito.

Con Sara e Lot, figlio di suo fratello,
allora Abramo partì dall'Egitto,
ma il paese non conteneva questo e quello
e si separarono lungo il tragitto.

Lot scelse la pianura del Giordano,
ben irrigata per il suo bestiame;
nella terra di Canaan Abramo
si stabilì come suo reame.

Iddio disse ad Abramo: "Gli occhi alza,
ti darò tutto quel che puoi guardare:
la tua discendenza sopravanza,
come la polvere che non si può contare."

I re di quei luoghi si fecero guerra.
I vincitori presero la ricchezza
e i viveri di Sodoma e Gomorra,
e presero anche Lot, con stoltezza,

perché Abramo li inseguì e sbaragliò
e si fece restituire Lot e ogni bene,
che al re di Sodoma tutti poi lasciò:
"Non prendo nulla di ciò che ti appartiene!"

Dopo questi fatti, Dio ad Abramo: "Mai
devi temere, io son tuo scudo certo.
Grande ricompensa riceverai;
tu non hai figli, ma esci all'aperto:

osserva il cielo e conta le stelle,
se puoi contarle. Sarà, non aver timore,
la tua discendenza come quelle!
Abramo ebbe fiducia nel Signore.

Caduto in un torpore profondo e nero,
Dio gli disse: "I tuoi discendenti
dimoreranno in un paese straniero
per quattrocento anni dolenti,

ma punirò chi li avrà tenuti schiavi
ed usciranno con grande ricchezza.
Tu ti ricongiungerai con i tuoi avi
e morirai dopo tranquilla vecchiezza."

Sara, dal non aver avuto figli spinta,
disse ad Abramo di sposar la schiava
Hagàr egiziana che, rimasta incinta,
con disprezzo la padrona trattava.

A esser dura con lei Sara provò,
ma ella fuggì a una fonte nel deserto
dove un messo del Signore la trovò:
"Torna sottomessa, io ti avverto:

tuo figlio, che Ismaele chiamerai
perché il Signore ti ha ascoltata,
sarà selvatico e forte come mai
e discendenza numerosa sarà data."

Novantanove anni aveva Abramo
e Dio: "Una moltitudine sarete,
e fra me e voi un patto abbiamo:
che ogni maschio circonciderete.

Anche da Sara tu un figlio avrai."
Abramo chinò la faccia e rise un sacco.
"Sara partorirà davvero, vedrai.
e poiché hai riso, lo chiamerai Isacco."

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Kolòt-Voci – Newsletter di Morasha.it a cura di David Piazza
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