[b]Un articolo di Deborah Fait
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[b]Ian McEwan Umberto Eco Roberto Vecchioni[/b]

Se la cultura e' alla base di una societa' civile e democratica, gli intellettuali ne sono il pericolo piu' prossimo, proprio perche' meno palese, quando incominciano a parlare di politica dalle loro torri d'avorio da dove sparano tante di quelle cazzate da far paura ad ogni essere pensante.

Incominciamo col vincitore del Premio del Libro di Gerusalemme, Ian McEwan, un artista che quando parla di letteratura incanta il pubblico per la grandezza della sua anima ma che sprofonda nei lughi comuni piu' banali quando si mette a parlare di politica.
Uno si chiede allora " ma perche' costui deve dare la sua opinione su cose che non conosce, di cui non gliene frega niente perche' lontane dai suoi interessi? Perche' uno di cosi' alto livello accetta di passare per idiota e ignorante per addentrarsi nei meandri della propaganda e lo fa proprio nel Paese che lo sta premiando??"
McEwan ha avuto il coraggio di non lasciarsi condizionare dalle minacce palestinesi che lo invitavano a non andare a Gerusalemme e a boicottare il premio, uno dei piu' prestigiosi nel mondo e il piu' importante premio letterario di Israele, e' stato bravo e quasi valoroso,( o forse solo vanesio?) perche' i palestinesi non scherzano e chissa'…forse…quando meno se lo aspetta…ecco la punizione.
Purtroppo ha gettato al vento il suo atto di coraggio quando, per non scontentare nessuno, ha fatto le solite dichiarazioni cretine "Gaza prigione a cielo aperto…. guerra…nichilismo israeliano…." esagerando le condizioni dei palestinesi e dimenticando che nel 2005 fu "liberata dagli ebrei" tutta la striscia di Gaza per permettere ai palestinesi di gettare le basi per uno stato.
Naturalmente McEwan e soci non ricordano mai il fatto che costo' a Israele tante lacrime e a 10.000 persone la perdita di casa e lavoro ne' ricordano che i palestinesi approfittarono della "liberazione" di quel territorio per portare in avanti le basi del loro missili e bombardare meglio Israele ( Due giorni fa un missile Grad e' piombato in un giardino di una casa di Beer Sheva).
L'artista inglese ha aggiunto anche, per completare l'opera di propaganda personale, che a Gerusalemme est e' in atto una sorta di pulizia etnica della popolazione araba. Pulizia etnica che dal 1967 ha visto aumentare la popolazione palestinese da 66.000 abitanti ai 268.000 attuali.
Mi chiedo: chi conosce questi dati e la storia di Israele di questi ultimi decenni, come fa a fare simili dichiarazioni?
Posso capire che le facciano i razzisti antisemiti, gli stessi che parlano di "genocidio" riferendosi ai palestinesi che da 700.000 del 1948 sono oggi piu' di 7 milioni, unico genocidio della storia che vede la popolazione "colpita" aumentare piu' di 10 volte.
Cosa significa genocidio? A casa mia significa lo sterminio di una popolazione quindi una tremenda diminuzione numerica, non certo un aumento, in milioni, di persone, eppure la gente crede a simili schifezze di propaganda.
Posso capire i neonazisti che mentono perche' gli e' naturale e Israele e' la loro spina nel fianco, posso capire persino la gente che si fa prendere in giro da loro, nascosti sotto le false spoglie di pacifisti.
Non capisco invece come una persona intelligente arrivi a ripetere bovinamente simili assurde teorie e lo faccia mentre e' ospite e riceve un premio prestigioso nel paese che calunnia.
Provate a pensare che effetto farebbe se arrivasse in Italia per lo stesso motivo e incominciasse a criticare il governo che lo premia parlando della mafia, camorra e criminalita' organizzata, del trattamento dei Rom e Sinti che vivono in baracche fatiscenti e che spesso muoiono bruciati, mentre dormono, a causa delle stufette che usano per scaldarsi un po'.
McEwan non conosce Israele, non sa che Israele non e' solo il paese in guerra con i palestinesi, non sa di essere stato ospite di una grande democrazia che, in mezzo a enormi difficolta' e boicottaggi internazionali, guerre e terrorismo e' riuscita a non arretrare di un solo passo dalle parole pronunciate da David Ben Gurion, nel lontano 14 maggio 1948 :
[b]Lo Stato d’Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. [/b]

