di Deborah Fait

Qualcuno di voi, signore e signori, amici, ha mai ricevuto in regalo dal proprio governo una bella maschera antigas? State dicendo di no, vero?

Vi viene anche un brivido di orrore al pensiero, vero? Bene, ieri ha suonato alla mia porta un baldo giovanotto, aveva un pacchetto in mano che mi ha consegnato dopo avermi fatto firmare una ricevuta. e se ne e’ andato con un sorriso facendomi tanti auguri di buona giornata, “Yom Tov Lach”.

Gli avvisi sulla scatola di cartone marrone dicono “Do not open” , non aprire perche’ potrebbe rovinarsi il contenuto, aprire solo su ordine dell’ Esercito di Israele. Dentro il pacchetto che c’e’? Ormai lo avrete indovinato! C’e’ la mia maschera antigas, la seconda che ricevo da quando sono venuta a vivere in Israele. Nel 2006 Zahal aveva fatto raccogliere tutte le maschere, 6 milioni di maschere, una per ogni abitante di Israele, quelle consegnateci nel 2001 quando c’era un forte pericolo di attacco contro Israele per vendicarsi dell’attacco USA all’Afghanistan, e, prima ancora, nel 1991 durante la guerra del Golfo.

Dalle camere a gas, dopo 70 anni, ecco le maschere antigas.
Eccoci sempre minacciati di genocidio, ieri dai tedeschi, oggi dagli arabi, domani….vedremo.

E poi dicono che dobbiamo essere un paese normale!

Si certo, quale paese normale distribuisce ai propri cittadini, da 0 a 100 anni, delle maschere per non morire soffocati in caso di guerra con i propri vicini, i pacifici e gioiosi arabi?

E lo sapete cosa contiene il kit? Oltre alla maschera, nera, brutta, spaventosa solo a vedersi, nella scatola c’e’ anche una siringa pronta per essere usata in caso di guerra chimica, la dovreste prendere nel pugno e piantarvela nella coscia ma….ma….ma… se uno, preso dal panico, lo facesse e l’aria non fosse ammorbata dai veleni, morirebbe in ogni caso. La siringa deve essere usata solo in caso che i nostri vicini decidessero di mandarci antrace e altre carinerie del genere. Nel 2000 e’ nato il mio primo nipote e quando lo abbiamo portato a casa dall’ospedale ci consegnarono un enorme pacco, regalo per il bimbo, conteneva una culla antigas. In caso di guerra avremmo dovuto mettere Jonatan la’ dentro e rinchiuderlo ermeticamente.

Pero’ dovremmo essere un paese normale.
Ad oggi piu’ di 4 milioni di israeliani hanno ricevuto il nuovo kit…just in case ma quel just in case e’ facile che accada. Dicono che la Siria abbia le armi chimiche e se le spara siamo fritti. Dicono che l’Iran ogni giorno ci minaccia di distruzione. Dicono che Hezbollah, mano terroristica dell’Iran, abbia gia’ le armi chimiche nei suoi arsenali ma la cara vecchia Europa ha detto che Hezbollah non e’ mica un’organizzazione terroristica, no, non sono mica terroristi, no sono politici, anzi sono un’organizzazione umanitaria.

Nel 1991, durante la guerra del Golfo, gli abitanti di Israele dovevano andare anche a fare la spesa col kit a tracolla, non potevano uscire di casa senza perche’ le sirene potevano suonare da un momento all’altro. Saddam Hussein all’epoca colpi’ Israele con 39 scud, per fortuna senza sostanze velenose all’interno delle bombe.

Pero’ dovremmo essere un paese normale.

Ad oggi piu’ di 4 milioni di cittadini hanno gia’ ricevuto le loro bella maschere e a breve tutti le avranno, bambini, adulti, cani gatti, persino quelle preparate per le gabbie degli uccellini, persino quelle fatte in modo da contenere le barbe dei religiosi.

Si, amici miei, poi dicono che dovremmo essere un paese normale.

Ditemi, lo avete voi un opuscolo con tutte le regole che una famiglia deve osservare in caso di guerra? No vero? Invidiosi? E’ un opuscolo pieno di simpatiche illustrazioni per salvarsi da un attacco nemico.

Si, un paese normale.

Ho messo la mia scatola marrone nell’armadio della camera da letto, sotto ai vestiti, pronta per essere aperta se qualcuno dei nostri vicini dovesse decidere che e’ arrivata l’ora di una nuova definitiva Shoa’.
Allora per primi dovranno essere messi in salvo i bambini e vi assicuro che sono terrorizzati, i bambini piangono, gli manca il fiato, c’e’ chi soffre di asma e si sente soffocare, c’e’ chi vomita per la paura ma nessuna pieta’, tutti i bambini devono mettere la maschera. Poi gli adulti, i vecchietti, che devono essere aiutati come i bambini. E gli animali di casa. Infine rinchiudersi nella “camera della guerra” e aspettare col cuore in gola e le siringhe in mano, la radio accesa, quelle radio che funzionano anche in caso di guerra, in attesa di ordini di Zahal.

E poi che la fortuna ci assista. Pero’ dovremmo essere un paese normale.

Si, amici, ci dicono che dovremmo essere un paese normale. Con che coraggio ce lo dicono? Chi al mondo sa cosa si prova aprendo l’armadio alla vista di quella scatola? Chi sa cosa si prova quando si porta a casa un neonato che, oltre al talco e alle cremine, riceve anche una culla di plastica dove infilarlo e rinchiuderlo? Bene cambiamo argomento perche’ voglio darvi una notizia. Parliamo della Siria dove Assad, l’assassino bastardo, sta sterminando i siriani.
Ne ha ammazzati gia’ centinaia di migliaia, forse non si sapra’ mai il numero esatto, altre centinaia di migliaia cercano di scappare e il mondo si limita a dire “nu nu nu, Assad, smettila su mo’ “.

Bene, mentre il popolo siriano muore come le mosche, la moglie dell’assassino, Asma Assad ( si , lo so , per noi italiani Asma non e’ un bellissimo nome ma quello ha la signora), e’ a Londra dove riesce a spendere 420.000 dollari al giorno in mobili per il suo palazzo di Damasco. Vuole evidentemente imitare l’altra moglie, ormai, grazieaddio, vedova, la famosissima Suha Arafat che ha speso, e spende ancora, milioni di dollari nei negozi di Parigi, Londra, Tunisi, per distrarsi dalla vedovanza.

Ehh si, amici miei, le mogli dei dittatori arabi sono personcine a modo, piene di sensibilita’, degne compagne dei loro mariti assassini. http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2012/07/15/APxD91wC-shopping_londra_brucia.shtml
http://www.today.it/rassegna/asma-assad-shopping-londra.html
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

 

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