[b]Un articolo di Franco Levi[/b]

Anche quest’ anno è stata proclamata dall’ 1 al 7 marzo, ormai per la sesta volta, “ La settimana contro l’apartheid di Israele ”. Lo stato ebraico ( che si è dovuto difendere da attentati e da migliaia di missili Qassam, costringendo gli abitanti di Sderot a dormire nei rifugi ) è posto dunque sullo stesso piano di paesi come fu il Sudafrica.
E sono in programma boicottaggio economico, sanzioni ma soprattutto un perturbante isolamento culturale, per cui, come nel caso degli atenei di Pisa, si chiede l’interruzione delle collaborazioni con le università israeliane.

Partita nel 2005 dall ’università di Toronto, l’iniziativa si è diffusa in molti altri atenei .
Quest’ anno vi partecipano in Italia le università di Bologna, Pisa e Roma.
È inquietante che si vogliano punire e criminalizzare proprio quelle istituzioni israeliane nelle quali si dovrebbe vedere, per l ’ apertura intellettuale e l'alto livello della ricerca che le contraddistingue, degli interlocutori privilegiati per un dialogo, se pure vittime esse stesse più volte di attentati. E ’ doppiamente inquietante se si pensa che il moderno antisemitismo è nato in misura non indifferente nelle università di alcuni paesi nel cuore dell ’ Europa, che oggi tuttavia non appaiono tra quelli che aderiscono alla manifestazione. Theodor Herzl, autore nel 1896 di '' Lo stato ebraico '', aveva nel 1883 a Vienna dato le dimissioni, non respinte, dall’associazione studentesca Albia perché questa aveva organizzato una manifestazione in onore di Wagner, alla sua morte, in chiave antisemita. E ciò fu il preludio all'espulsione sempre più frequente degli Ebrei dalle associazioni studentesche, come racconta tra gli altri Arthur Schnitzler nella sua autobiografia. La ” tragedia borghese “ Doktor Kohn ( 1898 ) di Max Nordau, il cui protagonista, un matematico che ha vinto un prestigioso premio internazionale, non riesce a avere una cattedra nell ’ universita' Cristiano – Evangelica della sua città in quanto Ebreo, vuole essere un'ulteriore testimonianza dell’antisemitismo diffuso nelle università tedesche.
Durante la campagna per le elezioni europee i radicali portavano una stella gialla per simboleggiare : alla strage di legalità poi segue strage di corpi, di popoli.
In maniera in qualche modo analoga, ricordare l’antisemitismo patito dal fondatore del Sionismo politico organizzato e da Schnitzler stesso all'università, preludio di una tragedia immane – anche una figlia di Herzl mori ' in un campo di sterminio – vuole perlomeno far riflettere sul modo migliore in cui usare le istituzioni che – non dovrebbe essere una vuota solfa retorica – hanno il compito di formare i giovani e tra di loro i leader di domani.

 

One Response to La settimana contro l’apartheid di Israele

  1. weicebeh231 ha detto:

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