McEwan non ha visto il documentario "Strangers no more", candidato all'Oscar, che parla della creativita' di Israele pur in mezzo alle proprie tragedie, delle tante scuole miste di ebrei, arabi e altre minoranze disseminate per il paese, di quella scuola, fiore all'occhiello, la Bialik-Rogozin school, che educa piu' di 800 bambini provenienti da 48 paesi diversi che sono arrivati in Israele come rifugiati e perseguitati e che invece di andare a ingrossare ghetti di miseria come in altre nazioni, sono rispettati, educati, imparano le lingue, la storia, la matematica, la letteratura e quando torneranno nei loro paesi saranno persone acculturate grazie a Israele, pronte a diventare la creme e la classe dirigente dei loro paesi d'origine.


Perche' McEvans non ha capito la grandezza della Nazione che lo ha premiato e che lui ha criticato come un qualsiasi politicante di bassa lega?
Perche' non si e' informato e perche' non ha letto da nessuna parte che vi sono scienziati israeliani del famoso Istituto Weizman e di altre accademie israeliane che, per avvicinare la gente comune alla scienza e alla cultura, vanno a fare lezione, gratis, nei caffe' e nei ristoranti, sugli autobus e treni? Naturalmente con un calendario degli incontri esposto dovunque a disposizione dei cittadini interessati.
Questo e' Israele, amici, ed anche molto di piu' ma le calunnie e le invenzioni sono le uniche cose che restano a mente.
E' di questo Israele che un ospite di [b]un consesso culturale di grande levatura,[/b] doveva parlare, non della solita disgustosa bassa propaganda sinistra di stampo fascio-comunista.

Passiamo a Umberto Eco che , sempre a Gerusalemme, ha paragonato Berlusconi a Hitler. Che dire? io lo avrei preso di peso e portato dritto dritto allo Yad VaShem per fargli capire chi era Hitler.
Sono rimasta senza parole perche' solo chi e' talmente pieno di se' al punto da credersi un semidio puo' arrivare a paragonare un premier di una nazione democratica a un mostro assassino.
Odia Berlusconi? Lo odiano in tanti ma esiste un limite di buon gusto e di giustizia e banalizzare la Shoa' e la mostruosita' di un Hitler per offendere un Primo Ministro che gli sta antipatico denota fanatismo infantile e scarsa intelligenza.
"Berlusconi, come Hitler, e' stato eletto dal popolo " , ha aggiunto Eco.
Benissimo, anche hamas e' stato eletto dal popolo e molti pacifinti, affermandolo, vogliono fare un complimento ai terroristi definendoli addirittura democratici.
La stessa affermazione viene invece usata in modo orribilmente negativo se si tratta di un leader occidentale. Nel caso di Berlusconi, il signor, professor Eco ha anche dato alla maggioranza degli italiani che lo hanno votato dei "nazisti".
Come ho detto per McEwan, non posso che ripeterlo per Umberto Eco:
potrei capire e giustificare due persone che si bevono un boccale di birra in un bar di periferia, che non sanno niente di Israele e della Shoa', che leggono solo il Manifesto…ooops…quotidiano di Roccacannuccia perche' fa figo.
Non posso capire ne' giustificare che due intellettuali arrivino cosi' in basso senza vergognarsi.

