[b]Di Daniela Santus[/b]

Il 12 febbraio L'Unità ha pubblicato un'intervista a Scheper-Hughes, antropologa nota per essere stata più volte ospite delle prime pagine del Teheran Times con articoli violenti contro Israele, da lei accusato – senza prove – di traffico d'organi con connivenza governativa. Giorgio Israel e molti altri, in quell'occasione, avevano giustamente protestato chiedendo all'Unità una risposta. Così, ritenendo sempre di dover dar conto in primo luogo della buona fede delle persone (persino di quella dei giornalisti), ho provveduto a contattare L'Unità e a proporre un articolo su Scheper Hughes e sui danni che una simile accusa – che ci riporta direttamente all'antica accusa del sangue – avrebbe potuto provocare in lettori impreparati. Con viva soddisfazione da parte mia, Umberto De Giovannangeli ha letto il pezzo e mi ha assicurato la pubblicazione che, di fatto, … non è avvenuta! Probabilmente non gli è stato possibile, ho pensato. Troppi articoli in coda, può accadere.

Di fatto, però, lo stesso De Giovannangeli questa mattina presenta – sempre sull'Unità – un articolo palesemente fuorviante (o per lo meno acritico) dal titolo "Hebron, palestinesi in rivolta sulla Tomba dei Patriarchi", in cui il giornalista prevede addirittura il riaccendersi di una nuova "intifada dei siti sacri".

Inutile dire che il pezzo è scritto ad arte: da un lato ci sono "coloni e attivisti dell'estrema destra israeliana nel cuore dei territori dell'Anp" dall'altro "la popolazione araba". "A dar fuoco alle polveri" scrive De Giovannangeli "è stato l'annuncio del premier Benyamin Netanyahu sulla volontà del suo governo di sottomettere formalmente alcuni luoghi santi contesi – interni al territorio della Cisgiordania – ai progetti di tutela perviesti per il patrimonio archeologico d'Israele. Si tratta di luoghi come la cosiddetta Tomba di Rachele o come la Tomba dei Patriarchi, venerata da ebrei e musulmani (col nome di Moschea d'Ibrahim) e al centro da anni di cruente controversie a Hebron."

Ad una lettura superficiale pare che i soliti israeliani vogliano appropriarsi di qualcosa che non spetta loro per rubarlo ai palestinesi cui spetta di diritto.

Non male, vero? Inutile dire anche che il contesto storico è del tutto ignorato e che non si fa alcun cenno al fatto che Hebron è, ad esempio, la seconda città santa per gli ebrei, un po' come Medina lo è per l'islam. Nemmeno una parola sul fatto che Hebron è città ebraica sin a partire dal Primo Tempio (X secolo a.C), quando ancora l'islam non esisteva, visto che la sua presenza nella penisola arabica (e non in Eretz Israel) può essere datata intorno al VII secolo d.C. Nulla sulla demografia che vede la presenza ebraica in maggioranza sino al 1929, quando un terribile pogrom arabo ne cancellò quasi completamente l'esistenza. Quasi, ma non del tutto, visto che gli ebrei anche a costo della vita sono rimasti a Hebron accanto ai loro luoghi santi e non soltanto "cosiddetti" tali.

Certo, con gli "accordi di pace" del 1993 il terrorismo antiebraico è ritornato con gran forza a Hebron e, come ha scritto Deborah Fait ricordando gli eventi di quel periodo:

"Una settimana prima della festa di Purim del 1994 Hamas fece circolare un volantino per annunciare un prossimo e massiccio attacco alla comunità ebraica e per ordinare agli arabi di chiudersi in casa. La sera di Purim centinaia di arabi urlanti gli stessi slogan di sempre : "ALLAH E' GRANDE ! MORTE AGLI EBREI!" correvano per le strade della cittadina terrorizzando gli ebrei che credevano di essere ritornati al 1929. Il giorno dopo Purim, il dottor Baruch Goldstein un medico chirurgo di Kiriat Arba che aveva dovuto curare o dichiarare la morte di numerose vittime del terrorismo arabo, entrò nella grotta della Machpelà e aprì il fuoco uccidendo 29 arabi. Dopo questo gravissimo attentato si riparlò di evacuare gli ebrei da Hebron… Dopo l'attentato del 1994 agli ebrei fu vietato di entrare nella Grotta della Machpelà e per un anno intero furono costretti a pregare all'aperto, lontani dagli arabi anche se dall'inchiesta condotta dal giudice Meir Shamgar risultò enorme il numero di attacchi e omicidi che aveva colpito i cittadini ebrei di Hebron e di Kiriat Arba prima del folle gesto di Baruch Goldstein."

Di fatto De Giovannangeli cita l'attentato, ma non lo contestualizza, rafforzando come al solito l'immagine dell'ebreo israeliano massacratore di arabi. Neppure cita il fatto che Hebron è stata consegnata nel 1995 al governo di Arafat inseguendo, da parte israeliana, un'improbabile disegno di pace cui i palestinesi hanno risposto con attentati sempre più devastanti. Anzi, il giornalista unisce lo scandalo della tutela dei luoghi santi (!) al presunto assassinio da parte del Mossad di Mahmoud al-Mahbhouh del 20 gennaio: in altre parole una sorta di spy story tra belle arti e agenti dello spionaggio. Suvvia! Non appare riduttivo? Davvero vogliamo credere a ciò?

Ora forse voi penserete… uffa, la solita sionista!… ma quello che mi fa più male è sapere che non c'è alternativa: un ebreo non potrà mai trovar casa fuori da Eretz Israel. E' così da sempre e sarà sempre così. E mi dispiace per gli amici, cari, che pure vorrebbero provare a cambiare le cose e che mi sono stati vicini in questa piccola battaglia, purtroppo continuano ad essere una risicata minoranza ancorchè coraggiosa.

Con lo stupore di sempre un cordiale shalom,

[b]Daniela Santus.[/b]

Da parte mia solo una piccolissima postilla, anzi una domanda assillante che rimbomba nelle menti di tutti coloro che Non sono ciechi e Non vogliono essere ciechi:
CHI LI PAGA?
Se vedo su un giornale la pubblicità dei dadi Star, non mi viene il dubbio che i giornalisti siano estimatori di quei dadi, ma so per certo che la Star ha pagato il giornale.
Perciò, dato che per niente neppure il cane scodinzola:

[b]CHI PAGA LA PROPAGANDA ANTISEMITA ALL'UNITA'?[/b]

 

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