[b]Scrive Michele Giorgio sul MANIFESTO di oggi 06/02/2010[/b]

Fonte: Informazione Corretta

Per una volta ci auguriamo che quanto scrive Michele Giorgio sul MANIFESTO di oggi, 06/02/2010,a pag. 9, con il titolo " Hanno aiutato Goldstone, fermiamo quei traditori " corrisponda al vero. Nel senso che quanto Giorgio scrive, corrisponda a quanto avviene veramente in Israele. Era ora che si facesse chiarezza su chi < rema contro >, su chi collabora con il nemico, con una insensata idea di lavorare per la democrazia. Al contrario, come l'abbiamo scritto molte volte su IC, l'azione di queste Ong israeliane lavorano per distruggere l'unica democrazia presente nella regione. Altro che caccia alle streghe !
Ecco il pezzo di Giorgio, che le sue previsioni si avverino.

[b]l'ong israeliana e Richard Goldstone[/b]

Buona parte della stampa lo denuncia con allarme, la Knesset ne dibatte per ore: un nuovo insidioso nemicominaccia gli israeliani e le fondamenta dello Stato ebraico. È il New Israel Fund (Nif), un fondo presieduto dall’ex parlamentare del «Meretz», Naomi Chazan, che finanzia, con donazioni provenienti dall’estero, decine di ong israeliane attive nella tutela dei diritti umani e nella promozione della democrazia e dell’uguaglianza sociale ed economica, senza differenze tra cittadini ebrei e arabi. Dopo aver operato per oltre 30 anni senza problemi, il Nif si ritrova accusato di «tradimento» per aver svolto attività «a favore del nemico», ossia il giudice ebreo sudafricano Richard Goldstone che ha guidato l’inchiesta dell’Onu sull’offensiva israeliana «Piombo fuso» dello scorso anno a Gaza, in cui sono stati uccisi 1.400 palestinesi.La notizia di una prossima indagine parlamentare sull’«operato » del Nif, ieri apriva la prima pagina del quotidiano Jerusalem Post, vicino al governo, dopo che «Im Tirtzu», un’associazione di «studenti» sino ad oggi sconosciuta, ha portato alla Knesset una indagine dalla quale emerge che il 92% delle accuse fatte da Golstone ai comandimilitari israeliani sarebbe frutto di ricerche e testimonianze di attivisti di 16 ong ed associazioni israeliane, tra le quali Betselem, Associazione per i diritti civili in Israele (Acri) e Alternative information center. Il dibattito alla Knesset ha evidenziato una assoluta identità di vedute dei parlamentari di partiti di governo e dell’opposizione nell’inquadrare il Nif come un «nemico» da neutralizzare. A spingere per l’inchiesta parlamentare è soprattutto Otniel Schneller, un deputato di «Kadima », che da tempo punta l’indice verso le ong israeliane che «lavorano contro lo Stato». La stessa accusa formulata qualche settimana fa da «Ngo-Monitor », un gruppo nato per indagare sui finanziamenti «stranieri alle ong locali. Per Hagai El-Ad, il direttore di Acri, l’attacco al Nif è solo l’ultimo atto di una caccia alle streghe di stile maccartista volta a spegnere il dissenso in Israele, parallela ai recenti arresti di attivisti israeliani e palestinesi impegnati nella lotta non violenta all’occupazione. Tredici ong locali hanno denunciato la convocazione di loro operatori da parte dei servizi di sicurezza, dopo la presentazione all’Onu del rapporto su «Piombo fuso». E Ieri il Segretario generale dell’Onu ha riferito all’Assemblea generale i dubbi sull’imparzialità delle indagini con le quali sia Israele sia Hamas hanno risposto al rapporto Goldstone. Con un linguaggio molto prudente Ban-Ki-moon si è limitato a dire che «nessuna valutazione può essere espressa» sulla risposta al documento Goldstone da parte delle parti interessate». Il governo israeliano nei giorni scorsi ha presentato un controrapporto al Palazzo di Vetro e lanciato attacchi velenosi a Goldstone. Anche Hamas aveva bocciato l’indagine, accusando il giudice Onu dimettere sullo stesso piano aggressore e aggredito.

 

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