E ultimo soggetto del mio "festival degli intellettuali", ultimo anche perche', pur essendo professore, non ha i numeri dei due precedenti, e' colui che ha vinto il festival di Sanremo, Roberto Vecchioni.
Ne ha parlato gia' Ugo Volli in uno suo bellissimo articolo su Informazionecorretta ma io vorrei aggiungere la mia su questo "professore", autore di belle canzoni che ha avuto il suo tonfo nell' orrore del luogo comune piu' atroce e crudelmente sadico con questi versi osceni, scritti per "La canzone di Marika" ( con l'accento sulla i).
Ecco le parole del "poeta", giudicate voi pensando a tutti quelli che sono stati assassinati dalle tante Marika, a quelli che sono morti col corpo bucato da migliaia di biglie di acciaio mescolate al tritolo, arsi vivi, donne, bambini, vecchi, negli autobus, nei ristoranti, nelle scuole di Israele.
Pensate e giudicate:

Canta Marika canta che da domani tornano le stelle,
canta noi siamo il sangue che scorre nella tua pelle,
canta non ti fermare, non ti voltare, gira tra la gente,
siamo nelle tue mani, un vento sale un vento scende
dietro è il domani, domani è il presente.

Canta Marika canta, come sei bella l'ora del destino,
[b]ora che stringi la dinamite come un figlio in seno, [/b]
canta Marika canta, nel buio della storia,
lucciola che si accende sul far della sera,
canta Marika la nostra memoria.

Non vedrò com'è il vestito che si comprerà mia figlia,
la preghiera della notte intorno al fuoco di famiglia,
non vedrò più l'uomo che mi seminava dentro il cuore
l'ora dell'amore, l'ora dell'amore.

Canta Marika canta siamo i tuoi occhi
siamo il tuo sorriso, canta che Dio ti guarda
che anche sulla terra c'è il paradiso,
stringiti forte il fiore che porti sotto il vestito nero,
volano duri petali per ricoprire il mondo intero
non la tua terra, non il nostro cielo.

Non vedrò più la mia terra, non vedrò
i colori del mio cielo, l'albero che mi chiamava
sulla via di scuola e rispondevo,
il quaderno delle cose
quelle che scrivevo a me sola;
vola il tempo vola, qui che sono sola.

Canta Marika canta la vita
è semplice come un bambino
e arriva l'alba di un nuovo mattino,
dove mangeremo pane così tanto dolce
che saprà di miele,
senza vuotare mai un giorno il bicchiere
senza vedere in cielo quei lampi e quei tuoni…

Canta Marika canta, per la tua terra per la tua gente,
perché sorgeranno case dove non c'era niente,
perché giocheremo in cerchio intrecciando le dita,
e potremo finalmente aspettare la vita.

Canta Marika canta nel tempo che vola,
canta Marika canta, che non sei più sola

Canta Marika canta che da domani tornano le stelle,
canta noi siamo il sangue che scorre nella tua pelle,
canta non ti fermare, non ti voltare, gira tra la gente,
siamo nelle tue mani, un vento sale un vento scende
dietro è il domani, domani è il presente.

Canta Marika canta, come sei bella l'ora del destino,
ora che stringi la dinamite come un figlio in seno,
canta Marika canta, nel buio della storia,
lucciola che si accende sul far della sera,
canta Marika la nostra memoria.

Non vedrò com'è il vestito che si comprerà mia figlia,
la preghiera della notte intorno al fuoco di famiglia,
non vedrò più l'uomo che mi seminava dentro il cuore
l'ora dell'amore, l'ora dell'amore.

Canta Marika canta siamo i tuoi occhi
siamo il tuo sorriso, canta che Dio ti guarda
che anche sulla terra c'è il paradiso,
stringiti forte il fiore che porti sotto il vestito nero,
volano duri petali per ricoprire il mondo intero
non la tua terra, non il nostro cielo.

Non vedrò più la mia terra, non vedrò
i colori del mio cielo, l'albero che mi chiamava
sulla via di scuola e rispondevo,
il quaderno delle cose
quelle che scrivevo a me sola;
vola il tempo vola, qui che sono sola.

Canta Marika canta la vita
è semplice come un bambino
e arriva l'alba di un nuovo mattino,
dove mangeremo pane così tanto dolce
che saprà di miele,
senza vuotare mai un giorno il bicchiere
senza vedere in cielo quei lampi e quei tuoni…

Canta Marika canta, per la tua terra per la tua gente,
perché sorgeranno case dove non c'era niente,
perché giocheremo in cerchio intrecciando le dita,
e potremo finalmente aspettare la vita.

Canta Marika canta nel tempo che vola,
canta Marika canta, che non sei più sola

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