Tisha beAv 5772 (29 luglio 2012)

Dipinto di Francesco Hayez.

Tisha b’Av o Tisha BeAv (in ebraico: תשעה באב o ט׳ באב), o più semplicemente 9 di Av, è un giorno  di lutto e digiuno nel calendario religioso  luni-solare del Giudaismo  che può cadere a luglio o agosto.  Il suo nome denota il nono giorno (Tisha) del mese giudaico di Av. Il  giorno è stato chiamato il “più triste giorno nella storia ebraica”. Quando  il giorno nove di Av coincide con il sabato,  l’osservanza del digiuno avviene dal tramonto del Sabato alla Domenica del dieci  del mese di Av (anche se si riferisce al giorno con lo stesso nome di Tisha  B’Av): non essendo permesso digiunare durante il giorno del Sabato, per  preservare la gioia e la santità del giorno, tutti i digiuni vengono spostati al  giorno successivo ad esclusione del digiuno di Yom  Kippur la cui santità è superiore a quella del Sabato ed ha quindi priorità Halakhica.

Il Tisha BeAv è un giorno  di rimembranza di lutto per l’Ebraismo, che cade il nono  giorno dell’undicesimo mese di Av  (luglio-agosto). La ricorrenza avviene in memoria di numerosi eventi luttuosi  per il popolo ebraico:

  • distruzione del Primo  Tempio da parte delle truppe di Nabuccodonosor  (586   a.C.) (Talmud, 416 a.e.v.).
  • distruzione del Secondo  Tempio da parte delle truppe di Tito (70 d.C.).
  • sconfitta degli insorti guidati da Bar Kochba (135 d.C.).
  • distruzione di Gerusalemme  (136 d.C.) e inizio della Diaspora.

Contegno nel Tisha b’Av.

In questa giornata di lutto nazionale gli ebrei osservano un digiuno totale  di poco più di 24 ore, dal tramonto alle prime stelle della sera successiva.  Oltre a ciò, non vengono indossate scarpe di pelle o cuoio, non vengono  effettuati festeggiamenti, non si intrattengono rapporti coniugali né si  palesano manifestazioni di affetto, non ci si lava (ad esclusione delle falangi  delle mani) né si usano unguenti.

Durante la preghiera della sera e del mattino si recita il Libro delle  Lamentazioni. È uso non indossare i Tefillin  al mattino ma durante la preghiera del pomeriggio; alcuni ebrei mistici usavano  però indossarli al mattino come durante gli altri giorni. Ad esclusione del Libro  delle Lamentazioni, di alcune pagine del Talmud  (in particolare quelle di Ghittin 55-57 che parlano della distruzione del Tempio  di Gerusalemme e del terzo capitolo di Moed Katan che discute i precetti  relativi al lutto) e di alcuni passi del Libro  di Geremia, non si studia la Torah,  il cui studio è una gioia per l’ebreo né altri libri sacri se non hanno a che  fare con il lutto. Fino a mezzogiorno è uso, ma non precetto, sedere su sgabelli  bassi in modo da essere volutamente scomodi.

Storia

Distruzione  del Tempio di Gerusalemme

Massi del muro occidentale del Tempio.

Il digiuno principalmente commemora la distruzione del Primo e Secondo Tempio di  Gerusalemme. Questi due eventi accaddero ad una distanza di circa 656 anni, ma  nella stessa data.

In connessione con la caduta di Gerusalemme,  vennero stabiliti altri tre giorni di digiuno allo stesso modo del Nono Giorno  di Av: questi giorni sono il dieci di Tevet,  quando iniziò l’assedio; il diciassette di Tammuz,  quando venne aperta la prima breccia nelle mura di Gerusalemme; e il tre di Tishri, noto anche  come il digiuno  di Gedaliah, per commemorare il giorno in cui Gedaliah  venne assassinato (Libro  dei Re II 25:25; Geremia  41:2).

Da Zaccaria  7:5, 8:19 appare che dopo la costruzione del Secondo Tempio, l’abitudine di  mantenere questi giorni di digiuno sia stata temporaneamente sospesa. Sin dalla  distruzione di Gerusalemme e del Secondo Tempio da parte dei romani, questi quattro  giorni di digiuno sono stati ripristinati.

Le cinque  calamità

Secondo il capitolo della Mishnah  (Taanit  4:6), cinque gravissimi eventi accaddero il giorno nono di Av, che  specificamente meritano di essere ricordati con il digiuno:

  1. I dodici   esploratori inviati da Mosè   per osservare le terre di Canaan   ritornano dalla loro missione. Due degli esploratori, Giosuè e Caleb, riportarono   un riscontro positivo mentre gli altri dieci parlarono in modo disparato di   quelle terre, cosa che fece piangere i Benè Israel,   precipitati nel panico e nella disperazione, già poco prima di entrare nella   “Terra   Promessa”. Per questo, sarebbero stati puniti da Dio circa il fatto che la   loro generazione non sarebbe entrata nella Terra Promessa e avrebbe continuato   la sua marcia nel deserto per altri 39 anni (per un totale di 40 anni,   corrispondenti ai 40 giorni della missione degli esploratori). A causa della   mancanza di fede degli israeliti, Dio decretò che per tutte le future   generazioni questa data (in cui piansero senza motivo) sarebbe stata   contrassegnata dal pianto, motivato dalla malasorte e dalle persecuzioni   subite dai loro discendenti: il popolo ebraico. (Vedi Numeri Cap.   13–14)
  2. Il primo Tempio   di Gerusalemme costruito da Re Salomone durante il Regno di Giuda, venne   distrutto dai babilonesi   comandati da Nabucconodosor   I nel 586   a.C. e i giudei vennero deportati verso l’esilio   babilonese.
  3. Il Secondo   Tempio è stato distrutto dalle legioni   romane comandate dall’imperatore Tito Flavio Cesare   nel 70 d.C.,   distruggendo il regno di Giuda e provocando la Diaspora   degli ebrei per tutto il mondo, specialmente verso le terre barbariche dei germani   non romanizzati, della Sarmazia   e Scizia, ed   attraverso l’Arabia   e la Persia   fino addirittura in India,   nelle città di Mumbai e Cochin.
  4. Le legioni romane completarono l’opera radendo al suolo quasi tutto il   Secondo Tempio, meno la parete occidentale da allora chiamata Muro del Pianto (in ebraico: “Kotel”),   l’anno dopo l’assedio   di Gerusalemme.
  5. La rivolta   di Bar Kokhba contro Roma fallì in questa data nel 135   a.D., Simon   Bar Kokheba venne ucciso, e la città di Betar   distrutta.

Secondo il libro del Talmud,  nel suo trattato Taanit,  la distruzione del Secondo Tempio iniziò il giorno nono di Av, che venne infine  consumato dalle fiamme il giorno seguente, decimo giorno di Av.

Altre calamità

Nel tempo, un po’ per coincidenza, un po’ perché voluto dai mortali nemici di  Israele, il Tisha B’Av è diventato un giorno ebraico di rimembranza, non  soltanto a causa degli eventi pretalmudici, ma anche per tragedie successive. A  prescindere dell’esatta data di questi eventi, per molti ebrei, Tisha B’Av è il  giorno della rimembranza e lamentazione, e questi temi si riflettono nella  liturgia composta per questo giorno (vedi sotto).

Altre calamità associate con il Tisha B’Av:

  • Gli ebrei vennero espulsi dall’Inghilterra   nel 1290.
  • Il decreto dell’Alhambra  del 1492, che  espelleva gli ebrei dalla Spagna,  aveva effetto a partire di una data cristiana che coincideva con il 7mo giorno  di Av, giusto due giorni prima di Tisha B’Av.
  • Nel 1914   Tisha B’Av cadde il 1   agosto, il giorno che la Germania   dichiarò guerra contro la Russia.   La Prima   guerra mondiale provocò molti morti tra i giovani europei, consumò un’enorme quantità di risorse, e costituì l’antecedente e la causa di   ideologie violente e totalitarie   come il fascismo, il nazismo e il   comunismo, che condussero ad   una estesa distruzione di città e di vite umane in tutti i paesi interessati   al conflitto. Oltre ad essere una concausa dell’Olocausto.
  • Nella vigilia di Tisha B’Av nell’anno 1942,  iniziò la deportazione degli ebrei dal Ghetto di Varsavia, deportati a Treblinka.
 

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